Le regole per le mascherine a scuola: quelle chirurgiche sono da preferire a quelle in tessuto? Alcune sono vietate? Rispondono gli esperti.
Mentre si avvicina il rientro a scuola per bambini e ragazzi italiani, fervono i preparativi per mettere in sicurezza aule e spazi comuni negli istituti, disporre i banchi e adottare tutte le precauzioni di prevenzione dei contagi da Covid-19.
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C’è confusione e apprensione tra i genitori dei bambini e ragazzi che dovranno tornare sui banchi il 14 settembre. Ancora non si conosce bene come verrà assicurato il distanziamento, la misura più importante ma anche la più difficile da osservare nei luoghi condivisi da molte persone. I banchi dovrebbero essere singoli e lontani almeno un metro l’uno dall’altro. Più difficile rispettare questa misura di precauzione all’entrata e all’uscita da scuola, per cui comunque sono previsti ingressi e uscite di studenti a scaglioni, e soprattutto negli spazi comuni: bagni, corridoi, atri, palestre. Là dove il distanziamento non sarà possibile, bambini e ragazzi dovranno indossare la mascherina chirurgica. Anche in classe, seduti al banco, se non sarà garantita la distanza di un metro.
Il Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza (CTS) ha precisato nel verbale n.100 della riunione del 12 agosto 2020 che a scuola nelle situazioni in cui non sia possibile garantire il distanziamento fisico, sarà necessario l’utilizzo della mascherina per gli studenti di età superiore a 6 anni.
La mascherina da indossare a scuola è quella chirurgica che sarà fornita direttamente dagli istituti a studenti, insegnanti e personale scolastico. Il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ha disposto la fornitura di 11 milioni di mascherine al giorno alle scuole italiane.
Era stata sollevata la questione se le mascherine da indossare a scuola dovessero essere solo quelle chirurgiche, fornite dalla scuola, o se bambini e ragazzi potessero portare mascherine in tessuto da casa. Ora un membro del CTS ha spiegato al quotidiano Il Messaggero che vanno bene anche quelle di stoffa, personali e lavabili, che gli studenti potranno utilizzare quando per qualsiasi motivo quelle chirurgiche non fossero disponibili. In questo caso le famiglie dovranno avere cura di lavare e disinfettare ogni giorno le mascherine di stoffa indossate a scuola dai figli.
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Comunque, a scuola ha sempre la priorità la mascherina chirurgica, consegnata dalle scuole dal governo. L’utilizzo di mascherine personali e di comunità è consentita dunque solo in via eccezionale, in mancanza di quelle chirurgiche. Questa eccezione, poi, vale per bambini e ragazzi ma non per il personale scolastico e gli insegnanti, che invece dovranno utilizzare le mascherine chirurgiche in dotazione alle scuole. Il motivo per cui le mascherine chirurgiche sono da preferire è che sono uguali per tutti e sono prodotte per proteggere dalla trasmissione di infezioni respiratorie. Quelle personali potrebbero essere non altrettanto sicure.
Come abbiamo detto, le mascherine in classe, mentre si è seduti durante le lezioni, possono essere tolte, vanno invece indossate quando non è possibile osservare la distanza di un metro e quando ci si sposta all’interno della classe. Invece è obbligatorio indossare le mascherine quando gli studenti si trovano negli spazi comuni: nei corridoi, negli atri, quando si entra a scuola e quando di esce
Infine, nel caso in cui in una classe dovesse essere trovato un caso di positività, il soggetto positivo, studente o insegnante che sia, va isolato. In questo caso anche la classe potrà essere messa in quarantena o la scuola chiusa, come già avvenuto in altri Paesi dove le scuole sono state già riaperte. Come nel caso della Germania di cui vi abbiamo già riferito. “L’importante è che si riesca a essere tempestivi negli interventi per circoscrivere il cluster ed evitare che il virus si trasmetta velocemente e finisca fuori controllo”, ha spiegato il membro del CTS al Messaggero.
Proprio in vista del rientro a scuola, i pediatri italiani della Sipps, Società italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, avevano sottolineato l’adozione di importanti misure di contenimento e prevenzione dei contagi: 30 milioni di tamponi, corridoi alternativi per il triage iniziale e soprattutto il rafforzamento della medicina territoriale
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