Emergenza Coronavirus: “La scuola deve restare aperta”, le voci contro le chiusure.
La scuola sta diventando terreno di scontro politico riguardo alla gestione dell’emergenza causata dalla nuova impennata di casi di Coronavirus. Dopo la decisione del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di chiudere tutte le scuole della regione per due settimane. fino al 30 ottobre, sono molte le voci contrarie a questo provvedimento. A cominciare dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che ha definito la decisione di De Luca “gravissima“.
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“In Campania lo 0,75% degli studenti è risultato positivo a scuola e di certo non se lo è preso a scuola”, ha sottolineato Azzolina. “La media nazionale è 0,080% – ha aggiunto -. Se c’è crescita contagi non è di certo colpa della scuola“.
“Se non vogliamo sacrificare la scuola – ha detto ancora Azzolina – si può lavorare per lo smart working ancora di più. La mattina non sono solo gli studenti a salire sui mezzi. Lasciare gli studenti a casa è inaccettabile se vogliamo considerare i numeri dei contagi nelle scuole. Si devono spalmare su tutti gli altri settori le necessità sul prendere o non prendere i trasporti“, che può riguardare anche “un dipendente pubblico”.
Critiche sono arrivate anche dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Chiudere così in blocco le scuole non è la migliore soluzione“, ha commentato. Altre voci di critica verso la decisione della Campania si sono sollevate in queste ultime ore.
Crescono le voci di critica contro la decisione della Regione Campania di chiudere le scuole di fronte alla recrudescenza dei contagi da nuovo Coornavirus sul suo territorio, penalizzando però bambini e ragazzi, che hanno già perso molti mesi quest’anno, e mettendo in difficoltà le famiglie.
Tra queste, c’è anche la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, che ha insisto sul fatto che le scuole devono rimanere aperte, “i nostri studenti hanno il diritto di entrare nelle scuole e frequentare, avere la didattica in presenza“, ha detto. Affinché sia garantita l’apertura delle scuole e la didattica in presenza e allo stesso tempo si tenga sotto controllo l’epidemia di Coronavirus, Gissi ha invocato “l’intervento della protezione civile con presidi davanti alle scuole“.
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“Oggi è facile chiudere le scuole come sarà facile tra non molto definire ulteriori provvedimenti gravi nei confronti delle attività commerciali, sportive o ludiche“, ha detto la segretaria Cisl Scuola all’Adnkronos. “Oggi è facile, perché è l’azione più immediata – ha spiegato -. I dati della sanità in Campania, le immagini che abbiamo visto di difficoltà delle famiglie campane, anche solo per accedere ad un tampone non è solo storia delle regioni del Sud, ma appartiene all’esperienza forse di ognuno di noi“.
“La priorità scuola è quindi la necessità di mantenere aperte le istituzioni scolastiche in un momento critico come quello che stiamo vivendo – ha continuato Gissi – la questione non può essere risolta con i proclami, con gli interventi in diretta e nemmeno con i Dpcm, in alcuni casi rivisti e disattesi per essere rivalutati con i soggetti imprenditoriali o con coloro che hanno altri interessi“.
“Ogni azione è stata legata ideologicamente ad un obiettivo definito sulla carta, in alcuni casi poco realizzabile“, ha accusato Gissi, sottolineando che “il grido di allarme” dei mesi scorsi “degli enti locali, delle famiglie e delle organizzazioni sindacali è caduto nel vuoto”. La sindacalista ha puntato il dito contro la mancanza di una vera programmazione per la riapertura delle scuole, senza una definizione di obiettivi prioritari come quello di “potenziare la sanità territoriale con l’intervento del medico scolastico” per mettere in atto “le azioni necessarie per prevenire i contagi che la scuola raccoglie suo malgrado“. La conseguenza, ha affermato Gissi è che “ci siamo ritrovati una scuola isolata“.
Per tenere le scuole aperte occorre, tuttavia, che ci siano le condizioni per tenere sotto controllo i contagi. Per questo motivo la segretaria Cisl ha chiesto l’intervento della Protezione Civile. “Possiamo tenere aperta la scuola – ha affermato -, ma solo se si creano le condizioni per operare velocemente, precocemente nei confronti di un contagio che non guarda in faccia la provenienza sociale, economica e territoriale, ma che deve essere arrestato con i mezzi a disposizione, anche grandi mezzi, da parte della Protezione Civile, alla quale chiediamo di scendere in campo e di non fermarsi ad una discussione al latere“.
“Se emergenza è emergenza sia e davanti ad ogni scuola è necessario un immediato intervento per effettuare i tamponi rapidi e non a seconda delle regioni e dei finanziamenti messi a disposizione, – ha sottolineato la sindacalista – ma perché l’intervento della Protezione Civile avrebbe proprio il fine di proteggere il nostro Paese, i nostri bambini e i nostri ragazzi. Non vogliamo che le scuole chiudano, non pensiamo alla didattica per emergenza come ad una soluzione, ma non vogliamo nemmeno ripercorrere le tristi storie che oggi sono già oggetto di discussione in magistratura“, ha concluso Gissi.
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