Emergenza Covid.19: vaccino antinfluenzale ai bambini: sì o no? Il parere degli esperti
Si è aperto un dibattito tra gli esperti sull’opportunità del vaccino antinfluenzale a tutti i bambini. Nei giorni scorsi abbiamo visto che da più parti è stata sollevata la questione della vaccinazione antinfluenzale il più possibile diffusa per evitare che i sintomi dell’influenza si confondano con quelli del Covid-19 e dunque per rendere più facile la diagnosi di quest’ultima malattia.
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Se è importante che il vaccino contro l’influenza sia somministrato agli anziani e ai pazienti più fragili come gli immunodepressi o le persone affette da malattie croniche, insieme agli operatori sanitari e a chi lavora a stretto contatto con il pubblico tutti i giorni, qualche perplessità invece è stata sollevata riguardo alla vaccinazione antinfluenzale pediatrica universale. In merito alcuni pediatri hanno scritto una lettera aperta.
La diffusa vaccinazione antinfluenzale, insieme alle misure igieniche di prevenzione contro il Coronavirus, hanno di fatto cancellato l’influenza nell’emisfero sud del mondo e in particolare in Australia, dove di fatto una stagione influenzale non c’è stata. I casi sono stati pochissimi: poche centinaia, contro le migliaia della stagione precedente. Per questo motivo e soprattutto per evitare che il prossimo autunno inverno le diagnosi di Covid-19 siano complicate da una confusione dei sintomi di questa malattia con quelli dell’influenza, da più parti è stata raccomandata una massiccia vaccinazione antinfluenzale, il più possibile diffusa tra la popolazione.
Quest’anno la campagna per la vaccinazione influenzale 2020-2021 è stata anticipata ai primi di ottobre e le autorità sanitarie hanno acquistato più dosi di vaccino. Se vaccinare tutti non sarà possibile, sia per il numero limitato di dosi sia perché il vaccino va riservato soprattutto alla categorie a rischio, alcuni pediatri hanno sollevato dei dubbi riguardo alla vaccinazione antinfluenzale per tutti i bambini.
Si tratta degli appartenenti all’Associazione Culturale Pediatri che hanno scritto una lettera aperta, inviata a Quotidiano Sanità, in cui spiegano le ragioni per cui la vaccinazione antinfluenzale pediatrica universale è un errore. Per chiarire ogni dubbio, questi pediatri precisano di essere abituati a seguire le indicazioni della medicina basata sulle prove di efficacia (Evidence-based medicine, EBM) e di essere impegnati in prima linea nella promozione delle vaccinazioni come un presidio fondamentale di prevenzione delle malattie. Esprimono, tuttavia, perplessità sull’impiego del vaccino contro l’influenza per tutti i bambini con il fine di bloccare l’epidemia influenzale e facilitare il riconoscimento del Covid-19.
I pediatri affermano che il vaccino antinfluenzale in età pediatrica “non ha una grande efficacia”. A questo proposito, citano la revisione sistematica Cochrane del 2018, secondo la quale è necessario vaccinare 5 bambini per avere 1 bambino senza influenza. Se invece si vuole ragionare in termini di pratica di ambulatorio, spiegano i pediatri, è necessario vaccinare almeno 12 bambini per avere un bambino senza sintomi influenzali. Inoltre, studi più recenti su oltre 18mila bambini vaccinati con il più recente vaccino quadrivalente indicano che è necessario vaccinare 19-20 bambini per averne 1 senza influenza.
Questi numeri ridimensionerebbero la portata del vaccino antinfluenzale, almeno nei bambini. Mentre altri dati su mortalità, ricoveri in ospedali, complicanze ed effetto gregge sulle collettività frequentate dai bambini sarebbero scarsi oppure riporterebbero un affetto nullo del vaccino. I pediatri, poi, ricordano che non esistono studi per valutare l’efficacia del vaccino antinfluenzale nei bambini al di sotto dei 2 anni di età.
