La moda genderless per bambini e ragazzi negli ultimi anni sta avendo sempre più riscontro, un segnale di progresso e apertura che parte dai più piccoli.
Viene definita genderless o genderfluid ed è una rielaborazione della moda unisex che sta avendo sempre più successo nelle grandi catene di distribuzione e nell’alta moda. Vediamo in cosa consiste e perché piace
Una tendenza dell’ultimo decennio, che rielabora quella più datata della moda unisex degli anni ’80 e ’90.
Consiste nella scelta di capi adattabili sia ai maschi che alle femmine e soprattutto di colori che non siano quelli considerati finora convenzionali, cioè azzurro e rosa, con stampe e fantasie che vengono utilizzate per entrambi i sessi e non più categorizzato per il maschietto o la femminuccia.
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Pare che questa nuova tendenza sia partita da una sorta di ribellione di alcune mamme, stanche di trovare solo abiti convenzionali per i loro bimbi e della società che li voleva necessariamente adattati a dei canoni e che hanno fondato una propria linea di abbigliamento per bambini, genderless appunto.
Il discorso va ovviamente allacciato a quello sociale e culturale. Spesso si è parlato della questione dei canoni sociali che vedono i maschi e le femmine fin da piccoli costretti a seguire degli standard di abbigliamento, di scelta dei giocattoli, di attività e di comportamento.
Per favorire quindi una parità di genere e di opportunità per entrambi i sessi, anche nel mondo della moda per bambini è nata questa tendenza.
I vestitini genderless avranno quindi fantasie adattabili a entrambi i sessi, spesso anche forme che possano essere adattate sia ai maschietti che alle femminucce. Anche le tutine saranno quindi di colori neutri, senza merletti o stampe tradizionalmente associate a un sesso piuttosto che all’altro.
La moda genderless va contro gli stereotipi sociali e culturali: dinosauri, bambole e draghi, colori sgargianti così come il rosa e l’azzurro vengono adattati a entrambi i sessi, trasmettendo l’idea che i maschi e le femmine possano scegliere qualsiasi cosa gli piaccia.
Pare poi che questa tendenza sia molto apprezzata dai ragazzi, quindi non più bambini ma quasi adulti, con un loro gusto personale già formato.
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I genitori invece che apprezzano questa tendenza di sicuro hanno un duplice motivo per scegliere vestiti genderless.
Oltre a volere per il proprio figlio il meglio e a lasciargli la libertà di potersi esprimere come vuole e come lo fa stare bene, la scelta di vestiti senza l’etichetta di genere è comoda anche dal punto di vista economico perché consente di scambiarli e riciclarli tra i figli, quindi comporta anche un notevole risparmio, soprattutto considerando che per i più piccoli la durata dei vestiti è stagionale. Inoltre molti marchi noti e distribuiti nelle grandi catene hanno scelto di lanciare una linea genderless a prezzi abbordabili ed accessibili a tutti.
In un mondo dove le distinzioni tra uomo e donna sono ancora oggetto di tensione e a volte sfociano in estremismi, la moda si assume il compito quindi di lanciare un messaggio importante anche a livello etico.
Spesso infatti i brand che scelgono di creare una linea genderless di vestiti sono anche attenti all’ambiente e alle materie prime che utilizzano. Dunque una tendenza che come altre mirano al progresso e all’avanzamento non solo economico ma sociale e culturale, cercando di sensibilizzare le coscienze.
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In un momento storico in cui molte persone sono informate e critiche, l’anticonformismo e l’individualità sono sempre più delle scelte consapevoli e ponderate. E se questa tendenza sta prendendo sempre più piede è perché apprezzata dal punto di vista economico ma anche etico.
E voi unimamme sapevate di questa nuova tendenza?
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