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Bambini

Bimbi capricciosi? Forse è il caso di imparare dai bambini giapponesi

Published by
Laura D'Arpa

A quanto pare i bambini giapponesi sono molto più obbedienti dei nostri figli. Ma qual è il metodo educativo che seguono le mamme nipponiche?

Mamma e figlio (fonte unsplash)

Sembra che i bambini italiani siano i più capricciosi al mondo.

I continui lamenti possono essere frutto di diverse motivazioni: dall’avere fame, sonno, alla richiesta di un giocattolo nuovo.

Insomma tutte le mamme italiane sanno benissimo che quando il piccolo è in modalità no, è necessario ricorrere ai ripari per riuscire a superare la giornata.

Addirittura un papà ha anche inventato un’idea geniale per riuscirli a calmarli in pocchissimo tempo, cosa che ha fatto il giro del web.

Tantissimi sono i video o i metodi che spiegano come poter calmare i propri figli nel momento in cui iniziano a fare i loro continui capricci.

Molti di questi sono facilmente rintracciabili sul web, tanto che molte mamme e papà li guardano in modo tale da calmare i loro bimbi: come quello del maestro che insegna ” come prenderli”.

Tuttavia è uscito fuori che i bambini giapponesi sono i più obbedienti del mondo e che il merito di tutto questo è da attribuire alle loro mamme molto presenti nelle loro vite fin dalla nascita.

Pare che tra le mamme e i bambini giapponesi, fin da quando vengono al mondo, si instauri un rapporto quasi simbiotico da fare invidia a tutte le altre mamme.

Bambini giapponesi più obbedienti: ecco tutti i motivi

Bambini giapponesi (fonte unsplash)

Le motivazioni che portano i bambini giapponesi ad essere più tranquilli e obbedienti sono diverse e molte di queste sono radicate nella loro cultura.

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Come è noto i giapponesi sono molto ligi alle regole e ai doveri, tanto che il Giappone è uno dei Paesi con un indice di crimalità bassissimo.

Di conseguenza anche i bambini nipponici, crescendo in un ambiente come questo, sono molto più rispettosi e meno capricciosi dei nostri.

Ovviamente a fare in modo che i bimbi si comportino in questo modo sono proprio i genitori che fin quando mettono al mondo il loro piccolo gli forniscono dei principi cardine a cui far riferimento, oltre al buon esempio.

I principi base promossi dalle famiglie giapponesi sono l’empatia, l’armonia e l’attaccamento, valori che si trovano all’interno di uno studio che mette a confronto tutti i tipi di educazione che esistono al mondo ed è noto come il Discipline in early childhood, pubblicato dall’Associazione del Kansas sulla salute mentale nell’Infanzia e nella Prima Infanzia.

Insomma tutti i bambini giapponesi rispettano due regole fondamentali: quella di essere indipendenti e quella di seguire pedissequamente a casa tutto quello che fanno i loro genitori, specialmente il comportamento della madre.

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Dal momento che i genitori sono così presenti nella vita dei loro figli riescono a smorzare tutti quegli atteggiamenti capricciosi e lamentosi tipici degli occidentali. La figura della madre è poi è fondamentale.

Questa accompagna, senza lasciarlo mai di vista, il proprio bambino fino all’adolescenza affidandosi raramente alle cure delle bebysitter o dei nonni.

Quindi il rapporto con la madre è uno dei pilastri del sistema educativo giapponese, tanto che le mamme nipponiche praticano il cosleeping con i loro figli fino ai sei anni.

In molti nel parlare del rapporto tra madre e figli giapponesi lo definiscono non solo simbiotico, ma quasi un tutt’uno fino a quando il bambino a tre anni non inizia la scolarizzazione.

Le madri giapponesi, nel far comprendere ai loro piccoli cosa sia giusto o sbagliato, non ricorrono quasi mai a delle punizioni, ma con grande pazienza spiegano ai figli il perché il loro comportamento è sbagliato e quali conseguenze può avere sulle altre persone.

Un altro pilastro della loro educazione è basato agendo sulla persuasione e sul senso di vergogna, ciò evita che il bambino possa inscenare dal nulla piagnestei e lamenti per cosa da nulla, soprattutto davanti ad altre persone.

Dunque in Giappone si educa con gentilezza, facendo capire al piccolo cosa deve fare. Ad esempio in Italia una mamma si rivolge al bambino con un tono più imperativo come “metti a posto i giocattoli!”, al contrario la madre giapponese dirà: “cosa dovresti fare ora con la cesta dei giocattoli?”.

Infine la mamma giapponese non rimprovera il bambino con urla, ma solo con la forza di uno sguardo e quando il piccolo si rende conto che il rapporto si sta inclinando, allora farà di tutto per non rompere l’armonia di prima.

Giappone (fonte unsplash)

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E voi unimamme eravate a conoscenza di questi metodi educativi delle mamme giapponesi?

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Laura D'Arpa

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