Care unimamme vediamo come capire quando nostro figlio è pronto per lo svezzamento
Per svezzamento si intende il passaggio da un’alimentazione esclusivamente a base di latte ad una mista nella quale sono presenti anche cibi solidi o semi solidi, come abbiamo spiegato nell’articolo: “Svezzamento: cos’è e perché farlo”. Per capire se il bambino è pronto per lo svezzamento bisogna osservarlo bene: sarà lui stesso a farvi capire quando è pronto ad inserire nella sua dieta alimentare alimenti diversi dal latte.
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L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda la prosecuzione dell’allattamento esclusivo al seno fino ai sei mesi circa di età. L’ OMS non indica però un’età precisa dato che i fattori che determinano il momento migliore per svezzare il bambino sono soggettivi al bambino stesso, si raccomanda però di continuare con l’allattamento materno combinato all’alimentazione con cibi solidi per un periodo di tempo di 12-24 mesi.
L’American Academy of Pediatrics conferma il consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di allattare esclusivamente al seno per i primi sei mesi, a cui segue l’allattamento al seno come alimentazione complementare al cibo solido, per un anno o per un periodo più lungo.
Su questa decisione incidono di solito molti fattori, di carattere personale, di salute e sociali.
Il lavoro della mamma può condizionare la durata dell’allattamento. Proprio per questo è molto importante che la neomamma sia supportata dalla sua famiglia, e dal suo medico. Anche se il bambino inizia ad alimentarsi con cibo solido può infatti continuare ad essere allattato al seno. In queste situazioni può essere d’aiuto il tiralatte per consentire alla mamma di combinare l’allattamento al seno diretto a quello con il biberon.
Come capire se il bambino è pronto
Possiamo dire comunque che un bambino è pronto per lo svezzamento nel momento in cui raggiunge tutte le competenze fisiologiche necessarie:
- una maturità digestiva che si ha di solito intorno ai 4-5 mes
- se non ha più il riflesso di spingere il cucchiaio fuori dalla bocca con la lingua (riflesso di estrusione) non lo forzate perché questo riflesso lo aiuta a non soffocare
- se è in grado di deglutire gli alimenti
- se ha la capacità di stare seduto autonomamente mantenendo la schiena eretta, con un buon controllo della testa
- se ha la capacità di coordinare occhi mani e bocca per guardare il cibo prenderlo e portarlo in bocca
- se è più attivo dorme meno di giorno e capita spesso che sia sveglio durante i pasti della famiglia
- quando è interessato a ciò che stai mangiando e cerca di afferrare la forchetta o altro
- quando mostra il proprio interesse nei confronti di alcuni alimenti
Quest’ultimo aspetto è fondamentale: se il lattante non mostra ancora interesse verso i cibi solidi, anche se sugli altri aspetti è pronto non si potrà proseguire con la svezzamento.
Fondamentalmente dobbiamo sempre aspettare che sia il bambino a manifestare il suo interesse per il cibo solido.
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Non esistono ragioni mediche per anticipare
Alcuni bambini possono essere pronti anche prima dei sei mesi altri qualche settimana dopo. Alcuni genitori e alcuni pediatri tendono ad anticipare lo svezzamento proponendo i primi alimenti già intorno ai quattro mesi: ma non c’è nessuna ragione medica che giustifichi questo anticipo.
Spesso si tende ad anticipare lo svezzamento dei bambini nutriti con latte formulato ma si tratta di un alimento completo sotto il punto di vista nutrizionale.
Alcuni pediatri dato che il latte artificiale ha sempre lo stesso sapore a differenza del latte materno, per abituare il bambino a sapori nuovi suggeriscono di svezzarlo dopo il quinto mese.
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Le tabelle e i calendari per lo svezzamento non servono
Oramai si è capito che le tabelle non servono a niente e questo ha reso lo svezzamento molto più semplice. Non si può fissare un momento per iniziare svezzamento sono i nostri bambini a dircelo.
Quindi care unimamme non c’è bisogno di stressarsi, basta osservare il vostro bambino, e come scrive Lucio Piermarini su Uppa “a un certo punto sarà il bambino stesso durante il pranzo, la cena, a tendere le mani per dire che vuole partecipare a quel che sta accadendo a tavola“ e a quel punto starà a noi accontentarlo lasciandogli a portata di mano un po’ di cibo sminuzzato, e come dice Piermarini “se il piccolo è veramente intenzionato afferrerà la posata e la porterà sotto la vostra guida alla bocca. E se è veramente pronto inizierà prudentemente a masticare, valuterà odori e sapori, probabilmente li riconoscerà e con sua grande soddisfazione deglutirà in tutta sicurezza”.
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Care unimamme cosa ne pensate di questi consigli di cui parla Lucio Piermarini?
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