Il sonno dei bambini è un argomento taboo per tanti genitori, ma si può in qualche modo educare i più piccoli a dormire per evitare delle nottate svegli?
Dormire che dilemma! Quando in famiglia arriva un nuovo arrivato, i genitori sono consapevoli che le loro ore di sonno si ridurranno drasticamente.
In un articolo precedente si è scritto che prima del compimento dei sei anni del bambino, i genitori non troveranno un equilibrio con le loro dormite di sonno.
Sul web per aiutare le mamme e i papà in questa impresa ci sono tantissimi video in cui i pediatri o gli esperti di tutto il mondo insegnano ai neogenitori a calmare o a far addormentare il bambino.
Addirittura pare che esista una una vera e propria “professionista del sonno” che insegna come in poche mosse far addormentare il piccolo.
Anche tra i genitori, purtroppo, esistono due scuole guida: nella prima, quella dei più fortunati e invidiati, il bimbo dorme sereno e tranquillo ogni notte anche otto ore consecutive senza svegliarsi mai; nella seconda, quella dei meno fortunati, il piccolo si sveglia in continuazione per qualche bisogno.
Sul perché i bimbi si sveglino di notte esistono tante motivazioni: dalla fame fino al volere sentire un contatto fisico del proprio genitore e per questo i genitori devono fare i conti con queste situazioni.
Come si è scritto in precedenza, ci sono tantissimi consigli e teorie di ogni genere sul sonno dei bambini. Tra pediatri, educatori e genitori, c’è chi assicura che i bimbi possono essere educati al sonno al patto di seguire delle rigidissime regole, come quella di far urlare e piangere il bambino per 15 minuti consecuitivi.
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Una pratica che non solo può portare alla follia il genitore, ma che è impossibile che una mamma possa prendere in considerazione perché mossa da compassione farà qualsiasi cosa per calmare il piccolo.
Mentre ci sono altri che sostengono che non ci sia la possibilità di fare nulla e che se la natura ti ha mandato un figlio insonne, bisogna farci il callo fino a sei/sette anni finché non si calma, ma così si rischia di uscire pazzi.
Ma a quanto pare per riuscire a risolvere e superare queste difficoltà bisogna andare alla fonte del problema.
Pare che tutti i bimbi che hanno difficoltà a prendere sonno è perché c’è un elemento che li accomuna dalla nascita fino all’adolescenza, cioè la paura di addormentarsi e abbandonare la fase della veglia per quella del sonno.
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Una paura che nei primi mesi di vita è inconsapevole, ma che con la crescita diventa sempre più presente e che si può manifestare sotto modi diversi, come ad esempio la richiesta nel cuore della notte di un bicchiere d’acqua.
Ma cosa possono fare i genitori per evitare che ciò accada e fare abituare il bambino al sonno?
Due sono le linee guida: pazienza e accompagnarli in queste fasi. Trascorrendo insieme a loro questa fase dalla ninna nanna al sonno ristoratore, i piccoli si sentono più al sicuro e protetti e potrebbero cedere alle braccia di Morfeo in modo molto più veloce.
Se il tutto viene accompagnato anche da un rito come una bella ninna nanna, la lettura di una favola una canzoncina tranquilla, il bimbo potrebbe prendere sonno con molta più facilità.
E nel caso il piccolo dovesse svegliarsi durante la notte, con grande dolcezza e da lontano – senza prenderlo in braccio – gli si può cantare una ninna nanna o mettergli una musica dolce in modo tale da farlo calmare e così dolcemente impareranno.
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E voi unimamme come avete fatto ad abituare i vostri figli insonni a dormire?
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