Un team di ricerca italiano ha scoperto che tramite un “naso elettronico” è possibile individuare il tumore all’ovaie. Una svolta sensazionale.
A quanto pare una ricerca tutta italiana ha fatto una scoperta sensazionale. Il tumore alle ovaie è una grave malattia che ad oggi colpisce moltissime donne, ma la cui scoperta avviene un pò troppo tardi per garantire – in alcune di queste – delle cure soddisfacenti.
Infatti una delle problematiche di questo cancro è proprio questo che viene scoperto più tardi del solito sia a causa dei pochi controlli a cui si sottopongono le donne sia perché, per scoprirlo, sono necessari degli esami più approfonditi a cui non tutte provvedono. In un articolo precedente, però, abbiamo parlato su come sia possibile riconoscerlo.
Purtroppo nel caso in cui si riesca a sopravvivere alla malattia, la capacità di una donna nel rimanere incinta viene altamente compromessa e molto spesso non è più possibile avere figli.
A questo, infatti, si può collegare un altro tipo di cancro che molto spesso si sottovaluta che è quello al collo dell’utero e che si potrebbe sviluppare dopo aver contratto il papilloma virus – a causa di ciò si sono diffuse una serie di campagne con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sia femminile sia maschile e ricorrere al vaccino.
Per quanto riguarda il tumore all’ovaio, invece, la ricerca è stata condotta dall’Istituto nazionale dei Tumori di Milano in collaborazione con l’Università statale di Milano e lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cancers.
Il tumore all’ovaio si scopre dal respiro: il nuovo test
La ricerca pare che abbia individuato, tramite un naso elettronico, la presenza di alcune sostanze tipiche del tumore all’ovaio semplicemente attraverso il respiro delle donne che sono state sottoposte alla sperimentazione.
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Ecco che cosa ha detto il dottore Francesco Raspagliesi, prima firma della ricerca, intervistato da Adnkronos: “La presenza del tumore determina modificazioni di tutta una serie di processi metabolici, a cui segue il rilascio di sostanze volatili organiche. Sono in pratica tracce della presenza della malattia e sono contenute nel respiro sotto forma di molecole volatili. Il naso elettronico ha permesso di cogliere la presenza di alcune di queste sostanze nel respiro delle donne malate, che vengono così identificate rispetto ai controlli sani. Questi risultati sembrano indicare una linea di ricerca assai promettente per una futura possibile diagnosi precoce di questi tumori e ci spingono a proseguire con ulteriori studi”.
Lo studio è stato svolto su 251 donne suddivise in tre gruppi ed è durato all’incirca 13 mesi. Nel primo gruppo di donne facevano parte coloro che presentavano il carciroma ovarico ed in tutto erano 86, nel secondo gruppo – composto da 51 donne – la diagnosi era di masse benigne, nel terzo gruppo, invece, le 114 donne erano tutte sane.
Il test veniva fatto dalle 7 alle 7,30 del mattino a digiuno. Alle pazienti e al gruppo di controllo veniva chiesto di respirare lentamente in un boccaglio, in modo tale che la sacca riuscisse a inglobare anche il respiro alveolare, cioè la porzione del respiro che può contenere le sostanze volatili organiche che segnalano la presenza del tumore.
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Sempre Raspagliesi ha dichiarato: “I risultati della ricerca sono promettenti perché il test ha discriminato le pazienti affette da carcinoma ovarico dai controlli sani. Ci suggeriscono dunque che l’e-nose potrebbe essere una tecnica utile e non invasiva per la diagnosi del tumore dell’ovaio”.
Il risultato, quindi, è parecchio sorprendente perché in base ai dati dell’Associazione italiana di oncologia (Aiom), nel 2016 sono stati registrati 5200 nuovi casi di carcinoma ovarico, numeri che sono destinati ad aumentare nel 2020, attendendone circa 5339.
Il rischio di morire a causa di questa malattia per il momento è di una donna su 74 e una su 139, con una sopravvivenza a cinque anni nettamente diversa in base allo stadio della malattia: se la malattia è al primo stadio, il 90% delle pazienti riesce a sopravvivere, mentre i numeri scendono quando il cancro si trova già al terzo e quarto stadio, arrivando a toccare percentuali del 15-20%.
Dunque il risultato di questa ricerca è fondamentale perché al momento non ci sono metodologie con un’elevata affidabilità per la diagnosi e per lo screening. Mentre con il “naso elettronico” si punta ad arrivare ad una specificità molto alta, vicina al 100%.
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E voi unimamme ne avevate sentito parlare?
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