Per avere una relazione genitore-figlio più sana, dobbiamo abbassare i nostri standard genitoriali: i nostri figli non hanno bisogno di genitori perfezionisti.
Non è facile smettere di essere perfezionisti, ma grazie alla pandemia e allo sconvolgimento che ha portato nelle nostre vite, stress e l’incertezza, sono in tanti genitori che si sono resi conto di dover reimpostare la loro relazione genitore-figlio e costruirne una più sana e meno perfezionista.
La sofferenza e lo sconvolgimento nate da questa pandemia ci hanno fatto capire, ora più che mai, che dobbiamo abbassare i nostri standard genitoriali. Ci si aspetta troppo dai genitori e soprattutto dalle mamme e questo non è mai stato così chiaro come in questo momento che le mamme si sono ritrovate sole senza sostegno da parte delle imprese per cui lavoravano e senza sostegno da parte delle Istituzioni Pubbliche.
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Anche per i nostri figli non è stato facile, sono stati vittima di una scarsa libertà di azione e hanno visto le loro scelte di vita andare in malora. Come scrive Elissa Strauss sulla CNN “I nostri figli non hanno bisogno che li spingiamo ad essere versioni più brillanti e più meritevoli di se stessi in questo momento”. Nel suo articolo la Strauss analizza due libri scritti antecedentemente al Covid, che esaminano:
Il messaggio che si evince da questa lettura è che bisogna privilegiare la connessione alla perfezione.
Ma come evitare il perfezionismo? Judith Warner, autrice del libro “E poi hanno smesso di parlare con me: dare un senso alla scuola media“, racconta nel suo libro di non aver mai voluto come genitore spingere i propri figli ad eccellere, l’unica cosa importante è sempre stata che le sue figlie si sentissero amate e apprezzate per quello che erano. Le sue figlie oggi hanno 20 e 23 anni e nonostante gli scrupoli della madre sono cresciute ricevendo il messaggio sbagliato, che era nel mondo che le circondava, un mondo che definisce le persone in base al successo che hanno.
I figli anche se ci ascoltano riescono a vedere i nostri desideri più più veri che a volte sono inconsci, imparano molto di più dal nostro esempio di quanto non facciano da ciò che noi genitori gli diciamo e questo soprattutto all’età della scuola media, come spiega la Warner nel suo libro “Perfetta pazzia: la maternità nell’era dell’ansia” (Madness: Motherhood in the Age of Anxiety). Infatti come scrive la Warner gli adolescenti sono estremamente sensibili “al divario tra ciò che diciamo e ciò che facciamo“.
La scrittrice Megan Leahy nel suo libro “Genitori fuori dalle righe: dimentica le regole attingi alla tua saggezza e connettiti con tuo figlio”, racconta di come una volta i genitori fossero più inclini a guardare i loro figli diventare ciò che sono. Oggi i genitori vogliono trasformare i loro figli nella versione migliore di loro stessi quindi tutto ciò che i loro figli fanno è importante, dovrebbero fare tutto, farlo nel modo giusto e farlo anche spesso. In questo modo secondo la Leahy la relazione che avrebbe dovuto essere relazionale tra genitore e figlio è stata trasformata in una relazione transazionale, che purtroppo ha un impatto malsano sull’equilibrio della loro relazione.
“I nostri figli non hanno bisogno di tutta questa pressione, non dovevamo farli sentire così importanti in modi che non sono autentici“ spiega la Leahy, una pressione a diventare piuttosto che a essere, può causare molto stress nei bambini e aumentarne l’ansia e la depressione.
La pandemia ha rappresentato per molte famiglie un punto di rottura, ha saturato questa relazione e si è reso necessario un cambiamento: trovare un nuovo equilibrio che funzioni con il proprio figlio.
E’ necessario fare un passo indietro, gli adolescenti come dice la Warner ”hanno bisogno di spazio psicologico, emotivo e fisico. Senza quello spazio, non possono fare il lavoro di cui hanno bisogno per diventare quello che sono” “e non possono sviluppare le competenze di cui hanno bisogno per avere successo in qualunque cosa facciano“
Man mano che i bambini crescono, spiega la Warner, hanno bisogno che i genitori li lascino liberi di sbagliare anche se è importante che il genitore sia sempre presente a livello emotivo, non vanno assolutamente trattati come degli allievi o degli stagisti.
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Abbandonare il perfezionismo non è facile, la Leahy incoraggia i genitori a prendersi cura di loro stessi, soprattutto ora che sono particolarmente sotto stress, e a comprendere quali siano le loro esigenze. Quando avviene questo accadono cose meravigliose:
Un’altra cosa importante da fare è districare l’ego genitoriale dalle prestazioni del bambino: i figli devono sapere che sono importanti. Questo atteggiamento va esteso anche alla comunità: non va bene dire al proprio figlio di essere “gentile” e poi non invitare a casa i ragazzi di basso rango.
I nostri figli imparano molto sul modo in cui noi li vediamo attraverso il modo in cui parliamo e trattiamo gli altri bambini e anche attraverso il modo in cui trattiamo noi stessi.
Con la pandemia abbiamo avuto “l’opportunità di vedere davvero cosa illumina i nostri figli“ secondo la Leahy e abbiamo avuto l’opportunità come genitori di vedere cosa illumina noi e come vogliamo che sia il nostro tempo insieme ai nostri figli, basta ascoltare.
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