Le scuole non hanno aumentato i contagi di Covid, no alla chiusura, lo studio del Patto Trasversale per la Scienza.
Mentre peggiora l’epidemia di Covid-19 in Italia, con un repentino aumento dei contagi e il governo che con le regioni e gli altri enti si affanna a trovare soluzioni che contengano la diffusione dell’epidemia senza dover imporre un rigido lockdown, torna la questione dei contagi nelle scuole. C’è chi vorrebbe chiuderle, come ha già fatto De Luca in Campania, e chi invece, come la ministra Azzolina, vuole tenerle aperte.
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Mentre il governo sta studiando nuove misure restrittive per contenere i contagi sul territorio nazionale, cercando di mantenere aperte le scuole, alcuni ricercatori hanno pubblicato uno in cui si afferma che la riapertura delle scuole non ha aumentato i contagi di Coronavirus in Italia, ma segue l’andamento nazionale dell’epidemia. Sono invece insufficienti le misure di prevenzione adottate.
Scuole non hanno aumentato i contagi di Covid, no alla chiusura
L’impennata dei contagi di Covid-19 che si sta registrando da un paio di settimane in Italia non è colpa della riapertura delle scuole, che invece registrano lo stesso andamento dei contagi che si registra sul territorio. “La scuola riflette lo stesso rischio che c’è nel resto della comunità… non è un acceleratore del contagio“, ha spiegato la professoressa Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova in un’intervista a Orizzonte Scuola.
La professoressa è autrice dello studio “Indagine sulla propagazione del virus nelle scuole“, insieme ai professori Enrico Bucci e Guido Poli, nell’ambito del Patto Trasversale per la Scienza di cui fanno parte.
“I nostri dati – ha aggiunto Viola – suggeriscono che al momento non esistano motivi per evocare la chiusura delle scuole più di quanto non ve ne siano per un lockdown dell’intera società, poiché non sembra ascrivibile alla scuola l’aumento dei contagi”. Un lockdown generale che tutti vogliono evitare, almeno a parole, a cominciare dal governo che sta studiando delle chiusure settoriali e l’introduzione del coprifuoco notturno, come già avvenuto in alcune regioni.
La nuova ondata di contagi non è partita dalla riapertura delle scuole, ha sottolineato Viola, “nel senso che la riapertura non ha inciso sull’aumento dei casi che stiamo registrando“. Naturalmente, con la sua diffusione nella società, il virus arriva anche nelle scuole come negli altri ambienti. Tuttavia, “se le regole vengono rispettate e, dal nostro punto di vista, rese più stringenti e uniformi, il rischio di contagio è minore che in ambienti non controllati“, ha detto ancora l’immunologa.
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Le misure di prevenzione, tuttavia, devono essere più severe e rigide, soprattutto uniformi su tutto il territorio nazionale. Per rendere la scuola davvero sicura, ha spiegato la professoressa “servono azioni mirate e coordinate“. Tra le misure da adottare a scuola, c’è l’uso della mascherina sempre e per tutti, anche in classe durante la lezione.
Nel frattempo, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina torna a ripetere che la diffusione del virus all’interno delle scuole è limitata. “Il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità dice che la trasmissione del virus dentro le scuole è ancora limitata: i focolai a scuola nella settimana dal 12 al 18 ottobre sono solo il 3,5% di tutti i nuovi focolai che si registrano nel Paese. Ma il dato più sorprendente è un altro: la settimana precedente (5-11 ottobre) erano il 3,8%. Quindi il numero di focolai dentro le scuole è addirittura sceso, in proporzione al totale. L’ISS conferma che dentro le scuole il rischio di trasmissione del virus continua ad essere molto molto basso.”, ha scritto Azzolina sui Facebook.
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