A quanto pare il cosleeping ha un effetto benefico sul sonno dei bambini: ecco 7 vantaggi di cui può beneficiare il vostro piccolo.
Il sonno dei bambini per tutte le neomamme e i neopapà risulta essere un argomento abbastanza taboo.
All’arrivo di un neonato in casa, nonostante i mille libri letti e i consigli delle altre mamme e medici, non si è mai veramente pronti soprattutto quando durante la notte si vorrebbe dormire un pò, ma ci si trova costretti a fronteggiare i pianti del piccolo.
Su come far addormentare il bambino e che metodi utilizzare esistono tante opinioni e tecniche, alcune delle quali anche noi vi abbiamo parlato in artcoli precedenti.
Stessa cosa accade su come interpretare il pianto del bambino che, facendo riferimento a quello che dicono i medici, no va mai ignorato neppure di notte, anche se l’unica cosa che vorreste fare è dormire.
Dunque, per questo motivo è bene sapere alcune cose fondamentali sul sonno dei piccoli e una tra queste è proprio quella di dormire insieme al proprio bambino.
Pare però che in queste situazioni il co-sleeping possa risolvere diverse problematiche anche se non tutti i genitori sono d’accordo nel volerlo fare perché spaventati che il bimbo, abituandosi a dormire con loro, abbandoni poi troppo tardi il letto dei genitori.
Da quello che sostengono i medici in realtà non è proprio così, ma si tratta di un processo naturale, tanto che sarà lo stesso bambino ad un certo punto a chiedere ai genitori di dormire nella sua stanzetta.
Nonostante l’essere restii di molti genitori esistono due vie per praticare il co-sleeping: quella del bad-sharing il piccolo divide il letto insieme a mamma e papà e quella della room-sharing, genitori e piccolo dormono nella stessa stanza senza condividere il letto.
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In ogni caso entrambe le opzioni presentano dei vantaggi per il piccolo e soprattutto sul suo sonno, permettendogli di dormire meglio e fare sonni più sereni.
Ma quali sono questi vantaggi che il bambino trae dal contatto notturno?
A quanto pare il primo beneficio è tutto rivolto verso il futuro e la sua crescita: il piccolo dormendo con un costante contatto fisico o per di più cullato tra le braccia della propria mamma, da grande sarà in grado di gestire meglio lo stress e soprattutto il livello di cortisolo.
Proprio per questo motivo lasciare il bambino piangere, soprattutto nei primi mesi di vita, non è mai consigliato perché ciò può incidere sullo sviluppo di altri sistemi di neurotrasmissione.
Inoltre pare che il bambino con il co-sleeping sia più sereno perché nel letto insieme a mamma e papà fa il pieno di seratonina, l’ormone del buon umore, trasmesso proprio dai genitori.
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Il dormire insieme alla mamma migliore la qualità del sonno del piccolo, al contrario lasciarlo solo aumenta il ritmo cardiaco che può portarlo a svegliarsi più frequentemente.
Questo ha un effetto positivo anche sui genitori che non dovendo alzarsi di notte troppo spesso hanno la possibilità di godersi un sonno molto più rilassato.
Sembra che il co-sleeping riduca il rischio di morte in culla. Con accanto mamma e papà, il piccolo trascorre molto più tempo nella fase 1 e 2 del sonno Rem. In questo ciclo c’è una maggiore concentrazione di ossigeno nel sangue che rende più efficace il risveglio nel caso di sisturbi respiratori.
Dormendo insieme, l’allattamento dura di più in quanto le mamme che allattano, con più facilità, hanno la possibilità di attaccare al seno il bambino traendo benefici fisici e psicologici.
A questo è collegato il fatto che con le numerose poppate in più, le difese immunitarie aumentano, tenendo al sicuro il bambino da influenze o raffreddori.
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E voi Unimamme avete praticato il co-sleeping?
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