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Allattamento: 21 miti da sfatare

Published by
Gaia Fabbrini

Vediamo quali sono i miti da sfatare sull’allattamento, che resistono nel tempo e ai quali non bisogna dare credito.

Allattamento: 21 miti da sfatare | Universomamma.it (fonte: adobe)

Il latte materno ha tutti i nutrienti di cui il neonato ha bisogno e lo protegge anche dalle malattie più comuni favorendone lo sviluppo sensoriale e cognitivo. In Italia sono sempre di più le donne che allattano al seno, ma c’è ancora molto da fare per dare luce a questo alimento naturale e sostenibile. L’allattamento però è anche uno di quegli argomenti su cui si dice un po’ tutto e il contrario di tutto. Vediamo quali sono i miti da sfatare.

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Un insieme di regole destinate alla donna che allatta si è sviluppato nel corso dei secoli ed è giunto fino ai nostri giorni. Se questo insieme di regole poteva trovare, in tempi passati, fondamento nelle condizioni di vita della donna di allora, ora ha perso di significato. Nonostante pediatri, esperti, personale medico di tutto il mondo cerchino di incentivare questa pratica che tutti riconoscono utile e sana e di fare chiarezza, continuano a sopravvivere alcune malevoli credenze. Vediamo quali sono i miti da sfatare.

Miti da sfatare

Allattamento: 21 miti da sfatare | Universomamma.it (fonte: adobe)

mito 1 – allattare frequentemente riduce la produzione di latte.

E solo quando la mamma permette al bambino di poppare quando vuole e quanto vuole che la produzione del latte materno arriva al suo punto ottimale. Il riflesso di emissione funziona molto meglio se la produzione di latte è buona, e questo avviene quando si allatta a richiesta.

Mito 2 – una mamma ha bisogno di allattare solo da quattro / cinque volte al giorno per mantenere una buona produzione di latte.

Le ricerche dimostrano che se una mamma immediatamente dopo che ha partorito allatta suo figlio con una media di 9/10 volte al giorno, nelle prime due settimane di vita del neonato, la sua produzione di latte sarà maggiore. Questo porterà

    • il bambino ad acquistare più peso
    • la mamma più tranquilla a continuare l’allattamento
    • ad allungare l’allattamento

È stato anche dimostrato che la produzione di latte è legata alla frequenza delle poppate e che quindi se le poppate diventano meno frequenti o più corte il latte diminuisce.

Mito 3 – i bambini riescono ad ottenere tutto il latte di cui hanno bisogno nei primi cinque minuti della poppata

Questo può essere vero per i bambini più grandi ma non è una regola fissa per tutti i bambini. Comunque per i neonati che stanno imparando a poppare e non sono così efficienti come un bambino più grande, ci vuole più tempo. Tra l’altro la quantità di latte ingerito dal neonato dipende anche dal riflesso di emissione della madre;  meglio far succhiare il bambino finché non mostra segni di sazietà, come ad esempio, quando si stacca spontaneamente dal seno.

Mito 4 – una mamma che allatta deve distanziare le poppate per dare tempo ai seni di riempirsi.

Ogni coppia madre-figlio è unica e il corpo della donna produce continuamente latte. Il seno funziona così:

  • più è vuoto e più il corpo lavora per riempirlo
  • più è pieno e meno produzione di latte ci sarà

Se una mamma aspetta sempre di avere il seno pieno di latte prima di allattare, il suo corpo può ricevere il messaggio che sta producendo troppo latte.

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Mito 5 – a otto settimane di vita i bambini hanno bisogno solo di sei / otto poppate al giorno, tre mesi di cinque / sei poppate, a sei mesi non più di quattro / cinque poppate.

Assolutamente sbagliato perché la frequenza delle poppate di un bambino dipende

    • da quanto latte produce la madre
    • dalla capacità del suo seno di immagazzinarlo
    • da quanto il bambino deve crescere: infatti i bambini sono soggetti a cambiamenti temporanee nelle loro abitudini, quando sono malati o hanno degli scatti di crescita.

Non dimentichiamo che verso la fine della poppata il latte diventa più calorico quindi imporsi delle regole sulla frequenza e la durata della poppata può portare ad ingurgitare troppe poche calorie.

Mito 6 – è la quantità di latte che il bambino ingerisce che determina la durata della pausa tra una poppata e l’altra, non ha importanza se il latte sia materno o artificiale.

I bambini allattati al seno svuotano lo stomaco più facilmente di quelli nutriti con latte artificiale, che impiegano ben quattro ore contro un’ora e mezza del bambino che prende latte materno; quindi non può non essere importante il tipo di latte che ingerisce il bambino.

Mito 7 – non svegliare il bambino che dorme.

I neonati non sempre si svegliano quando dormono se sono affamati, quindi a volte è necessario svegliarli per farli mangiare almeno otto volte al giorno. Anche se di solito quando hanno fame si fanno capire la loro sonnolenza può essere dipesa

    • da medicinali usati per il parto
    • dall’ittero
    • traumi
    • dal ciuccio
    • può essere semplicemente un neonato con scarsa iniziativa rispetto al poppare

Mito 8 – il metabolismo del bambino alla nascita è disorganizzato e ha bisogno di abitudini e orari prestabiliti.

