Secondo uno studio sul coronavirus, i contagi a scuola sono pochi. Autori ricercatori italiani.
Sappiamo che i contagi del nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 sono molto bassi tra i bambini e i ragazzi più giovani e che quando si verificano bambini e ragazzi sviluppano pochi sintomi della malattia Covid-19 oppure sono asintomatici.
Questa situazione ha fatto sì che la trasmissione del Coronavirus non destasse troppe preoccupazioni nelle autorità sanitarie, sebbene pur con pochi sintomi o asintomatici i bambini possano contagiare gli adulti.
In ogni caso, i casi di Coronavirus a scuola non sono così numerosi. Qualche giorno fa, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina riportava che solo lo 0,021% di tutti gli studenti italiani risultava positivo al virus nel periodo compreso tra il 14 e il 26 settembre, nei primi giorni di riapertura delle scuole. Certo, nel frattempo i numeri sono aumentati, diverse scuole in tutta Italia hanno classi in quarantena a causa di un alunno positivo al Coronavirus. Quasi mai, tuttavia, il contagio è avvenuto in classe. Gli studenti per lo più si infettano in casa o fuori. I contagiati vengono subito posti in isolamento e anche i loro compagni di classe e gli insegnanti sono posti in quarantena.
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Ora, che il virus si trasmetta poco nelle scuole è confermato da uno studio scientifico italiano che sta ricevendo attenzione anche a livello internazionale. Ecco di cosa si tratta.
La trasmissione del nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 a scuola è bassa tra gli studenti più giovani, bambini e adolescenti. Una situazione che si poteva già constatare dai fatti ma che ora è confermata da uno studio italiano.
Nel loro studio, i ricercatori italiani hanno elaborato un rapporto preliminare sull’incidenza del Covia-19 tra gli studenti che frequentano le scuole italiane. Hanno anche esaminato la possibilità di un legame tra i tipi di scuole e il tasso di infezione.
Gli scienziati italiani hanno raccolto i dati per la loro analisi da un database online, consultabile pubblicamente, che monitora quotidianamente le notizie dei media sui contagi da Coronavirus tra gli studenti che frequentano le scuole italiane.
Alla data del 5 ottobre 2020, su registravano 1.350 casi di Covid-19 nelle scuole italiane, di cui:
Le scuole coinvolte dai contagi erano 1.212 (1,8%) su un totale di 65.104 scuole italiane. I casi erano così distribuiti tra le varie tipologie di scuole in Italia:
A differenza delle paritarie, le scuole pubbliche hanno riportato solo 1 caso di infezione da SARS-CoV-2 in oltre il 90% dei casi. Inoltre, solo in una scuola superiore è stato segnalato un gruppo (cluster) di più di 10 casi di Covid.
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La scoperta di uno o più casi di infezione da nuovo Coronavirus ha portato alla chiusura totale di 192 scuole (il 14,2%), per lo più asili nido o scuole materne. Le chiusure dei vari tipi di scuola:
Per il resto, sappiamo che più che scuole intere, sono state messe in quarantena singole classi in cui un alunno era stato trovato positivo al Coronavirus. Una opzione, questa, maggiormente condivisa dai ricercatori, secondo i quali la completa chiusura di una scuola anche con pochi contagi può avere delle conseguenze sul benessere dei bambini e delle loro famiglie.
Le scoperte di questo studio suggeriscono che con la corretta applicazione delle misure preventive, i contagi di Coronavirus all’interno delle scuole possono essere tenuti sotto controllo.
Poiché i bambini generalmente sono meno suscettibili all’infezione dal Coronavirus rispetto agli adulti e, secondo diversi studi, hanno meno probabilità di contagiare gli adulti, i ricercatori italiani affermano che la chiusura di intere scuole in presenza di casi isolati di Covid-19 potrebbe essere una strategia non efficace per controllare la diffusione del virus.
Va precisato, tuttavia, che i dati sui contagi a scuola raccolti nello studio vengono non da fonti di autorità sanitarie ma dai media e potrebbero non essere affidabili riguardo alla situazione delle singole scuole. Inoltre, lo studio italiano è stato pubblicato in preprint su medRixv, rivista che pubblica studi scientifici preliminari, non ancora verificati da terzi (peer-reviewed). Dunque non può ancora essere definito una fonte di informazione consolidata, né può essere utilizzato come guida per la pratica clinica. Va preso soltanto come indicazione generale.
Lo studio italiano sui contagi nelle scuole è stato riportato dalla rivista News Medical.
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