Quando il neonato ha le coliche in che modo piange? Queste purtroppo per i più piccoli rappresentano un vero e proprio grattacapo.
Il pianto dei neonati è per molti neogenitori un’esperienza davvero traumatica. Ci sono quei bambini che piangono in continuazione e in modo disperato senza riuscire a trovare un modo per farli smettera.
Come si è visto in qualche articolo precedente, attraverso il pianto, il neonato cerca di comunicare con i suoi genitori, dal momento che non è dotato di parola.
Ma cosa genera nel piccolo quei piagnistei fargorosi e infiniti?
Le motivazioni sono diverse tra di loro. Il bambino potrebbe comunicare in questo modo di avere fame, sonno, di essere infastidito da qualcosa o addirittura di essere annoiato.
Per ogni cosa che il neonato prova sono diversi i modi con cui piange. Ci sono pianti più lunghi e altri meno lunghi, mentre altri ancora invece sono dei brevi lamenti.
Tuttavia con ognuna di queste esternazioni il piccolo cerca di parlare con i genitori, anche se certo è un modo diverso da quello che si conosce normalmente.
In ogni caso in un articolo passato si è visto che in realtà i genitori sono in grado di comprendere i bisogni del piccolo fin dai primi pianti.
Ma quando il neonato ha le coliche che tipo di pianto adotta per comunicarlo alla mamma?
Coliche del neonato: in che modo piange il piccolo?
Di solito quando un bimbo soffre di coliche è molto semplice da comprendere.
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I pianti sono più prolungati del solito, più chiassosi e durano per più giorni consecutivi. Le coliche purtroppo colpiscono i bambini nel primo trimestre di vita e ci sono tre condizioni specifiche che portano il neonato a soffrire di queste.
La regola del 3 è stata teorizzata nel 1954 e prevede che il bambino pianga in modo incosolabile: 1) per più di 3 ore al giorno; 2) per almeno 3 giorni alla settimana; 3) per 3 settimane consecutive.
Inoltre pare che a soffrirne maggiormente siano i piccoli allattati artificialmente rispetto a quelli allattati al seno.
Così quando si verificano questi tipi di pianto è molto semplice riuscire a ricondurli proprio alle coliche.
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Infatti in questi casi, il primo allarme sono proprio le crisi di pianto che sono infinite e difficili da calmare. A causa dello sforzo del pianto, il piccolo diventa paonazzo in volto.
Oltre a questo però ci sono anche altri segnali come ad esempio l’addome rigido e gonfio, le gambette piegate verso il petto, i pugni chiusi ed infine la schiena inarcata.
Per quanto riguarda le coliche sono diverse le cause e la prima fra tutte è l’accumulo di aria nell’intestino che potrebbe derivare dal modo sbagliato in cui il bambino viene allattato.
Certo alcuni pediatri in realtà sostengono che a scatenare queste crisi così difficili da contenere non siano queste cosiddette coliche che in realtà nemmeno esistono.
In ogni caso nel momento in cui si scatenano questi pianti inconsolabili è bene che ogni mamma e papà sappia come affrontarli senza farsi predere dal panico, soprattutto se è il primo figlio.
Innanzitutto è bene mantenere la calma, anche se è molto difficile, ma il piccolo già in ansia può percepire a sua volta quella dei suoi genitori, per questo è bene non trasmettergli altre emozioni negative.
Inoltre per calmare il neonato da questo dolore e quindi farlo smettere di piangere, gli si potrebbe massaggiare il pancino, porlo a pancia in giù sull’avambraccio, tenerlo in braccio – il contatto fisico può essere un ottimo alleato, fargli fare una passeggiata – il movimento potrebbe aiutarlo a dormire, cambiare il latte ed infine aiutarlo a fargli espellere l’aria dal pancino.
Certo se il pianto dovesse continuare, è sempre bene contattare il proprio medico e andare più a fondo sulla questione.
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E voi unimamme come siete riuscite a calmare il pianto del vostro bimbo quando aveva le coliche?
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