La conclusione dei pediatri dell’Associazione Culturale Pediatri, dunque, è la seguente: “Non è utile richiedere la vaccinazione antinfluenzale pediatrica universale con l’obiettivo di risolvere l’epidemia influenzale, avere un effetto gregge, ridurre i ricoveri in ospedale o aiutare il clinico nella diagnosi di Covid-19: possiamo affermare ciò sulla base delle prove di efficacia presenti nella letteratura scientifica“.
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Questi medici, inoltre, sollevano un problema etico riguardo alla eventuale obbligatorietà della vaccinazione antinfluenzale, tenuto conto della sua “scarsa efficacia”. A questo proposito i pediatri parlano anche dei “numerosi finanziamenti che le industrie del farmaco hanno offerto per la realizzazione di corsi di aggiornamento o congressi sul tema“. Eventi che possono portare a “un conflitto di interesse per i medici che vi partecipano, anche se i finanziamenti sono ‘non condizionanti’“.
Secondo questi pediatri la vaccinazione antinfluenzale pediatrica andrebbe limitata “ai bambini più vulnerabili e a quelli con malattie croniche, già individuati attraverso il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale e i nuovi LEA”. I pediatri, poi, ribadiscono l’importanza della vaccinazione degli operatori sanitari, che ha coperture ancora gravemente insufficienti. Rimane invece la “perplessità sulla promozione del vaccino antinfluenzale a tutti i bambini sani sotto forma di obbligo o di chiamata attiva. I genitori devono sapere che questa profilassi vaccinica non ha un profilo di efficacia simile alle vaccinazioni infantili“.
Alla lettera dell’Associazione Culturale Pediatri ha risposto, con un’altra lettera, il pediatra Rocco Russo della Asl di Benevento. Nella sua lettera a Quotidiano Sanità, Russo scrive di restare “sempre più basito, ma non più meravigliato“, riguardo alle affermazioni dei suoi colleghi sulla scarsa efficacia del vaccino antinfluenzale in età pediatrica. Russo spiega: “Non mi aspetto dai vaccini attualmente disponibili ‘una grande efficacia’ in quanto è ben noto che tale efficacia si diversifica anno per anno rispetto alla circolazione stagionale dei ceppi virali contenuti nello stesso vaccino antinfluenzale“. Questo però “non significa che il vaccino antinfluenzale risulta essere ‘inutile’“. e in merito cita le campagne per la vaccinazione antinfluenzale dei bambini condotte negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito e in altri Paesi europei.
Russo spiega di condividere la decisione del Ministero della Salute sull’opportunità di raccomandare la vaccinazione antinfluenzale nella fascia pediatrica, anche per ridurre la circolazione del virus dell’influenza fra gli adulti e gli anziani in questa fase pandemica. Il pediatra, dunque, consiglia ai genitori di far vaccinare i figli contro l’influenza stagionale, in particolare se si tratta di bambini con patologie croniche.
Infine, i pediatri della Società italiana di pediatria hanno lanciato la campagna “mi vaccino per proteggere i nonni“ per promuovere la vaccinazione antinfluenzale dei bambini, sia per proteggere gli adulti più fragili, in particolare gli anziani, che per evitare di far ammalare i bambini stessi. La campagna vaccinale è promossa direttamente dai bambini, protagonisti di un video in cui spiegano perché è importante vaccinarsi contro l’influenza. “Bisogna far capire agli adulti che anche noi abbiamo il diritto di essere sani“, dicono i protagonisti del video. “Proteggiamo i bambini dall’influenza: quest’anno è ancora più importante!“, è il claim della campagna.
La pediatra Elena Bozzola, segretario nazionale della Sip, spiega che fare il vaccino contro l’influenza è importante per due motivi: “Perché la sintomatologia da Covid-19 è sovrapponibile a quella influenzale e questo potrebbe comportare un sovraccarico del Sistema sanitario nazionale col rischio di farlo andare in affanno”, poi bisogna tenere presente che “può esserci una coinfezione Covid-influenza col pericolo che la sintomatologia del bambino ammalato si aggravi“.
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