“La scuola non può essere un reparto Covid”: l’allarme di Daniele Novara

A causa del Covid molte scuole stanno esagerando  nell’applicare in maniera assolutamente arbitraria le indicazioni degli organi preposti, denuncia il pedagogista Daniele Novara che ritiene che a scuola la paura non debba assolutamente prendere il sopravvento.

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Ritorno a scuola: la paura non prenda il sopravvento | Universomamma.it (fonte: adobe)

Secondo Daniele Novara, famoso pedagogista e autore di diverse pubblicazione, nonché fondatore del centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, CPPP, occorre fare un passo indietro e pensare ai principi base della relazione educativa. Secondo Novara infatti molte scuole stanno esagerando sfruttano le norme sull’autonomia per applicare in maniera assolutamente arbitraria e controproducente le indicazioni degli organismi preposti.

La paura a scuola non va bene: il parere di Daniele Novara

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Ritorno a scuola: la paura non prenda il sopravvento | Universomamma.it (fonte: adobe)

Tutto questo sta portando a una restrizione di ogni forma di movimento, a una didattica unicamente frontale e trasmissiva, e alla restituzione delle manifestazioni ludiche da parte degli alunni. Secondo Novara la scuola non può essere trattata come un sanatorio o gestita come un reparto Covid, occorre che il governo richiami queste scuole all’attenzione nei confronti degli alunni e delle famiglie perché è un diritto del bambino giocare, muoversi e socializzare così come l’insegnamento lo è per gli insegnanti.

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La scuola è giusto che venga percepita dagli alunni come un luogo di rinascita, di apprendimento, essere costretti a stare al banco o avere segnali su pavimento come se ci fossero pericoli di morte è eccessivo. Secondo Novara il caso più eclatante è quello dei nidi e delle materne per le quali non sono previste giustamente le mascherine per i bambini ma sono previste per le maestre. Scelta dannosa secondo i basilari della relazione educativa: come incontro tra educatori e bambini che si struttura sulla base del volto umano che dà sicurezza al bambino, viceversa un volto coperto da una mascherina che l’educatrice non si potrà mai togliere, impedisce ai bambini di 3-6-9 mesi di creare un legame emotivo con la figura dell’educatrice.

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Secondo Novara in nessun paese al mondo le maestre di nidi si presentano con la mascherina a scuola. Novara si chiede perché l’opinione pubblica non si sollevi dato che i bambini non rappresentano in alcun modo un pericolo per le educatrici, stando ai dati che arrivano da tutto il mondo. Secondo Novara così si rischia un cortocircuito tra il mondo dell’infanzia e quello degli adulti che non riesce più a comprendere i bisogni dei piccoli e che conta in modo ossessivo su temi di sicurezza che non hanno un riscontro scientifico.

E’ necessario secondo l’esperto che al più presto ci sia una correzione di questo metodo e che si impedisca ai bambini di vivere con alienazione un luogo come quello del nido e delle scuole dell’infanzia.

I volti ”devono tornare incontrarsi: quelli dei bambini verso le loro educatrici e quello delle giocatrici verso loro bambini. Questo è la scuola! Questi sono da sempre gli asili nido. Il contrario è una variante dispotica che non sa riconoscere i bisogni e diritti dei bambini a vivere questi luoghi come spazi di libertà, di accoglienza, di ascolto e di benessere.

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@adobestock

Care unimamme, voi cosa ne pensate delle considerazioni su Daniele Novara, pedagogista riportate sul portale centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti e pubblicate da Avvenire.

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