Vediamo il rapporto Ocse sull’impatto del Covid sulla scuola in 46 paesi e come si posizione l’Italia.
Il rapporto dell’OCSE: “Education at glance 2020”, ha fatto emergere varie preoccupazioni sull’impatto e le conseguenze che il Covid ha avuto e avrà sui sistemi educativi di 46 paesi.
Tra queste preoccupazioni:
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Il Lockdown ci ha mostrato quali sono le fragilità della scuola:
Vediamo nel dettaglio l’impatto sulla scuola che ha avuto e che continuerà ad avere il covid.
Gli investimenti sull’istruzione: gli investimenti sono fondamentali per l’istruzione, prima della pandemia veniva impiegato l’11% della spesa pubblica. Ovviamente la percentuale varia da paese a paese e l’Italia 7,5 %, è al penultimo posto tra le nazioni che investono sulla ricerca; anche se le misure per tamponare la chiusura della scuola sono state molto buone. La quota d’investimento sull’istruzione varia, si va dal 7% della Grecia al circa il 17% del Cile.
Scuole chiuse: L’Italia è tra i paesi OCSE che hanno avuto il Lockdown più lung. Dato che, secondo l’analisi fatta dall’OCSE perdere del tempo di scuola equivale a perdere termini di competenze: il nostro paese parte svantaggiato in confronto ad altri Stati: gli altri Stati hanno chiuso la scuola per 14 settimane noi per 18 settimane (battuti solo dalla Cina). Inoltre alcuni paesi non hanno chiuso le scuole:
Riguardo alla chiusura delle scuole:
La didattica è cambiata: quasi ovunque la didattica non si è fermata si è soltanto spostata online o su altri mezzi di comunicazioni sfruttando
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Il rapporto tra docenti e tecnologia non è affatto buono: purtroppo il corpo docente non sempre è stato all’altezza delle aspettative: molti elementi del corpo docente non erano pronti ad affrontare la sfida della didattica online. Secondo un vecchio sondaggio del 2018 dell’OCSE, l’Italia risulta solo con il 50% del corpo docente aperto all’ utilizzo delle nuove tecnologie nelle scuole secondarie inferiori, attestandosi sotto la media. Inoltre un quarto dei dirigenti scolastici in tutta l’OCSE denunciava l’inadeguatezza della tecnologia scuola. In Italia e Francia si arrivava ad un 30%.
Riguardo la loro formazione degli insegnanti:
Rispetto alla scelta dei corsi o seminari da frequentare:
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Classi pollaio: adesso che la scuola ha riaperto, ogni paese ha preso le sue precauzioni, come il distanziamento sociale, riducendo il numero degli alunni per classe. Per alcuni paesi non è stato difficile raggiungere questo distanziamento per altri che avevano classi più numerose è stata una prova più ardua.
Per una volta l’Italia è tra i paesi più virtuosi dato che la media di alunni per classe è al di sotto di quella OCSE
Sotto di noi la Francia, Spagna, Portogallo, Germania e Stati Uniti; in Cile si va dirittura oltre i 30 alunni.
La didattica a distanza non è più un ripiego: molte le scuole in circa il 60% dei paesi membri e partner dell’OCSE, hanno utilizzato la didattica a distanza per avviare una turnazione tra classi, alternando gli studenti nel corso della stessa giornata o in giorni diversi, così tutti gli studenti possono avere classi ridotte. Di conseguenza l’insegnamento in classe in presenza è stato ridotto in favore della didattica a distanza.
Anche l’università avrà molti problemi da risolvere: causa la pandemia, gli atenei hanno chiuso continuando le lezioni e gli esami solo online e sarà così anche per il prossimo anno accademico. Purtroppo questo porterà a una riduzione della qualità della formazione e e delle ricchezza delle risorse umane nel mondo del lavoro.
La mobilità studentesca era una voce di bilancio importante per l’università nellarea OCSE:
Questi stranieri spesso pagavano tasse più alte. Ora vista la pandemia e le difficoltà negli spostamenti sono tanti gli studenti che si scoraggiano e non lasdciano più il loro paese data la scarsa probabilità di poter entrare in contatto con la comunità accademica di prestigio, che è il principale stimolo.
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Care unimamme voi cosa ne pensate di questo Rapporto OCSE di cui parla tgcom24?
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