I bambini alla nascita hanno bisogno di mangiare, hanno bisogno di dormire e anche di avere periodi di veglia non è un comportamento disorganizzato ma riflette i loro bisogni. Crescendo adattano i loro bisogni ai ritmi della vita nel nuovo ambiente bisogna dargli solo del tempo per poterlo fare.

Mito 9 – le madri che allattano devono sempre usare entrambi i seni ad ogni poppata.

Non è assolutamente vero anzi è vero il contrario visto che è importante che il bambino finisca di prendere il latte da un primo seno svuotandolo dato che è proprio nell’ultimo latte che sono contenute più calorie, anche se questo può portarlo a non attaccarsi all’altro seno. Diversamente il bambino può non sentirsi appagato e aumentare poco di peso. Nelle prime settimane di vita le mamme cercano di allattare i neonati a da entrambi i seni, per avviare meglio la produzione del latte.

Mito 10 – se un bambino non aumenta bene di peso può essere a causa della bassa qualità del latte materno.

Secondo molti studi questo non è vero. Anche donne mal nutrite sono in grado di produrre latte di qualità e quantità sufficienti per allevare un bambino in crescita. Di solito il basso aumento di peso può essere correlato ad un insufficiente assunzione di latte o a problemi di salute del neonato.

Mito 11 – la scarsa produzione di latte è causata da stress, stanchezza o una inadeguata assunzione di liquidi o cibi.

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Non c’entra assolutamente nulla la scarsa produzione di latte dipende:

    • dalla frequenza delle poppate
    • dalla suzione del neonato
    • dal suo posizionamento e attaccamento al seno, se è corretto oppure no

Mito 12 – una mamma deve bere latte per poterlo produrre.

Tutto quello di cui una madre ha bisogno per produrre latte è un’alimentazione corretta che includa verdura, frutta, cereali e proteine. Nessun mammifero beve latte per produrne, il calcio si trova anche:

    • in alimenti caseari
    • verdure verde scuro
    • semi
    • frutta secca
    • pesce

Mito 13 – la suzione non nutritiva non ha giustificazioni scientifiche.

Le mamme che hanno esperienza sull’ allattamento, sanno che i bambini possono volere attaccarsi al seno anche quando si sentono soli, spaventati o quando hanno male.

Mito 14 – la mamma non dovrebbe essere un ciuccio per il bimbo.

Consolare e soddisfare la necessità del proprio cucciolo ad attaccarsi al seno è una legge naturale. Sono i ciucci ad essere un sostituto della mamma. Altre ragioni per calmare il bimbo attaccandolo al seno sono:

    • il migliore sviluppo oro-facciale
    • l’amenorrea lattazionale prolungata
    • l’evitare la confusione tra ciuccio e seno
    • la stimolazione di un’adeguata produzione di latte

Mito 15 – la confusione tra tettarella e capezzolo non esiste.

L’alimentazione al seno e al biberon richiedono tecniche di suzione da parte del bambino assolutamente diverse. Inoltre la tettarella di gomma provoca una sovrastimolazione che i bambini possono preferire alla morbidezza del seno. Il passaggio quindi dal seno alla tettarella può sviluppare confusione nel bambino per quanto riguarda le tecniche di suzione che utilizza.

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mito 16 – l’allattamento frequente può portare alla depressione post-parto.

Si ritiene che la depressione post parto sia causata da sbalzi ormonali dopo il parto e che possa essere aumentata dalla stanchezza e dalla mancanza di sostegno, molte volte tuttavia è capitata a donne con problemi preesistenti al momento del parto.

mito 17 – offrire il seno a richiesta non facilita il legame con la madre.

La sincronia che si viene a creare tra la richiesta del bambino e l’offerta del seno della mamma porta ad un forte legame tra i due.

Mito 18 – le mamme che tengono troppo in braccio i loro bambini li viziano.

Assolutamente sbagliato anzi i bambini che sono tenuti più spesso in braccio crescono più sicuri in se stessi

mito 19 – è importante che altri membri della famiglia nutrano il bambino per poter stabilire anche loro un legame con lui.

Ci sono altri modi per stabilire un rapporto con il neonato come ad esempio tenerlo in braccio, coccolarlo, fare il bagnetto, giocare con lui, tutte cose importantissime per la sua crescita, per il suo sviluppo e per fargli costruire delle relazioni.

mito 20 – l’allattamento a richiesta ha un effetto negativo sul rapporto tra marito e moglie.

Dei genitori attenti sanno che i bisogni del neonato sono talvolta prevaricante ma anche che con il passare del tempo andranno a diminuire. Se la coppia lavora in squadra i genitori possono diventare più complici. Sviluppando insieme le proprie capacità genitoriali.

Mito 21 alcuni bambini sono allergici al latte della propria madre.

Non esiste al mondo sostanza più naturale e fisiologica che il bambino possa ingerire. Se il bambino ha delle reazioni allergiche può essere dovuto a una proteina estranea che si è introdotta nel latte e non al latte stesso; basta eliminare questa proteina dalla dieta della mamma.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unicef chiedono ai governi di proteggere e promuovere l’accesso delle donne ai servizi di assistenza per l’allattamento per sostenere questa pratica.

LEGGI ANCHE —> ALLATTAMENTO AL SENO OLTRE L’ANNO: 5 MITI DA SFATARE

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Care Unimamme cosa ne pensate di questi miti da sfatare di cui parla lalecheleague?

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Gaia Fabbrini

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