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Rientro a scuola, quando mandare o no i bambini? Sintomi da osservare

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Valentina Crea

Anche se le scuole sono iniziate ci sono ancora qualche dubbio sopratutto sui sintomi da osservare. Per gli studenti oggi il rientro a scuola sarà diverso.

Foto da Pixabay

Oggi molti studenti italiani sono tornati a scuola dopo la lunga ed improvvisa chiusura che è avvenuto tra fine febbraio ed inizio marzo a seguito della pandemia mondiale. Un rientro in classe molto particolare con ancora tante cosa da definire e tanti dubbi.

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Sopratutto negli ultimi giorni sono stati diversi gli esperti che hanno dato il loro parere su alcuni punti molto importanti che riguardano il rientro a scuole in sicurezza, sia per gli studenti e sia per il personale scolastico, docenti e non. Ci sono delle indicazioni che sono arrivate anche da Ministero della Salute.

Rientro a scuola | Quando tenere a casa i bambini? Le indicazioni sui sintomi

Foto da instagram di @robivil

Gli studenti che in queste ore sono tornati sui banchi di scuola, troveranno una scuola diversa da quella che hanno lasciato a marzo a seguito delle varie regole che sono state messe in atto nell’era covid.

Per far si che non aumentino i contagi e che non ci sia un nuovo lockdown, è importante saper riconoscere i sintomi della malattia per poter rimanere a casa e non portare o mandare i nostri figli a scuola. Sappiamo che i sintomi sono molto simili a quelli dell’influenza, ma è importante sapere quando dobbiamo tenere i bambini a casa per evitare possibili contagi.

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In auto arriva la giornalista laureata in Medicina e Chirurgia, Roberta Villa, che attraverso le sue stories su Instagram ha voluto spiegare ai genitori su cosa si intende per sintomi.

Ecco quali sono i sintomi con i quali non si esce di casa e si deve contattare il medico (pediatra):

  • Febbre (“senza fossilizzarsi sulla soglia dei 37.5”)
  • Tosse
  • Mal di gola
  • Perdita improvvisa dell’olfatto o diminuzione dell’olfatto
  • Perdita del gusto o alterazione del gusto

Ci sono poi dei sintomi che sono più comuni negli adulti che nei bambini, ma, come ricorda la Villa, sono “sintomi di una malattia infettiva che non dobbiamo rischiare di trasmettere“.

Per controllare il rischio di contagio si deve, sempre secondo la Villa:

  • ridurre il numero di contatti stretti a una cerchia di amici abbastanza limitata (non c’è un numero preciso),
  • frequentare una cerchia più ampia con le giuste precauzioni: distanza, mascherine, niente baci ed abbracci,
  • fare attenzione ai nonni, soprattutto quelli più fragili, che devono rinunciare a baci ed ad abbracci. A tavola stare seduti lontani e vederli , ma con mascherine e cautela.

Inoltre si ricorda che non esiste una regola precisa, ma che bisogna vedere caso per caso, valutando:

  • circolazione del virus nella propria zona
  • eventuale fragilità dei componenti della famiglia
  • necessità logistiche
  • la propria “predisposizione al rischio
Foto da instagram di @robivil

Anche il professore Alberto Villani dell’Ospedale Bambino Gesù ribadisce che il problema principale nasce dal fatto che i “sintomi con cui si manifesta l’infezione da SARS-CoV-2 sono comuni a tutte le infezioni respiratorie e in particolare alle forme influenzali e non è possibile fare diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 solo in base ai sintomi clinici”.

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Il professore, come riportato anche da il Sole 24 ore ribadisce che: “Anosmia e ageusia (mancanza di olfatto o del gusto) costituiscono segnali abbastanza tipici della malattia perché sono rarissime le altre situazioni in cui questo si verifica“.

Voi unimamme eravate a conoscenza di queste informazioni? i vostri figli hanno iniziato?

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Valentina Crea

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