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Vaccini, sapete che esistono grazie a una mamma molto intraprendente?

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Laura D'Arpa

A quanto pare l’origine della vaccinazione si deve proprio all’intraprendenza di una mamma che scoprì i benefici di questo metodo.

Vaccino (iStock)

A rendere più chiare le notizie in ambito scientifico ci pensa sempre Roberta Villa, giornalista scientifica, che ha chiarito durante il lockdown molte voci riguardanti il coronavirus.

Proprio all’inizio della pandemia e quando il governo stava per annunciare il lockdown totale, si aggiravano soprattutto sul web una serie di fake news sul virus che non facevano altro che incutere timore tra le persone che le leggevano.

Così Roberta Villa ha pensato bene di usare la sua conoscenza in campo medico e di divulgarla sui social, in modo tale da fare chiarezza su determinate questioni poco comprensibili ai più.

Ora che l’emergenza si è un pò arginata, la Villa continua con le sue spiegazioni attraverso il suo portale social tra video dirette e stories in cui mette in chiaro determinati temi.

L’ultimo riguarda proprio l’origine della vaccinazione. Come è noto tale pratica, ufficialmente, fu scoperta da il medico di campagna Edward Jenner nel 1796.

Pare che egli fu uno dei primi a comprendere che, inserendo un agente patogeno nel corpo umano, si riusciva ad ottenere una sorta di immunità nei suoi confronti.

La dottoressa Villa, ovviamente, nelle sue stories social non nega la capacità di Jenner nel portare avanti la ricerca, ma racconta che la scoperta della vaccinazione è stata fatta qualche tempo prima da una donna e in particolare da una mamma!

Sapevi che la vaccinazione è merito di una mamma?

Stories di Roberta Villa (fonte Instagram @robivil)

Da quello che scrive la Villa, tramite le sue stories, le vaccinazioni nascono da alcuni principi della medicina cinese fatti conoscere proprio da una mamma che si trovava in Cina.

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Dunque prima che la vaccinazione prendesse piede con la scoperta di Jenner, in molte culture e in particolare in Cina si praticava la “variolizzazione”. Attraverso questo si prendeva una piccola quantità di materiale infetto dalla pustola di un malato con un forma lieve di vaiolo e la si iniettava in una persona sana in modo tale che questa riuscisse a proteggersi autonomamente dalla malattia, i cosiddetti “anticorpi” che noi tutti conosciamo.

Di conseguenza la parola “vaccinazione” deriva dalla pratica utilizzata da Jenner che usava materiale proveniente dalle vacche.

Tra le due pratiche la “variolizzazione” e la “vaccinazione”, il rischio di morire era molto alto, ma molte persone decisero di sottoporsi alle procedure perché il rischio di contagio era talmente tanto alto che in un modo o nell’altro si sarebbero infettati.

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Tanto che a conoscere questa pratica della “variolizzazione” fu proprio una donna Lady Mary Montagu che grazie alla sua astuzia e tenacia riuscì a far conoscere il metodo in Occidente.

La donna era la moglie dell’ambasciatore britannico dell’Impero ottomano che a causa del vaiolo era stata sfiguarata e aveva perso un fratello.

Così, mentre si trovava in Turchia, Lady Mary venne a conoscenza di questo metodo e decise di sottoporvi i due figli proprio davanti alla corte inglese.

In questo modo la donna, grazie al suo coraggio, riuscì ad introdurre il concetto di immunizzazione in Occidente sul quale poi altri medici e scienziati lavorarono sopra per ottenere i vaccini moderni che utilizziamo oggi.

Insomma fin dai tempi di Lady Mary, il vaccino ha rappresentato l’unico modo per difendersi dalle malattie sconosciute all’uomo.

In questo campo, l’unica cosa da fare è quella di affidarsi ai progressi della scienza che negli ultimi anni sta facendo passi da gigante, proprio per questo è triste sentire che esistono movimenti come quello dei no vax che non credono ai benefici della vaccinazione perché se la popolazione mondiale è sopravvissuta a carestie, malattie mortali e altre disgrazie, il merito è proprio della scienza.

Stories si Roberta Villa (fonte Instagram @robivil)

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E voi unimamme conoscevate la storia di Lady Mary e dei suoi figli?

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Laura D'Arpa

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