Carla Bruni, ex top model e cantante, in occasione della presentazione del suo nuovo album ha parlato del figlio.
La cantante Carla Bruni ha infatti scritto una canzone dedicata al figlio maggiore Aurélien divenuto grande e andato via di casa.
Unimamme, Carla Bruni essendo una mamma può aver sofferto di una sindrome, conosciuta come sindrome del nido vuoto.
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La Bruni, durante una trasmissione francesce Quotidien, parlando del suo nuovo album ha risposto ad alcune domande sul figlio, maggiore, Aurélien, perché una canzone parla di lui. Il brano si intitola La Chambre vide (la stanza vuota) e parla di quando il figlio Aurélien ha lasciato casa per frequentare l’università. Aurèlien ha infatti 19 anni ed è nato dalla relazione tra la Bruni e il filosofo Raphaël Enthoven: quest’anno si è iscritto a Studi politici a Parigi e per questo è andato via di casa. E’ della sua partenza e di ciò che ha provato che Carla Bruni ha provato a scrivere e mettere in musica.
La Bruni ha infatti confessato di essersi recata in camera del figlio e di cercarne l’odore. Un comportamento che lei stessa ha definito patetico.
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Quanto sperimentato da Carla Bruni può essere definito come la Sindrome del nido vuoto, secondo quanto spiegato da Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytical Association, su Repubblica? Si tratta di una sindrome depressiva – ansiosa specifica che assume livelli di gravità a seconda della personalità del genitore. Spesso sono le madri a sperimentarla e la causa può essere la partenza di un figlio per motivi di studio, lavoro o altro.
I genitori possono anche sostenere l’emancipazione del figlio, ma in realtà sono angosciati e ansiosi.
Ci sono persone che soffrono di deprivazione affettiva, cioè hanno sempre bisogno di un amico del cuore e di un fidanzato/a. Solo quando trovano un partner fisso e ancor di più, quando hanno un figlio. scompaiono i sintomi di solitudine e perdita. Quando però i figli si staccano riaffiora il trauma infantile che può essere quello di una persona cara, molto vicina e amata che a un certo punto, durante l’infanzia, se ne va senza fare più ritorno.
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Come dicevamo i sintomi variano da genitore a genitore, in alcuni casi può verificarsi uno stato depressivo serio, con dolore e angoscia. Si pensa che i figli se ne vadano per sempre.
A poco a poco alcuni genitori recuperano l’equilibrio, magari anche grazie all’aiuto di amici e famigliari, se invece dolore e angoscia proseguono oltre tre mesi è bene rivolgersi a uno specialista.
La Bruni però ha anche detto di essere felice che il figlio sia cresciuto, che sia andato via ed ha aggiunto: “ho visto non tanto la sua partenza ma la partenza di tutta una parte della vita. Non ce ne rendiamo conto ma è osservandoli che vediamo il tempo passare”. Tra l’altro ora il figlio, a causa del Covid, è tornato a casa della mamma e segue le lezioni a distanza.
E a voi unimamme è mai capitato di sentirvi sole dopo che i vostri figli se ne sono andati?
Noi vi lasciamo con 5 buoni motivi per mandare i figli in viaggio da soli.
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