La storia di Raffaele Capperi ha emozionato davvero tutti. Il ragazzo affetto d auna grave malattia è da sempre vittima di bullismo.
Raffaele è un ragazzo come tanti altri, ma purtroppo il destino non è stato così clemente nei suoi confronti.
Capperi da quando è nato è affetto dalla sindrome di Treacher Collins e a causa di questo è da sempre è vittima di bullismo non solo dal vivo, ma anche online.
Il bullismo purtroppo è un cancro della nostra società e che sempre di più si sta diffondendo tra i ragazzi più giovani.
In un articolo precedente si è affrontato l’argomento, cercando di individuare quali sono i segnali che un bambino colpito da bullismo trasmette ai propri genitori, ignari della situazione.
La storia di Raffaele è nota al grande pubblico perché il ragazzo, stanco delle continue angherie e degli atti di bullismo contro di sé, ha deciso di partecipare alla trasmissione di Canale 5, Tu si que vales, dove ha raccontato la sua vita.
Un racconto che ha catturato immediatamente l’attenzione del grande pubblico e che ha lasciato in chi lo ha ascoltato una sensazione davvero poco descrivibile.
Una storia che ha toccato nel profondo tutti coloro che lo hanno ascoltato e soprattutto i giudici del programma tra cui Maria De Filippi.
Raffaele, purtroppo, è stato costretto a vivere il bullismo anche online. Un luogo che è sempre una minaccia soprattutto per i più giovani.
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Come si è visto in un articolo passato, il cyberbullismo è sempre più diffuso e le denunce da parte dei genitori sono molto diffuse.
Ma ecco cosa ha raccontato Raffaele, da solo su un palco, davanti ai giudici di Tu si que vales: “Sono nato con la sindrome di Treacher Collins, una malattia che provoca malformazione al viso, problemi di respirazione e udito ma non mina l’attività cerebrale. […] Ho subito tante operazioni di ricostruzione del volto. Fino a 19 anni sono stato quasi del tutto sordo e adesso sento grazie a un apparecchio acustico. Invece la voce mi è rimasta nasale, ma me ne sono fatto una ragione. Da bambino pensavo che sarei riuscito ad avere un aspetto simile a quello degli altri bambini in breve tempo. Invece ci sono voluti molti anni e molti interventi chirurgici per diventare come sono adesso. La mia famiglia mi ha fatto operare da piccolo, non per com’ero ma per permettermi di vivere una vita più serena. Li ringrazierò a vita perché mi hanno trasmesso solo amore. Purtroppo non tutti i bambini hanno avuto la stessa fortuna”.
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Ma la parte più dolorosa arriva nel momento in cui Raffaele ha descritto tutte le cose terribili che ha vissuto in passato a causa di questa malattia: “Il mondo è stato cattivo con me – ha svelato -. Fin da bambino il mio aspetto ha generato reazioni esagerate e di disprezzo. Ho pianto in silenzio per non pesare sui miei genitori. […] Sono stato preso in giro da coetanei e adulti. Il bullismo mi ha fatto male, mi sentivo disprezzato. Non sapevo davvero cosa fare per non essere visto. Mi hanno chiamato mostro e alieno, ridendo alle mie spalle. Ma perché tutto questo? Dopo tanti anni di vita passata a nascondermi, ho avuto il coraggio di mostrare il mio viso sui social. Ed è proprio lì che ho ricevuto gli attacchi più terribili. Oggi sono qui perché vorrei riuscire a dire basta al bullismo”.
Insomma un appello davvero accorato quello di Raffaele che si rivolge ai suoi aguzzini con tatto e gentilezza, chiedendo loro di non accanirsi contro persone che purtroppo non sono state fortunate come loro e che nel loro intimo già vivono un conflitto davvero enorme.
Un pensiero che davvero fa tanto riflettere e che non può essere ignorato.
Nel 2020 non è ammissibile che esistano ancora queste terribili storie, Raffaele come tutti i ragazzi della sua età ha il diritto di essere felice e di vivere la vita che merita, senza che nessuno gli dica di doversi andare a nascondere a causa del suo volto.
Si tratta semplicemente di essere gentili con gli altri ed empatici, immedesimarsi nei panni delle altre persone può essere un ottimo modo per poter superare questi orrendi atti di bullismo e ciò è un insegnamento che ogni genitore dovrebbe trasmettere ai propri figli.
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E voi unimamme avete sentito la storia di Raffaele?
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