Da diverso tempo si sente parlare di adozione a distanza. Ma come funziona? E quali pratiche bisogna mettere in moto per attuarla?
L’adozione è una scelta importante e piena di significato. Ci sono molte coppie che ricorrono a questo istituto per vari motivi da chi non ha la possibilità di diventare genitore naturalemente, ma vuole comunque vivere questa esperienza a chi vuole allargare la famiglia, donando a un bambino o un ragazzo, proveniente da altre situazioni e culture, di vivere una vita normale, a chi invece vuole aiutare economicamente anche solo da lontano una famiglia o un minore.
In un articolo precedente abbiamo affrontato il discorso su come prepararsi all’arrivo del minore a casa, una volta adottato. L’istituto dell’adozione è, almeno in Italia, un percorso tortuoso e molto complicato. Le coppie che lo intraprendono sono costrette a seguire una serie di passaggi burocratici lunghi ed estenuanti, per non parlare delle spese economiche che sono sempre più cospicue.
Infatti negli ultimi anni le coppie che si sono inoltrate nella procedura sono sempre meno sia a causa di questi fattori, sia a causa del fatto che, nel caso di adozioni internazionali, i cavilli da superare spesso sono molto complicati.
Perciò molte famiglie che hanno il desiderio di diventare genitori si affidano ad altre cure: c’è chi prova con l’affidamento, anche se temporaneo, c’è chi invece ricorre alla medicina nella speranza di avere un bambino proprio, ma non sempre funziona.
Parallela a queste istutizioni, c’è l’adozione a distanza che in realtà non si può definire una vera e propria adozione.
In realtà, l’adozione a distanza è più che altro un sostegno a distanza. Nel senso che la famiglia, il single, la coppia che intraprende questo percorso non deve seguire nessun tipo di lunga procedura burocratica e cavilli infiniti.
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Per farla ci si affida alle ONG, alle ONLUS o alle associazioni no profit e purtroppo spesso è capitato che si trattasse di truffe.
Per questo motivo va scelto con cura, l’istituto a cui ci si affida onde evitare che i propri soldi vadano a finire altrove.
Sostanzialmente con l’adozione a distanza si mantiene un bambino o un ragazzo in un parte del mondo che vive in grandi difficoltà economiche, cosa che non gli consente di studiare, di curarsi e in alcuni casi di mangiare.
Questo tipo di sostegno può essere destinato non solo a un minore, ma anche ad un’intera famiglia in modo tale da supportarla economicamente.
L’associazione, quindi, attraverso cui si fa la donazione deve garantire che questa arrivi interamente al minore o alla famiglia scelta e che userà a sua volta la somma per fronteggiare tutte le spese: educazione, sanità, cibo, vestiario.
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Dunque l’adozione a distanza è un vero e proprio sostegno economico, ma dal punto di vista giuridico non ha nessun effetto: il minore o la famiglia a cui si invia il denaro non diventa legalmente parte della famiglia o del single che invia l’aiuto.
Per questo, infatti, può essere portata avanti anche da una persona single, perché non sono necessari tutti i vincoli di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo, nel caso si voglia intraprendere un’adozione.
Si tratta, quindi, di un sostegno umanitario che ha lo scopo, tramite la ONLUS o la ONG scelta di risollevare le sorti economiche di una famiglia o un minore. Perciò i soggetti a cui è destinato si trovano in Paesi devastati dalla guerra, dalla fame e da altre problematiche.
Se si è intenzionati a procedere con l’adozione a distanza è necessario prima di tutto informarsi sull’associazione a cui ci si vuole rivolgere, per evitare spiacevoli sorprese in futuro.
Infatti è importante che la ONLUS fornisca dei materiali attraverso i quali ci si possa mantenere in contatto con i destinatari del sostegno: come foto, report periodici, chiedere se c’è la possibilità di recarsi sul luogo, controllare la trasparenza del bilancio sociale dell’associazione.
Insomma, piccoli accorgimenti che vi possono salvaguardare da eventuali truffe.
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E voi unimamme avevate mai sentito parlare di adozione a distanza?
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