Alla riapertura delle scuole ci sono ancora molte difficoltà, come la mancanza di docenti.
Unimamme, mentre l’attenzione è concentrata sui banchi, la scuola, alla sua riapertura dopo 6 mesi di pausa, deve affrontare problemi ben maggiori.
Come dicevamo, nonostante l’attenzione mediatica si sia concentrata sui banchi e sulle soluzioni adottate per rimediare al mancato arrivo di quelli nuovi, la scuola deve affrontare sfide ben più grandi, come la mancanza di docenti. A mancare all’appello infatti sono 260 mila supplenti.
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Il 14 settembre, grazie all’impegno di presidi e personale scolastico sono ripartite poco più della metà delle scuole italiane. Per la precisione: 4,5- 5 milioni di alunni su un totale di 8,3. Mancano però gli insegnanti, sia di ruolo che di supplenza. I docenti che vanno in pensione vengono sostituiti con lentezza, mentre i precari si stanno ribellando per difendere il loro punteggio da graduatorie per supplenze piene di errori. Per questo stanno picchettando i provveditorati e chiedono scelte fatte in presenza, perché non si fidano.
Addirittura, in alcuni licei, a causa di questa situazione, è stato messo in atto un orario ridotto: 9-11 e le cattedre mancanti, per il momento, vengono supplite da insegnanti di religione. La ministra Azzolina però assicura: “Abbiamo nominato settantamila supplenti, entro il 24 settembre avremo tutti in cattedra”. Continuano a mancare, però, tra i 140 mila e i 190 mila docenti.
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Innanzitutto su 84.808 insegnanti finanziati dal governo per un’assunzione in cattedra ne sono stati stabilizzati solo 24.400. Sono il 28% a fronte del 48% dell’anno scorso. Passiamo agli insegnanti che hanno ottenuto il pensionamento il 1 settembre scorso: questi sono 39 mila. I precari Covid, che possono essere licenziati in caso di un nuovo lockdown sono all’incirca tra i 50 mila e i 60 mila. “Secondo le nostre stime saranno 260.000 i supplenti della stagione, sarà questo il fabbisogno minimo per garantire il tempo scuola“ ha dichiarato Pino Turi, segretario della Uill.
La Cisl invece segnala minimo 212 mila docenti a tempo determinato che devono essere trovati. Inoltre a tutti questi conteggi bisogna aggiungere i lavoratori fragili, cioè i docenti di ruolo che hanno numerose patologie e che per un anno si assenteranno. Secondo le stime della Cgil stiamo parlando, in questo caso, del 3-5% di tutto il personale (tra i 24 mila – 40 mila insegnanti), tra questi 212 mila – 260 mila un quarto sono docenti di sostegno. Solo qualche giorno fa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva sottolineato come a pagare il prezzo più alto della chiusura delle scuole siano stati gli alunni con disabilità.
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Anna Maria Santoro della FLC CGL è molto critica nei confronti della Ministra Azzolina. Secondo lei le graduatorie online e la chiamata veloce hanno solo rallentano le procedure. La situazione è drammatica in diverse regioni. In Lombardia, secondo la direttrice generale dell’Ufficio scolastico, Augusta Celada bisogna riempire ancora 15 mila posti su 19.500. Per riempire i vuoti di queste settimane si dovrà ricorrere a supplenze a breve. In Piemonte mancano 20 mila ruoli, in provincia di Firenze nessuna scuola è iniziata con l’orario pieno e cattedre coperte.
Ci sono ancora 2 mila supplenze da assegnare e 473 posti Covid. Francesco Sinopoli, segretario Flc Cgil accusa: “La verità è che se il ministero avesse fatto le assunzioni per titoli in estate, oggi avrebbe trentaduemila insegnanti già a disposizione. Con il concorso straordinario di fine ottobre li avrà solo per il prossimo anno”.
Unimamme, voi cosa ne pensate della situazione caotica descritta su Repubblica?
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