I danni da esposizione da droghe e alcol nei bambini piccoli. L’allarme degli esperti.
L’esposizione dei bambini piccoli ad alcol, fumo o droghe è un problema gravissimo a tutti noto ma purtroppo molto sottovalutato. Non sono rari i casi di neonati con sindrome feto-alcolica o con crisi di astinenza da sostanze stupefacenti. Condizioni dovute all’assunzione di alcol o droghe da parte delle madri durante la gravidanza.
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Si tratta purtroppo di casi molto più diffusi di quanto si pensi, che i medici e il personale sanitario constatano nei bambini appena nati o quando sono ancora molto piccoli. Se non è la mamma ad assumere stupefacenti, alcol o fumo, alle volte è l’ambiente in cui bimbi vivono ad essere a rischio. I casi di cronaca hanno riferito di bambini piccoli che hanno ingerito accidentalmente droghe che si trovavano incustodite in casa o che sono stati esposti al fumo di marijuana. L’esposizione a queste sostante può causare danni seri alla salute dei neonati.
L’esposizione dei bambini piccoli, neonati o addirittura non ancora nati, a droghe, alcol e fumo può causare danni molti gravi alla salute e al loro sviluppo. Danni che possono essere permanenti. L’allarme viene dai medici ed esperti di sanità.
Roberta Pacifici, direttore del Centro alcol, fumo e droghe dell’Istituto Superiore di Sanità, ha avvertito che “l’assunzione di droghe, come la marijuana, per bambini piccoli o piccolissimi (o addirittura ancora in utero) può provocare seri danni al sistema nervoso e alla crescita: è un fenomeno di cui si parla poco, rispetto ad esempio alla più nota sindrome feto-alcolica, ma che si diffonde in maniera preoccupante”. Lo ha sottolineato l’esperta in un’intervista all’agenzia Agi, commentando il caso di cronaca della bimba di 14 mesi in coma per la probabile ingestione di marijuana trovata in casa.
L’esperta ha evidenziato che in questi casi è importante prima di tutto “capire se si tratta di un’esposizione accidentale, magari un’ingestione per errore, o se il fenomeno è ripetuto nel tempo, perché il bambino si muove in un ambiente ‘contaminato'”. Si tratta, infatti, di due situazioni molto diverse. La continua esposizione a sostanze stupefacenti può avere serie conseguenze a lungo termine, rispetto all’ingestione accidentale anche se grave. Per verificare quale delle due situazioni sia in atto più che l’esame delle urine va fatto quello del capello. Grazie a questo test, infatti, e alle sostanze eventualmente rilevate, si può scoprire se l’esposizione è dovuta a un incidente o a un caso isolato oppure se è “cronica”.
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Le conseguenze sulla salute, infatti, sono molto diverse a seconda che l’esposizione a sostanze stupefacenti sia un episodio isolato o una condizione che dura nel tempo. Pacifici ha spiegato che “se c’è un’esposizione prolungata ci possono essere effetti seri su un sistema nervoso ancora in formazione come quello dei bimbi, e anche sulla crescita“. L’esperta ha aggiunto che “sostanze come la marijuana hanno importanti effetti neurologici, dalla perdita di memoria alla scarsa concentrazione, che nei più piccoli sono amplificati e possono anche diventare irreversibili“.
Per scoprire l’esposizione dei bimbi appena nati a sostanze stupefacenti o alcol durante la gestazione, si analizza il meconio, le prime feci neonatali. Grazie a questo esame è possibile ricostruire l’esposizione a sostanze dannose durante la gravidanza della madre e spesso i risultati delle analisi sono impressionanti. Se nel meconio vengono trovati elevati livelli di nicotina, significa che la madre del neonato è stata una forte fumatrice durante la gravidanza.
Va ricordato, poi, che anche con l’allattamento al seno la mamma trasmette al bebè le sostanze tossiche che assume. Quelli che per i genitori possono sembrare solo dei “vizi” sono dei pericoli molto gravi per la salute dei bambini, per la loro crescita e lo sviluppo sano.
“Dobbiamo ricordare quanto fragile sia l’equilibrio soprattutto neurologico dei nascituri e dei bimbi piccoli, di pochi mesi – ha avvertito Roberta Pacifici -. I danni che una sostanza tossica causa anche al cervello degli adulti, nei più piccoli vengono amplificati e rischiano di lasciare un segno permanente”.
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