Il test di gravidanza è un metodo veloce per capire se si è rimaste incinte o meno. Ma come funziona? E quando è meglio farlo?
Non sempre quando si è incinte si capisce subito se lo si è o meno, certo il corpo invia dei segnali d’allarme come la nausea, la stanchezza, il vomito mattutino, ma non tutte le donne presentano gli stessi sintomi, come si è già visto n un articolo scritto in precedenza.
Per scoprire se si aspetta un bambino esistono due metodi: il test di gravidanza con un kit a uso domestico e l’esame del sangue.
Come facilmente si immagina il secondo è necessario farlo comunque per un ulteriore conferma. In ogni caso, in entrambi i metodi si rivela la presenza della gonadrotopina corionica umana, cioè il beta-HCG, un ormone materno prodotto durante la gravidanza.
Questo può essere rilevato attraverso l’urina o il sangue una settimana circa dopo il concepimento.
Di conseguenza l’ormone è rilevabile solo se il concepimento si è verificato perché prodotto da quelle cellule pre-embrionali che danno origine alla placenta.
Il test delle urine dà un responso qualitativo, dicendo solo se si è incinte o meno; mentre il test del sangue consegna una risposta quantitativa perché indica la precisa concentrazione dell’ormone.
Il test di gravidanza ad uso domestico è di facile reperibilità: si trova nelle farmacie, nei supermercati più forniti e anche online.
Ovviamente per nessuno di questi tre posti è necessario avere la ricetta medica.
Ogni test contiene delle istruzioni dettagliate sul suo funzionamento e al suo interno sono presenti uno o due stick con una striscia reattiva da tenere per pochi secondi sotto il flusso dell’urina o immergendolo all’interno di un bicchiere che la contiene.
Nel giro di pochi minuti, 3-4, lo stick rivelerà il responso in base alla presenza o meno del beta-HCG. Ogni stick ha un modo diverso per mostrare il risultato: le due famose lineette, il segno “+”, un sorriso o una scritta.
Test di gravidanza: come funziona e quando farlo
Ma quando è il momento migliore per eseguire un test di gravidanza? Il tutto dipende dal proprio ciclo.
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Se si ha un ciclo regolare da sempre, è possibile effettuarlo fin dal primo giorno di ritardo delle mestruazioni. Non dimentichiamoci però che esistono vari motivi per cui il ciclo ritarda, tra questi può configurare un forte stress o un’alimentazione sbagliata, che possono essere le cause anche di una fertilità ridotta.
Ma ovviamente se si ha qualche dubbio a riguardo, è bene sottoporsi a un test che, si ricorda, non ha un esito veritiero se fatto subito dopo il rapporto.
Inoltre dal momento che non tutte le donne hanno un ciclo regolare, il consiglio è quello di aspettare dai 5 ai 6 giorni di ritardo mestruale prima di fare il test.
Anche se il test è stato effettuato correttamente è bene, dopo qualche giorno, farne un altro per avere la certezza del risultato, tanto che spesso nelle confenzioni si trovano due stick.
Ma durante la giornata esiste un momento ideale per sottoporsi al test?
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La risposta è no, perché ormai questi dispositivi hanno una sensibilità molto elevata, tale che possono rilevare anche presenze basse dell’ormone beta-HCG.
Di certo se si vuole essere sicure al cento per cento, al mattino è il momento migliore per farlo perché le concentrazioni di ormoni nelle urine è molto più elevata, per questo è meglio anche non bere molta acqua.
Teoricamente questi test sono affidabili al 90%, ma esistono casi in cui sebbene la fecondazione sia avvenuta il risultato del test è negativo. Si tratta di un falso negativo, ma perché avviene? Nella maggior parte dei casi si verifica perché il test è stato effettuato troppo precocemente, perché è scaduto, difettoso o se vengono fatti degli errori procedurali.
Ci sono casi in cui, anche se molto più rari, il test dia un risultato positivo, anche se non è così.
Il falso positivo può dipendere da una serie di fattori come assunzione di farmaci, presenza di sangue nelle urine, cisti ovariche o un’infenzione in corso.
In ogni caso l’esame del sangue è quello che dà la certezza assoluta e in caso di dubbio è bene recarsi in clinica.
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E voi unimamme che metodo avete utilizzato?
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