Il sonno dei bambini, specialmente quando sono neonati, è un argomento caldo per tutti i neogenitori che prima di dormire come un tempo passeranno anni.
Dormire che taboo! Quando un neonato entra per la prima volta a casa, ci sono tante cose a cui far fronte, ma forse la più difficile per ogni neomamma e neopapà è la perdita di sonno.
I motivi per i quali il bambino si sveglia durante la notte sono i più disparati e vanno dalla fame fino al bisogno di contatto della mamma o del papà.
Ovviamente questo può provocare dei crolli a livello mentale e fisico nei neogenitori, perciò se sentite il bisogno di chiedere aiuto non tardate a farlo!
Ad oggi esistono diversi metodi per far addormentare più velocemente il bambino, come si già parlato in precedenza, ma allo stesso tempo ci sono anche dei servizi strepitosi – tipo delle tate che pensano ad addormentare il bambino – che possono aiutare a superare questo momento così delicato.
Insomma l’importante, soprattutto in questo periodo, è prendere coscienza del fatto che non tutto si riesce a fare da sole e che è necessario quando si ha bisogno, di chiedere aiuto.
Ecco, ora non per spaventarvi, ma in base a una ricerca scientifica condotta dall’università di Warwick in collaborazione con l’Istituto tedesco per la ricerca economica e l’università della West Virginia pare che le ore di sonno de genitori siano ridotte anche oltre al primo anno di vita del bambino.
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La ricerca è finita sulla rivista Sleep e ha coinvolto circa 4659 famiglie. L’analisi è partita dal fatto che i neogenitori si ritrovano per forza di cose a dormire molto meno tempo rispetto a quando il bambino non è arrivato ancora in casa.
Fino ad adesso si è sempre pensato che la drastica riduzione di sonno coinvolgesse solo la mamma, ma si è visto che anche i papà sono toccati a pieno dalla situazione.
In sintesi la ricerca ha evidenziato che le difficoltà nel dormire toccano i genitori fino ai sei anni di vita del bambino. Nel corso degli anni sia la durata sia la qualità del sonno della mamma e del papà subiscono dei profondi cambiamenti che, quindi, non si assestano fino ai sei anni di vita del piccolo.
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Si è notato infatti che nei primi tre mesi dopo il parto, la mamma che è molto più presente a ha un ruolo primario nel prendersi cura del bambino, arriva a dormire un’ora in meno del solito, mentre per il papà la riduzione si assesta a quindici minuti.
Ma ci si è resi conto che questa situazione con il passare del tempo non migliora, anzi. Anche quando il bambino ha un’età compresa tra i 4 e i 6 anni le madri continuano a dormire venti minuti in meno rispetto a prima della gravidanza, mentre i padri sempre quindici minuti in meno.
Questo ovviamente può causare dei problemi a livello mentale e fisico, in quanto la stanchezza potrebbe avere il sopravvento sulle azioni quotidiane.
Purtroppo, però, per il momento non c’è una soluzione al dilemma, se non quello di aspettare con pazienza che il bimbo lentamente inizi ad avere i suoi ritmi e a dormire tutta la notte senza dover aver bisogno dei suoi genitori.
Ecco, infatti, come ha sentenziato Sakari Lemola del dipartimento di Psicologia dell’Ateneo britannico su Vanityfair: “Mentre avere figli è una delle principali fonti di gioia per la maggior parte dei genitori, è possibile che maggiori esigenze e responsabilità associate al ruolo di genitore conducano a un sonno più breve e a una qualità del sonno più bassa anche fino a 6 anni dopo la nascita del primo figlio“.
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E voi unimamme quando siete riuscite a recuperare un pò di sonno dopo la nascita del vostro bambino?
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