Rientro a scuola in Italia e problema banchi: le soluzioni più creative adottate. Cosa bisogna sapere.
Come c’era da immaginarsi, il rientro a scuola in Italia non è stato uguale per tutti. Ci sono stati istituti subito pronti e organizzati per tempo altri invece con qualche difficoltà e gli arredi ancora non pronti. In diverse scuole mancano ancora i banchi, che comunque sono in consegna e se non dovessero arrivare in questi giorni arriveranno nei prossimi. “Entro fine ottobre saranno distribuiti agli istituti scolastici 2 milioni di banchi monoposto e 400mila sedute innovative“, ha fatto sapere Palazzo Chigi in una nota. Nel frattempo
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Nel frattempo, alcune scuole si sono adeguate in modo creativo, non senza qualche polemica. Ecco cosa è successo e le soluzioni messe a punto dalle scuole.
Che il rientro a scuola non sarebbe stato uguale per tutti era cosa risaputa. In Italia sappiamo che le scuole hanno tanti problemi, specialmente nelle zone più difficili del Paese, ma ci sono anche delle eccellenze a livello europeo e perfino mondiale. Così mentre le scuole più all’avanguardia sono arrivate preparate all’appuntamento del 14 settembre, al suono della prima campanella del nuovo anno scolastico, altre hanno faticato di più e si sono dovute adeguare a soluzioni creative. I problemi maggiori si sono avuti con la fornitura dei banchi, che ancora non sono arrivati in tutte le scuole. Gli arredi scolastici, infatti, hanno dovuto subire un cambiamento drastico e i banchi in particolare. Bambini e ragazzi non possono stare più seduti vicini, per via del distanziamento fisico imposto dalle misure di sicurezza sanitaria anti-Covid-19. Niente più banco condiviso con il compagno. Ogni allievo avrà il suo banco singolo che viene posizionato alla distanza di almeno un metro dagli altri.
Alcune scuole hanno i banchi singoli in legno e metallo, altre invece hanno adottato i tanto discussi banchi in plastica con le rotelle. La scelta dipende dalle singole esigenze degli istituti ed è concessa dall’autonomia scolastica. I banchi sono stati acquistati in parte dal Governo con un bando europeo da 2 milioni di euro e rinetrano in quelle misure straordinarie prese per la scuola. I tempi di distribuzione, tuttavia, dipendono dalle domande presentate dalle Regioni. In alcune regioni come Lazio, Campania e Sicilia, la richiesta dei nuovi banchi rispetto al numero degli studenti è stata molto superiore alla media, come ha spiegato il commissario all’emergenza Domenico Arcuri. Pertanto i nuovi banchi saranno distribuiti più gradualmente in queste regioni, con consegne in tre tempi: a settembre, tra settembre e ottobre ed entro ottobre. Ecco spiegato il motivo per cui alcune scuole, in particolare al Centro Sud, ne sono ancora sprovviste.
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In alcune scuole di Roma, per il momento i ragazzi dovranno indossare la mascherina anche durante le lezioni, mentre sono seduti ai vecchi abnchi, non essendoci ancora sufficiente distanziamento. In altre scuole, in attesa dei nuovi banchi, hanno organizzato aule all’aperto, finché il tempo lo consente. In altre scuole sono passate a una pratica soluzione fai da te: quella di tagliare il banco in due il banco biposto. Come riporta il Corriere della Sera nell’edizione di Roma.
Altre scuole con maggiori dotazioni, invece, hanno provveduto direttamente all’acquisto dei banchi e quelle che si sono mosse per tempo hanno già avuto la loro fornitura, come l’Istituto Comprensivo Daniele Manin di Roma, una scuola d’eccellenza molto ambita.
Una soluzione originale e molto popolare che è stata al centro delle discussioni già da questa estate è quella chiamata “metodo Cuba“. Si tratta di un utilizzo diverso del classico banco a due posti, con un bambino posizionato sul lato lungo del banco e uno su quello corto, di lato. Forse non comodissima come soluzione ma sicuramente pratica e soprattutto a costo zero. Diverse scuole italiane, soprattutto primarie, sono state costrette a disporre gli allievi in questo modo, in attesa dei nuovi banch monoposto. È successo a Roma, in diverse scuole primarie, come hanno raccontato diverse mamme e anche in alcuni licei della Capitale. Lo riporta l’agenzia Agi. Anche disposti secondo il “metodo Cuba”, tuttavia bambini e ragazzi devono comunque indossare la masherina durante le lezioni, perché in questo modo non è ancora assicurato il distanziamento di almeno un metro.
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Infine, la mancanza dei banchi per il primo giorno di scuola ha dato seguito a un’altra soluzione creativa, anche se soluzione proprio non è, piuttosto una situazione temporanea. I bambini avendo solo le sedie a disposizione, si sono seduti o inginocchiati sul pavimento e hanno usato la seduta della sedia come banco per disegnare. È accaduto in una scuola primaria di Genova e il fatto ha scatenato polemiche a livello nazionale, dopo che le foto con i bambini a terra appoggiati alle sedie usate come banchi sono state pubblicate sui social dal presidente della Regione Liguria, Toti, che accusava la ministra dell’Istruzione Azzolina di inefficienza.
In realtà, come hanno spiegato subito dalla scuola, la Maria Mazzini dell’Istituto Comprensivo Castelletto, le famiglie erano a conoscenza che i banchi singoli non sarebbero stati ancora disponibili il primo giorno di scuola, ma sarebbero arrivati l”indomani. Il primo giorno di scuola è stato solo un giorno di festa, in cui i bambini più che fare attività didattica, hanno socializzato e giocato. La foto che li ritrae in ginocchio per terra mentre disegnano sulle sedie è solo un momento della mattinata, che hanno trascorso “sereni e in libertà“, come ha precisato il il dirigente scolastico, prof. Renzo Ronconi. La foto che ritrae i bambini è stata scattata in un momento di “ingenuità da parte dell’insegnante”, che in realtà voleva solo mostrare ai genitori che tutto stava andando bene. I bambini avranno presto i loro banchi e tutto si svolgerà regolarmente. Solo nei primi due giorni sono andati a scuola senza e solo per due ore alla mattina.
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