Scuola, le finestre aperte in classe disperdono le particelle di Coronavirus. La scoperta di uno studio scientifico.
A poco più di un mese dalla riapertura delle scuole mentre i contagi di Coronavirus salgono di nuovo drammaticamente in tutta Italia, soprattutto in Campania e tra Lombardia e Piemonte, rimane il problema delle scuole. Tenerle aperte oppure no in questa situazione?
Il provvedimento di chiusura del presidente della Campania Vincenzo De Luca dei giorni scorsi ha suscitato moltissime polemiche ed è stato criticato anche dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una decisione che De Luca ha preso in autonomia, per la durata di due settimane, di fronte al rapido aumento dei contagi nella sua regione. Le famiglie però si sono trovate in difficoltà e molte mamme hanno protestato contro la chiusura. Nel frattempo De Luca ha concesso da lunedì 26 ottobre la riapertura delle scuole elementari, mentre la Campania da venerdì 23 ottobre entrerà in coprifuoco dalle 23 alle 5 come la Lombardia.
Perfino l’Irlanda, il primo Paese europeo a ripristinare il lockdown, ha deciso di mantenere le scuole aperte. I ragazzi di tutta Europa sono rimasti a casa per troppi mesi dallo scorso marzo e togliergli di nuovo le lezioni in presenza, soprattutto ai più piccoli, può rappresentare un grosso danno, sia in termini di apprendimento che di socialità.
Diversi studi, del resto, hanno mostrato che a scuola i contagi sono rari. In classe vengono osservati rigidi protocolli di sicurezza sanitaria, tra distanziamento, uso della mascherina, igiene delle mani e ricambio dell’aria. I contagi avvenuti all’interno delle scuole, infatti, sono pochissimi e quando una classe viene messa in quarantena per il contagio di un suo alunno accade quasi sempre perché ha contratto il virus fuori dalla scuola, spesso in famiglia.
Il problema, semmai, riguarda i trasporti per arrivare a scuola che non sono stati adeguatamente potenziati per permettere ai passeggeri di stare sufficientemente lontani gli uni dagli altri. Un problema che riguarda soprattutto autobus e metropolitane nelle grandi città che all’ora di punta continuano ad essere presi d’assalto. Molte persone indossano sui mezzi pubblici la mascherina chirurgica ma è chiaro che non basta. Chiudere le scuole perché non si è fatto in tempo a riorganizzare i trasporti non è giusto. Così si stanno utilizzando soluzioni alternative alle chiusure più drastiche, come il coprifuoco notturno, la chiusura anticipata per bar e ristoranti, infine il limite alle riunioni di persona, anche a casa.
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Sebbene i contagi siano pochi a scuola, inferiori rispetto alla media nazionale, aumenteranno anche qui. Pertanto è fondamentale osservare con attenzione tutte le norme di sicurezza e tenere il più possibile le finestre aperte in classe. Vi abbiamo già spiegato dell’importanza del ricambio dell’aria in classe. Ora, quanto sia fondamentale per la prevenzione dei contagi da Coronavirus è confermato da un recente studio scientifico americano. Ecco cosa bisogna sapere.
Per contenere i contagi da Coronavirus nelle scuole è assolutamente indispensabile osservare le misure di prevenzione, dal distanziamento fisico all’igiene delle mani fino al tanto discusso utilizzo della mascherina che in molti oramai suggeriscono di indossare sempre anche durante la lezione in classe. Una importante misura di precauzione, poi, come è stato ripetuto più volte nei mesi scorsi, è quella di arieggiare gli ambienti chiusi, soprattutto quelli dove un gruppo di persone trascorre numerose ore. Come le aule scolastiche appunto.
Alla riapertura delle scuole, a inizio anno scolastico, abbiamo visto le immagini dei ragazzi seduti ai loro banchi nelle aule che avevano le finestre aperte. Inizialmente è stato facile, con il clima ancora estivo, ma ora con l’arrivo dei primi freddi diventa difficile. Le temperature scendono, fuori l’aria è molto più umida oppure piove. Difficile mantenere le finestre aperte, eppure è fondamentale. Un nuovo studio scientifico spiega infatti quanto le particelle infette di Sars-Cov-2 possano essere disperse nell’aria e quindi diminuire in modo considerevole i rischi di contagio, grazie alle finestre aperte.
Lo studio è stato condotto proprio all’interno di un’aula scolastica dai fisici dell’Università americana del Nuovo Messico. I ricercatori hanno studiato il trasporto di aerosol e goccioline di saliva all’interno degli ambienti chiusi allo scopo di trovare misure efficaci per contrastare a diffusione del virus. Inoltre, hanno utilizzato un modello sulla dinamica delle particelle fluide per esplorare il trasporto di aerosol all’interno di una classe con aria condizionata.
Durante lo studio è emerso che la distribuzione dell’aerosol all’interno della stanza non è uniforme, a causa dell’aria condizionata e della posizione della sorgente. Infatti, “le particelle possono essere trasmesse da uno studente ai banchi o ai vestiti di altri studenti, anche se tenuti separati da una distanza di 2,4 metri“, ha affermato Khaled Talaat, uno degli autori. Secondo il ricercatore, “la posizione dello studente all’interno dell’aula influisce sulla probabilità di trasmettere particelle ad altri e di riceverle“.
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Il rischio di contagio, dunque, è più alto di quanto si pensasse, anche in presenza di studenti distanziati, per via delle particelle infette trasmesse via aerosol, più piccole delle goccioline di saliva, droplets, che normalmente diffondono il contagio ma che non restano sospese nell’aria e si trasmettono soprattutto da persona a persona.
Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che “quasi il 70% delle particelle esce dal sistema quando le finestre sono aperte“. Ecco dunque l’importanza di tenere le finestre aperte in classe, durante la lezione, anche se fa freddo.
Talaat, poi, ha aggiunto che la ricerca mostra che “l’aria condizionata rimuove fino al 50% delle particelle rilasciate durante l’espirazione e la conversazione, ma il resto si deposita sulle superfici all’interno della stanza e può rientrare nell’aria“. Dunque l’aria condizionata non è sufficiente. Occorre tenere le finestre aperte. Le conclusioni dello studio riguardo all’aria condizionata evidenziano l’importanza di utilizzare sistemi di filtrazione e sterilizzazione efficaci nei condizionatori d’aria.
Infine, riguardo agli schermi protettivi posti davanti ai banchi, lo studio americano ha dimostrato che riducono significativamente la trasmissione di particelle infette da uno studente all’altro. Questo accade, ha spiegato Talaat, perché “influenzano la circolazione del flusso d’aria vicino alla sorgente, facendo cambiare le traiettorie delle particelle”.
Lo studio americano è stato pubblicato sulla rivista Physics of Fluids ed è riportato da Orizzonte Scuola, che a sua vota cita l’agenzia Ansa.
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