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Bambina disabile non può andare a scuola: la denuncia dei genitori

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Valentina Crea

Ad una bimba disabile è stata negata la possibilità di frequentare l’asilo. Il papà è molto arrabbiato e dispiaciuto, ecco le sue parole.

 

Questa è la storia di un padre che sta lottando con tutte le sue forze per far si che la figlia abbia quello che le spetta. Una storia che poteva essere risolta facilmente, ma che come spesso capita, ci sono problemi su problemi.

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Christian Mancuso è il papà di due gemelline bellissime, una delle due ha però dei problemi di salute e per poter frequentare l’asilo ha bisogno sia della maestra di sostegno e sia dell’assistenza medica. Purtroppo, la piccola rischia di non poter andare all’asilo. Ecco cosa è successo.

“Bimba disabile: non ha il diritto ad andare all’asilo, la denuncia dei genitori

FanPage riporta la storia di un papà che è molto arrabbiato e dispiaciuto di come hanno trattato la sua famiglia, sopratutto una delle sue figlie. Christian con la moglie e le gemelline abita in un paesino della calabria, Cutro, come tutti i genitori ad inizio anno ha presentato le domande per iscrivere a settembre le figlie all’asilo. Una delle sue bambine è disabile ed ha bisogno di attenzioni particolari. Attenzioni che le sono state negate: “Ma vogliamo veramente far passare il messaggio che in Calabria, i bambini disabili non hanno diritti e non sono uguali a tutti gli altri? Sono arrivato al punto di odiare la mia terra“.

La piccola ha tre anni ed ha una gemella, quando è nata i genitori si sono accorti subito che c’era in lei qualcosa di diverso ed hanno fatto alcuni controlli: “Ma nessuno è stato in grado di darci una diagnosi definitiva“. Un lungo calvario, a Catanzaro gli avevano detto che la figlia aveva una malattia genetica e che non sarebbe arrivata nemmeno ai tre anni. Invece in Francia hanno confutato questa ipotesi, ma non gli hanno dato nessuna diagnosi certa.

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La bimba ha delle lesioni cerebrali che hanno toccato il movimento, il coordinamento e ha un ritardo psicomotorio: “Ancora non cammina, ha difficoltà nei movimenti, nella concentrazione, non comunica, ma capisce tutto“.

Anche con queste difficoltà, Sara, nome di fantasia, può andare all’asilo se c’è una maestra di sostegno ed un assistenza medica: “A gennaio ho fatto tutta la documentazione per l’iscrizione, ero stato all’Asl, avevo avuto conferma di ciò che spetta a mia figlia. L’assistenza medica è fondamentale perché quando beve la bimba va seguita, rischia il soffocamento, poi ci sono altri disagi, ha ancora il pannolino,insomma senza scendere nei dettagli c’è bisogno di una figura esperta che sappia intervenire al momento del bisogno“, dice il papà.

Ormai anche in Calabria la scuola inizierà a breve e Christian decide di contattare l’asilo con molto anticipo, 5 settimane fa. La maestra di sostegno c’è, ma l’assistenza medica no, perchè è il Comune di Cutro che deve provvedere ad inviare la figura: “Dall’asilo mi dicono che per legge è il comune di Cutro che deve inviare la figura. Chiamo il settore dell’assistenza sociale, mi tengono in ballo per settimane e ora a ridosso dell’inizio della materna, mi chiamano per dirmi che non hanno i fondi per pagare l’assistenza medica”.

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Dopo aver avuto questa notizia mamma e papà cadono nello sconforto, ma non si arrendono e cercano di capire cosa sia successo: “Ho chiamato l’ente regionale preposto e mi hanno confermato che ci sono dei fondi stanziati per l’assistenza medica e che il comune di Cutro, non ne aveva mai fatto richiesta. Anzi mi hanno proprio detto: li mandiamo a tutti, perché non avremmo dovuto farlo anche in questo caso?“. Assurdo.

Dal Comune gli fanno poi sapere che forse per dicembre la piccola potrà tornare a scuola: “Ma dimmelo subito che non ci sono i fondi, perché aspettare a dieci giorni dall’inizio dell’anno scolastico? Ora mi dicono che forse si può risolvere la questione, ma a dicembre. Ma perché mia figlia deve andare all’asilo a dicembre?“.

Anche se tra poco gli studenti calabresi ritorneranno a scuola, Sara e la sua gemella non entreranno con loro: “Non posso separarle, vivono in simbiosi, sarebbe veramente un altro trauma. Una situazione veramente insostenibile, ma io non devo supplicare nessuno, a mia figlia devono essere riconosciuti tutti i diritti“.

Foto da Adobe Stock

Una situazione che fa d’avvero male, come ribadisce il papà di Sara: “Vedere quello che sta subendo mia figlia, mi fa male al cuore. Lei non avrà una vita facile come le altre bimbe, però le deve essere garantito di vivere una vita dignitosa e nessuno glielo deve impedire“.

Voi unimamme cosa ne pensate? Il Comune poteva informare la famiglia prima e di certo interessarsi di più al caso.

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Valentina Crea

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