Gli esami da effettuare per ogni trimestre di gravidanza non sono pochi, alcuni sono gratuiti, altri bisogna pagarli. Vediamo quali sono
Se avete appena scoperto di aspettare un bambino, è bene che sappiate quali sono gli esami e le visite da effettuare mese per mese e a cosa servono tutte queste indagini.
Sono degli esami importantissimi, molti dei quali a carico del SSN, fatti proprio per consentire ad ogni donna di portare avanti una gravidanza sana e di avere un parto e un post parto con meno complicazioni possibili.
La salute della mamma e del bambino sono collegate e quindi tenere tutto sotto controllo durante la gestazione è bene per entrambi.
Di solito la prima ecografia si effettua tra la sesta e l’ottava settimana di gestazione, quando appunto la donna si accorge della mancanza del ciclo e si reca dal ginecologo per un controllo.
Durante la prima visita il medico valuterà i parametri di salute della mamma, farà una ecografia per verificare la formazione del feto e le condizioni dell’utero e aprirà una cartella clinica nella quale segnerà peso, pressione arteriosa e tutto ciò che è importante per valutare il fisiologico svolgimento della gravidanza.
Inoltre, il medico prescriverà alla mamma una serie di analisi da effettuare, indicatori di salute di mamma e bambino. Vediamo quali sono quelli obbligatori e gratuiti in Italia. Innanzitutto nel primo trimestre saranno prescritte una serie di analisi del sangue, sia per conoscere alcuni parametri importanti sia per riscontrare la presenza di anticorpi o eventuali malattie nella mamma.
Tra questi esami del primo trimestre di gravidanza, la ricerca del gruppo sanguigno dei genitori è complementare al Test di Coombs indiretto, in quanto un gruppo sanguigno di fattore negativo della mamma e positivo del papà potrebbero portare a una incompatibilità materno fetale del sangue e alla malattia emolitica del feto (MEN RH).
Questo test di screening si effettua nel primo trimestre di gravidanza (entro la 16 settimana) per valutare se l’organismo della mamma produce specifici anticorpi (anti-D), che potrebbero distruggere i globuli rossi del feto in seguito al contatto tra il sangue della madre e quello del feto.
La ricerca delle malattie veneree invece è molto importante per valutare eventuali cure antibiotiche e bloccare sul nascere qualsiasi tipo di infezione che la mamma potrebbe trasmettere al feto.
La ricerca degli anticorpi invece serve a capire se la mamma ha già avuto o ha in corso malattie come la toxoplasmosi e la rosolia, pericolose per il feto e che hanno bisogno di cure specifiche. Se il risultato dovesse mostrare che non ci sono anticorpi per quelle malattie, il test andrà poi ripetuto ogni trimestre fino a fine gravidanza o, nel caso della rosolia, ogni mese per tutto il primo trimestre.
Oltre alle analisi specifiche, durante il primo trimestre è importantissima l’ecografia sulla translucenza nucale, che fa parte dello screening del primo trimestre.
La translucenza è una indagine ecografica che serve ad individuare, attraverso la misurazione dello spessore del liquido tra la base del collo e il cranio del bambino, una serie di anomalie fetali legate a malattie genetiche come la Sindrome di Down, la Trisomia 18 o la Sindrome di Turner.
Alla ecografia della translucenza nucale fa seguito un prelievo di sangue per individuare delle proteine placentari presenti nel sangue materno. Questo prelievo è chiamato BiTest e fa parte appunto di questo screening del Primo Trimestre che viene offerto dal SSN a tutte le donne in gravidanza.
A questi esami se ne possono aggiungere altri, su indicazione specifica del medico legata o a condizioni pregresse della gestante, malattie, predisposizioni genetiche o precedenti aborti, oppure per i risultati preoccupanti del Bitest e della translucenza.
La villocentesi e il test del Dna fetale ad esempio sono esami aggiuntivi che si fanno su specifica indicazione del medico. Le condizioni di rischio sono ad esempio un‘età avanzata della mamma, dei precedenti aborti spontanei, la familiarità del papà o della mamma con malattie genetiche.
