I pericoli del web per i bambini bisognosi di affetto. Cosa dicono gli esperti.
Il problema non è il web in sé ma quando un bambino o una bambina cercano in questo mondo una compensazione affettiva. Quando i bambini si sentono soli, trascurati o non amati finiscono con il cercare altrove quello che non trovano in famiglia, finendo per andare incontro a seri pericoli, sia nel mondo reale che in quello virtuale. È l’avvertimento degli esperti.
Pertanto i genitori devono fare molta attenzione e prestare il massimo ascolto a tutti i messaggi, diretti e indiretti, che i figli mandano spesso con il comportamento. Anche i genitori più amorevoli e affettuosi possono lasciarsi sfuggire qualche particolare o dettaglio. Le esigenze dei bambini, anche quelli amati, possono essere le più complesse. Una fase particolare della crescita o qualche problema a scuola può creare nei bambini un forte disagio di cui i genitori potrebbero non accorgersi subito. Un momento di difficoltà che i bambini per paura potrebbero nascondere, cercando la soluzione nei posti sbagliati. Ecco perché è importantissimo che i genitori siano molto attenti e si mostrino sempre disponibili con i figli.
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Gli esperti psichiatri e psicologi avvertono i genitori che i pericoli del web, tra cui incontri con i malintenzionati, sussistono soprattutto per i bambini che usano internet e i dispositivi tecnologici, come computer, smartphone e tablet, come sostitutivi affettivi. Ecco cosa bisogna sapere.
Non serve vietare ai bambini l’utilizzo di computer, smartphone, tablet e affini, insieme alla navigazione nel web. L’utilizzo di questi strumenti e di internet non è tanto un pericolo di per sé ma lo è quando il bambino non ha ricevuto una educazione al loro utilizzo, quando è smarrito o non sufficientemente amato o considerato. Un bambino trascurato o lasciato a sé stesso, infatti, cercherà altrove, anche sul web dove è più facile, l’affetto o l’attenzione di cui ha bisogno e che non riceve a sufficienza a casa, rischiando di mettersi in serio pericolo. Tenderà a fidarsi troppo degli sconosciuti, soprattutto di quelli da cui gli sembrerà di ricevere apprezzamento e considerazione ma che in realtà non hanno intenzioni benevole e sanno come manipolare queste situazioni.
Gli esperti mettono in guardia proprio su questo punto: è inutile vietare a un bambino di andare sul web per paura dei pericoli che può incontrare se poi non sono i genitori a dargli quell’amore, quelle attenzioni e quella stima che lo fanno sentire amato, considerato e che lo aiutano nella formazione di un carattere forte e sicuro di sé e dunque non in balia delle situazioni esterne o di altre persone. Sembra un consiglio banale ma non lo è.
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Dunque, al di là degli strumenti di sicurezza, come il parental control e il blocco dei siti web, che si possono inserire in computer e altri dispositivi elettronici per navigare sul web, quello che conta è prestare attenzione ai bambini, non farli sentire soli e abbandonati e non dare loro tablet o telefonini per farli “stare buoni” quando fanno i capricci o diventano intrattabili. Sappiamo che alle volte è difficile, molto difficile, ma è assolutamente da evitare che i dispositivi elettronici diventino i sostituti dei genitori.
Su questo punto è molto chiaro lo psichiatra e psicoterapeuta Federico Tonioni, direttore del Centro Pediatrico Interdipartimentale per la Psicopatologia da Web, presso la Fondazione Policlinico Gemelli di Roma. Esperto dei problemi legati al gioco d’azzardo patologico, alla dipendenza da internet e della prevenzione e delle patologie correlate al cyber-bullismo, Tonioni ha affermato: “Il problema non è internet, ma quanto un genitore o chi sta intorno ai bambini si è fatto sostituire come presenza affettiva dai tablet e dai telefonini“. Così ha detto in un’intervista all’Huffington Post, parlando di challenge sul web che hanno coinvolto bambini con esiti tragici e di abusi e violenze psicologiche e fisiche avvenuti dopo incontri nelle chat.
Tra i recenti episodi di cronaca che rientrerebbero nelle pericolose challenge sul web si segnala il recente, tragico caso del bambino di 11 anni sucida a Napoli.
Proprio riguardo a quest’ultimo caso, lo psichiatra Tonioni ha commentato: “Si tratta di casi di ragazzi inseriti in un contesto di solitudine affettiva, perché nessun bambino sano ci casca”. “I bambini che sono sempre come mamma e papà si aspettano che siano – ha aggiunto -, sono bimbi che hanno un difetto grave nell’identità, che non riescono ad essere se stessi. Di conseguenza fragili. E questo molto spesso esita in situazioni estreme e in gesti irrazionali e assurdi come quelli che leggiamo”.
“Il bambino sano davanti ala richiesta del gesto estremo si mette a ridere, perché sa riconoscere e capire la differenza fra gioco e realtà. Chi cade nella trappola sono bambini con una bassissima stima di sé, che devono provare a superarsi”, ha spiegato Tonioni.
Una regolamentazione del web è indispensabile, ha precisato lo psichiatra ma occorrerà del tempo, quello che conta ora è la prevenzione, che va fatta sia in famiglia che a scuola. In famiglia si dovrebbe fare più attenzione ai bambini, dare loro affetto e stima, mentre a scuola si potrebbe insegnare loro a esprimere quello che sentono, anche attraverso il disegno o altre attività artistiche.
Infine, un punto importante: “La violenza non è nei videogiochi, sta in casa quando un bambino piange e vuole fare la pace con la mamma prima di dormire altrimenti non riesce e la mamma gliela rifiuta per tenere il punto“, ha concluso lo psichiatra.
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