Emergenza Covid in Italia: “L’inizio di sei mesi di morte”, l’avvertimento sfogo di una specializzanda, giovane dottoressa.
In questi giorni di recrudescenza della pandemia di Covid-19 in Europa, Italia compresa, un nuovo boom di contagi giornalieri rischia di farci ripiombare nella tragedia di marzo. Se la maggior parte dei casi di Coronavirus sono lievi, con un’ampia prevalenza di asintomatici (tra il 50 e il 60% secondo le stime), anche perché sono stati rintracciati più casi, la crescita esponenziale è implacabile. Significa che i contagi raddoppiano in modo costante, ad ogni intervallo di tempo.
Nel caso italiano questo intervallo è di circa una settimana e ha visto i contagi complessivi di Covid-19 giornalieri passare dai 2.548 del 1° ottobre ai 4.458 dell’8 ottobre, agli 8.803 del 15 ottobre, ai 16.078 del 22 ottobre; mentre domenica 25 ottobre i casi giornalieri hanno superato quota 21mila.
Accanto al numero dei contagi, hanno ripreso a salire anche i ricoveri negli ospedali e nelle terapie intensive. Al 1° ottobre nei reparti ordinari degli ospedali erano ricoverati in tutta Italia 3.097 pazienti; un numero che era tornato a salire già a metà agosto, fino ad arrivare ai 12.997 ricoverati il 26 ottobre.
Nelle terapie intensive i posti letto occupati stanno crescendo dai 291 del 1° ottobre (in tutta Italia) ai 1.284 ricoveri del 26 ottobre, con la soglia dei mille raggiunta il 23 ottobre (1.049 ricoveri).
Si tratta di numeri molto preoccupanti che rischiano di portarci a una situazione ben peggiore di quello di marzo, considerando anche abbiamo quattro mesi pieni di autunno-inverno davanti a noi, con il freddo che contribuisce all’aumento dei contagi.
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Uno scenario che ha obbligato il governo ad introdurre ulteriori restrizioni con un nuovo DPCM, molto impopolari. Tra proteste e minimizzazioni dei rischi della pandemia, medici e infermieri hanno ricominciato a lanciare nuovi allarmi sul carico degli ospedali, il personale esausto e le foto dei loro volti segnati dai dispositivi di protezione indossati per lunghe ore, tra mascherine ffp2 e visiere.
Una delle ultime testimonianze è quella di una giovane dottoressa su Facebook che ha criticato le proteste che stanno infiammando le città nelle ultime notti. Ecco cosa ha scritto.
Lucilla Crudele, medico specializzando all’ospedale dell’Università di Bari, nel reparto Covid, ha pubblicato su Facebook un messaggio diretto ai negazionisti della pandemia e a coloro che si lamentano delle recenti chiusure del governo, denunciando una situazione già molto difficile negli ospedali.
“Io li ho visti. In questi giorni, non a marzo. I giovani sani, non gli anziani superobesi. Le signore con la manicure fatta e la piega in ordine, non quelle trasandate di cui pensi che magari sono disattente a loro stesse. Io li ho visti. I figli terrorizzati. Le mamme positive in ospedale con i bambini a casa. I ricoverati a cui nessuno può portare i cambi della biancheria perché tutta la famiglia è in quarantena. E le ho ascoltate le videochiamate che abbiamo ricominciato a fare“, ha scritto la dottoressa, descrivendo le scene che vede in questi giorni in ospedale.
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“Li ho visti e fuori fa ancora caldo, possiamo far cambiare aria alle stanze e prendere il caffè all’aperto. Cosa sarà di noi fra 15 giorni? Perché io li ho già visti i 118isti stremati, i colleghi in burnout e gli infermieri a pezzi“, ha raccontato.
“La prospettiva è la guerriglia fuori dagli ospedali per un posto letto. Perché intanto chi doveva decidere, programmare, prevenire e risolvere ha pensato bene di sminuire, smentire, rassicurare senza alcun fondamento, visto che anche ad agosto c’erano i positivi in giro ma la campagna elettorale era più importante“, è l’accusa della dottoressa.
“Quindi smettiamola di dire che 15 giorni di #lockdown o restrizioni dure sono la fine della nostra economia perché nel caso stiamo solo rinviando di qualche giorno l’inizio di sei mesi di morte, crisi irreversibile (che non si basa solo sul vostro pareggio di cassa) e disordini sociali. Quelli veri, non quelli programmati dalla camorra. E nel mentre, tutti complottisti con i morti degli altri. A ‘sto giro, gli altri siamo noi“.
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Parole che hanno incontrato l’approvazione di diversi utenti ma anche molte critiche e non solo dei negazionisti. Tanti piccoli imprenditori, commercianti, titolari di bar, ristoranti e palestre sono comprensibilmente spaventati per il futuro, angosciati dalla chiusura di un mese che potrebbe essere prorogato, dopo la lunghissima chiusura dei mesi di lockdown e la lenta ripresa durante l’estate. Lasciar correre il virus, però, come ha spiegato la dottoressa, potrebbe avere conseguenze ancora più devastanti per tutti e non solo sulla salute ma anche sull’economia.
Se il virus contagia un numero vastissimo di persone, anche se la maggior parte sono casi poco gravi o asintomatici, sui grandi numeri anche i casi gravi saranno enormi e ingestibili, con il conseguente aumento della mortalità per l’impossibilità di curare tutti in modo adeguato e anche della mortalità indiretta per le altre malattie o incidenti a cui non si potrà prestare assistenza adeguata.
Inoltre, se un vasto numero di persone si infetta, i malati, anche non gravi, si moltiplicheranno gli asintomatici obbligati comunque alla quarantena. La conseguenza sarà che un gran numero di persone non potrà lavorare e nemmeno spendere nei negozi o andare nei bar e nei ristoranti. Uno scenario catastrofico.
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