La villocentesi non sempre è a carico del SSN, dipende appunto dal quadro clinico della mamma. Si tratta di un esame invasivo che presenta un rischio di aborto e si effettua tra la decima e la 13esima settimana. Consiste nel prelievo e nell’analisi dei villi coriali per individuare malattie genetiche.
Il test del Dna fetale invece è un test diagnostico e non dà la stessa percentuale di certezza nei risultati, ma non è invasivo ed è comunque molto attendibile. Alcune regioni italiane come l’Emilia Romagna stanno infatti facendo questo test ad un gruppo di donne in via sperimentale per limitare il ricorso ai test più invasivi per la ricerca di malattie genetiche e patologie del feto.
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Il secondo trimestre è il più bello per la donna. Se la gravidanza fisiologica procede bene, la donna si sentirà meglio perché il suo corpo si sarà ormai adattato alla gravidanza, non avrà probabilmente nausee e altri disturbi che di solito si esauriscono nel primo trimestre e si sentirà fisicamente in grado di muoversi e di svolgere le sue attività quotidiane.
Durante il secondo trimestre ci sono altri esami specifici da effettuare e anche altri controlli importanti.
Una visita dal ginecologo si effettua intorno alla ventesima settimana e durante questa visita il ginecologo valuterà lo stato di salute e il peso della gestante, controllerà i valori della pressione arteriosa, importanti per identificare subito malattie come la gestosi, la funzionalità cardiaca e poi procederà al controllo ecografico.
Il controllo ecografico del secondo trimestre è molto importante si tratta della ecografia strutturale o morfologica. Si effettua di solito tra la 18esima e la 21esima settimana di gestazione e durante questa ecografia il ginecologo controlla lo sviluppo del bambino (lunghezza del femore, circonferenza del cranio, lunghezza degli arti) e la formazione dei vari organi (cuore, reni, cervello, vescica, stomaco), che adesso sono già quasi completamente formati.
Questa ecografia sarà particolarmente coinvolgente ed emozionante per i genitori, sia perché vedranno il loro bambino/a muoversi, sia perché è proprio durante questo controllo che spesso viene fuori il sesso del nascituro, perché anche gli organi riproduttivi sono formati a questo punto della gravidanza.
Nel caso in cui il medico lo ritenesse necessario, a questi esami verranno aggiunti altri esami specifici come la curva da carico di Glucosio, importante per verificare che non ci siano condizioni di diabete gestazionale nella mamma, malattia che potrebbe portare anche danni al bambino. Se la gestante è considerata a rischio per questa malattia, l’esame della curva da carico di glucosio viene passato dal SSN.
Se invece ci sono condizioni di rischio quali un’età avanzata della mamma o ci sono cause di predisposizione o rischio biologico e/o genetico, verrà effettuata una amniocentesi tra la 16esima e la 20esima settimana di gestazione. L’amniocentesi è un esame invasivo e, come per la villocentesi, presenta dei rischi di aborto. Quando però si presentano condizioni di rischio per il feto o per la mamma, oppure quando i risultati dello screening del primo trimestre o del test del dna fetale hanno evidenziato dei valori preoccupanti, il medico potrà ritenere opportuno consigliare anche questo tipo di indagine.
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Un’altra pratica che può essere fatta nel secondo trimestre, nello specifico tra la 18esima e la 20esima settimana è la cordocentesi, ovvero un prelievo di campione di sangue del cordone ombelicale fatto attraverso una ecografia addominale per ricercare malattie genetiche quali la Trisomia21 e la Sindrome di Down oppure delle infezioni materne pericolose per il feto, come la toxoplasmosi o la rosolia. La cordocentesi si fa se i risultati della translucenza non sono stati buoni, in realtà questa pratica è sempre meno consigliata perché ha rischi maggiori per mamma e bambino.
