Sul congelamento degli ovuli in Italia si è dibattuto moltissmo, ma approfondendo la legge si nota che non è uguale per tutti.
Ai tempi di oggi, purtroppo, ci sono molte coppie che non riescono ad avere figli naturalmente e dopo diversi tentativi si rivolgono a dei medici esperti.
A volte, il concepimento non avviene per cause fisiologiche, tanto che con una corretta alimentazione, un pò di sport e condurre una vita meno frenetica, molte coppie riescono a raggiungere il loro obiettivo.
Tuttavia la scienza in questo ambito sta facendo dei passi da gigante e ci sono tantissime famiglie che si rivolgono a cliniche specialistiche per procedere con la fecondazione assistita, in vitro o l’inseminazione artificiale.
Sulla fecondazione in vitro si è scritto in qualche articolo precedente, mostrando come la scienza anno dopo anno è riuscita a rendere la pratica sempre più efficace.
In ogni caso in gran parte del mondo esiste una pratica, il congelamento degli ovuli, a cui molte coppie ricorrono nel caso di difficoltà nel procreare naturalmente.
In Italia le legge che regola questo tipo di pratica è molto arretrata e presenta delle gravi disparità tra le varie persone che vogliono ricorrere a questa.
Congelamento degli ovuli: la legge non sempre è uguale
Il termine scientifico che indica tale pratica si chiama “crioconservazione degli ovociti” e prevede che gli ovuli vengano estratti, trattati e conservati in azoto liquido a una temperatura pari a -196°C, con la possibilità di donarli alla ricerca, a una coppia o a un individuo per la propria riproduzione.
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Nel mondo come si è scritto sopra, è un trend in crescita, ma in Italia la pratica è utilizzata pochissimo e, a differenza degli altri Paesi è poco regolamentata, perché la legge ne parla solo a livello di fecondazione assistita e in relazione alla coppia.
L’unica legge a cui si può far riferimento è la n.40 del 2004 – un pò vecchiotta si potrebbe dire – che stabilisce la possibilità per le coppie eterosessuali (sposate e riconosciute) di servirsi della fecondazione assistita, ma vieta il congelamento degli ovuli.
Nel 2009 una sentenza della Corte Costituzionale cambia le carte in tavola, aprendo la possibilità per le coppie di congelare i propri embrioni e riutilizzarli in futuro.
Per il momento lo Stato italiano appoggia una posizione, cioè quella di “poteggere la vita” e quindi conserva gli embioni in eterno, indipendendentemente dalla volontà della coppia.
Nel 2014 un’altra sentenza della Corte Costituzionale ha concesso la possibilità di servirsi della fecondazione eterologa – cioè quella in cui si utilizzano gli ovuli o gli spermatozoi di un donatore -, ma diretto soltanto alle coppie che soffrono di sterilità o infertilità assoluta.
Al momento il congelamento degli ovuli è prassi che rientra nelle competenze dell’Istituto Superiore di Sanità, dal momento che offre alle donne la possibilità di congelare i propri ovuli nel caso in cui stiano andando incontro a terapie, come la chemio o la radioterapia, procedure che mettono a rischio la fertilità.
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A quanto pare le criticità relative a questa lagge sono tantissime perché non tutelano tutti gli altri casi in cui si ricorre a questa pratica.
Non c’è nulla di scritto che tuteli una donna single che voglia congelare i propri ovuli o su una donna omosessuale che voglia preservare i suoi ovuli per fare un figlio un giorno con la sua compagna.
Inoltre non è chiaro se si possono donare i propri ovuli alla ricerca oppure se si vogliono donare a una coppia che desidera avere un figlio.
La legge non cita minimamente questi casi e nel caso si voglia procedere in questo modo è difficile comprendere come muoversi.
Così accade che questo difficile compito viene delegato alla prassi delle cliniche specializzate, cosa che relega il congelamento degli ovuli solo per poche persone.
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E voi unimamme eravate a conoscenza di queste notizie relative al congelamento degli ovuli?
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