Una ricerca conferma che gli ovuli di donne affette da Covid19 non contengono il virus. Una grande scoperta per tutto il mondo scientifico.
La notizia è di qualche giorno fa e si ritrova sulla rivista scientifica Human Reproduction.
Lo studio è stato portato avanti da Eugin, in Spagna, da un gruppo di cliniche specializzate nella procreazione assistita e nella fertilità tra le donne.
La ricerca è molto importante sia per i pazienti sia per il mondo clinico perché consente di aprire nuove frontiere a riguardo e continuare con la sperimentazione sui trattamenti di fecondazione in vitro in questa situazione così particolare.
Sulla fecondazione in vitro, in ogni caso, si stanno facendo dei passi da gigante. In un articolo precedente si è scritto che al momento grazie a nuove tecniche come quella con la stampa 3D, questo tipo di trattamento è molto più efficace.
La sperimentazione è stata condotta dalla dottoressa Rita Vassena, direttrice scientifica del gruppo Eugin, e sono stati coinvolti in tutto 16 ovociti controllati con una tecnica molto innovatica che permette di individuare una carica virale a partire da quantità molto piccole.
A quanto pare, quindi, in base a quello che si è scoperto – cioè che gli ovuli non contengono il virus – tra madre e feto non avverrebbe alcun contagio diretto.
Ecco perché allora da mamme positive al Covid19 in questi tempi sono nati bambini spesso sani, ecco appunto quali erano le indicazioni degli esperti riguardo a questo quando è scoppiata la pandemia.
Lo studio, quindi, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Human Reproduction. Un gruppo di ricercatori del gruppo Eugin condotti dalla dottoressa Rita Vassena hanno confermato questa splendida notizia che fino a qualche tempo fa sembrava inimmaginabile.
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Il tutto è avvenuto in Spagna, precisamente a Barcellona.
Nella ricerca sono stati analizzati 16 ovuli di due donne asintomatiche che si sono sottoposte a stimolazione ovarica controllata e che sono risultate positive al Covid19.
Questo prelievo è avvenuto nel mese di marzo prima che tutte le cliniche di fertilità si fermassero a causa della pandemia.
Dal momento che le due donne erano risultate positive al coronavirus, si è pensato di non usare i loro ovuli e di mandarli direttamente nei laboratori di ricerca.
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Qui, appunto, si è scoperto che gli ovuli non contenevano traccia del virus e che la trasmissione con il feto era impossibile.
Davvero una grande scoperta che può essere utile per fare dei passi avanti nel campo scientico. Inoltre Eugin sono più di vent’anni che porta avanti diverse ricerche nel mondo del concepimento e della fertilità.
Infatti nel campo della procreazione assistita Eugin, con gli anni, e grazie alle tecniche sempre più innovative si è fatta una buona nomea in questo ambito.
Insomma, finalmente una buona notizia dopo un periodo di incertezza in cui non era molto chiaro se il contagio tra feto e madre si potesse verificare subito.
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E voi unimamme avete letto qualcosa a riguardo?
Fonte: Human Reproduction
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