Molto importante la cordocentesi nel caso in cui la mamma soffra di malattia emolitica fetale (MEN RH). Tramite questa pratica infatti è possibile fare trasfusioni intrauterine se si presenta la sofferenza fetale dovuta all’anemia. In questo caso la cordocentesi fa parte delle cure specifiche di questa malattia.
Un altro tipo di controllo ginecologico che può essere effettuato dal medico o dall’ostetrica a partire dal secondo trimestre e fino alla fine della gravidanza è la misurazione del fondo uterino. Si tratta di una vera e propria misurazione, fatta con un metro da sarta, della distanza che va dalla sommità dell’osso pubico, o sinfisi pubica, alla parte più alta dell’utero. Misurando il “pancione” e annotando le varie misure sulla cartella clinica durante la gravidanza e confrontandoli con i valori di riferimento di una particolare tabella, il medico riuscirà a individuare eventuali ritardi o eccessi di crescita, le settimane di gestazione o la posizione fetale.
Questo trimestre è quello che termina con il parto. Oltre ad essere un trimestre molto emozionante per la donna perché può sentire il suo bambino, inizia a conoscere i suoi ritmi e le sue abitudini e si prepara per l’arrivo del bebè, è anche un periodo di controlli importanti in vista del parto. Vediamo quali sono gli esami del terzo trimestre di gravidanza.
In questo trimestre di solito inizia anche il corso preparto, di recente inserito nei servizi gratuiti del SSN, dove la mamma potrà ricevere importanti nozioni e consigli sulla gravidanza e il parto e anche sul post parto.
A queste analisi del sangue si aggiungono altri controlli importanti per valutare le condizioni di salute di mamma e bimbo/a.
In particolare a qualche settimana dal parto bisogna effettuare un tampone vaginale e uno rettale per la ricerca di infezioni quali lo streptococco B, pericolose perché potrebbero passare al bimbo nella fase finale della gravidanza e durante il parto.
Poi si iniziano anche i controlli cardiotocografici, dalla 28esima settimana se ci sono patologie altrimenti dalla 38esima in poi. Questi controlli servono a monitorare il benessere fetale e l’attività contrattile materna. I monitoraggi sono importanti anche durante il travaglio perché monitorano appunto le contrazioni uterine della donna e la distanza fra di esse.
Il monitoraggio cardiotocografico si effettua posizionando delle sonde all’altezza dell’utero e facendole aderire con una benda elastica alla pancia della mamma. Le sonde rilevano i battiti cardiaci del feto e le eventuali contrazioni uterine della mamma, i dati vengono registrati per almeno 20 minuti e attraverso di essi il medico valuterà lo stato di salute di mamma e bimbo.
L’ecografia ostetrica dell’ultimo trimestre è quella in cui la formazione del feto è ormai quasi completa e quindi il ginecologo può valutare i parametri vitali e le misure con più precisione.
Molto importante in questa ultima ecografia è la valutazione della posizione fetale. Non avendo più molto spazio per muoversi, viste le sue dimensioni, sarà più difficile che cambi posizione nelle ultime settimane. Quindi la posizione assunta dal bambino nelle ultime settimane deciderà poi se si può procedere con il parto naturale, nel caso in cui il bambino sia a testa in giù, oppure se si dovrà optare per un parto cesareo, nel caso in cui il bambino si presenti podalico.
Nell’ultimo trimestre, in particolare dalla 37esima settimana in poi, il travaglio potrebbe avviarsi spontaneamente o potrebbe esserci la rottura delle acque.
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E’ importante che la donna raccolga tutti gli esami e i referti dei vari controlli effettuati durante la gravidanza in una apposita cartellina che dovrà portare con sé al momento del parto.
Ecco quindi tutti gli esami e i controlli per ogni trimestre della gravidanza. Anche se il percorso è abbastanza lungo, siate sicure che una gravidanza controllata porterà molti benefici a voi e anche al bambino. Vi consentirà di conoscere e risolvere in tempo eventuali problemi ma anche di affrontare più serenamente il parto.
Voi unimamme avete fatto tutti questi controlli durante la gravidanza?
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