Una decisione sofferta è quella che ha preso il presidente della Regione Puglia che a dopo pochi giorni dall’apertura delle scuole nella sua Regione si trova a doverle chiudere: “Un sacrificio necessario e doloroso, ma che speriamo duri il meno possibili“.
LEGGI ANCHE: SCUOLE CHIUSE IN CAMPANIA: LA PROTESTA DELLE MAMME HA SUCCESSO
La Puglia, dopo il Dpcm del 24 ottobre, con ordinanza numero 399 del 25 ottobre aveva previsto, dal 27 ottobre al 24 novembre, la didattica a distanza per una quota non inferiore al 75% per tutte le secondarie di secondo grado.
Scuole chiuse in Puglia: la decisione dopo aver ascoltato anche i pediatri
L’ordinanza varrà da domani, 30 ottobre, per due settimane per l’elevato numero di contagi che sono aumentati in concomitanza con l’apertura delle scuole. Ad annunciare la chiusura delle scuole è stato il proprio il Presidente Emiliano sulla sua pagina Facebook qualche ora fa con un video e con un post nel quale chiarisce bene i dettagli dell’ordinanza: “Da venerdì 30 ottobre 2020 è sospesa l’attività didattica in presenza nelle scuole pugliesi di ogni ordine e grado, ad eccezione della scuola dell’infanzia. Le attività in presenza saranno possibili solo per i laboratori e per le esigenze di frequenza degli alunni con bisogni educativi speciali. La decisione è stata presa di fronte all’evidenza dei dati rilevati dai Dipartimenti di Prevenzione“.
LEGGI ANCHE: CONTAGI NELLE SCUOLE: TUTTE LE CIFRE REGIONE PER REGIONE
Per poi continuare: “Ciascun evento di positività attiva una ingente carico di lavoro sul servizio sanitario. Essendo i soggetti inseriti in una classe. Uno studente positivo genera almeno una ventina di contatti stretti più quelli familiari. Se ad essere positivo è un docente che ha in carico più classi, questo numero si moltiplica ulteriormente. Tradotto significa: migliaia di persone in isolamento fiduciario di almeno 10 giorni per contatto stretto, con tutti i disagi a carico delle famiglie specie quando sono i più piccoli a essere messi in quarantena. Ma significa anche migliaia di ore di lavoro per gli operatori dei dipartimenti di prevenzione, perché devono effettuare i tamponi, la sorveglianza sanitaria e le attività di tracciamento, a cui si aggiunge l’enorme carico di lavoro dei laboratori per l’analisi dei tamponi. Inoltre gli studi dei pediatri nelle ultime settimane sono stati presi d’assalto dalle centinaia di genitori che avevano bisogno dei certificati per la riammissione a scuola“.
Per restare sempre aggiornato su notizie, ricerche e tanto altro continua a seguirci su GOOGLENEWS