Mamma di 7 figli vede la sua vita sconvolta a causa di un incidente stradale e lancia un appello a tutte le altre mamme.
Care unimamme, ci sono storie di dolore che non vorremmo mai raccontare e alcune non le raccontiamo per scelta, perché non ci piace speculare sulle tragedie, senza avere uno scopo. In questo caso, lo scopo c’è ed è importante, anzi importantissimo.
La storia, raccontata dalla stessa mamma che l’ha vissuta, merita di essere letta tutta per poter comprendere ed eventualmente concordare con questa mamma e con noi.
Ashley Grimm è una mamma americana di 31 anni che ha avuto 7 figli: Jonathan di 12 anni, Hannah e Camille di 9 , Jude di 8, Ariel di 6, Titus di 4 e Alice di 19 mesi.
Il 2 giugno, mentre si recava nella sua casa in montagna, con i figli e il marito, ha avuto un incidente stradale.
Ecco il suo racconto, postato sulla sua pagina Facebook:
Il 2 giugno ho perso il mio figlio maschio più piccolo in un orribile incidente d’auto. Stavo guidando. Ho lasciato il distributore di carburante, controllando ogni fibbia, e ho iniziato a guidare sulla strada di montagna piena di curve che porta alla mia casa di famiglia.
Mio figlio era famoso per fare ogni cosa possibile pur di liberarsi in auto (“Flash non indossa una cintura in macchina, e io sono Flash mamma”). Abbiamo provato seggiolini con 5 punti di sicurezza, rialzi, credo anche fascette di plastica per fissarlo (probabilmente nemmeno sicure) ma lui ha sempre visto tutto come una sfida da supereroi. Lui era un supereroe perché ci riusciva sempre. In media, mi fermavo normalmente 3 o 4 volte in ogni viaggio per riallacciare le cinture di nuovo.
Eravamo partiti da appena 5 minuti quando una grande pietra ha iniziato a rotolare nella mia corsia. Avevo 3 scelte: cercare di cavalcare la roccia, spostarmi nella corsia che era in una larga curva a doppia corsia con un fiume arrabbiato nell’altro lato. Roccia, collisione frontale, fiume. Ho scelto la roccia. Ho scelto sbagliando. E si, lui si era già slacciato insieme con suo fratello di 8 anni (stavano cambiandosi di posto e io non lo sapevo). La roccia ha colpito il mio asse e ci ha spediti a fianco di un dirupo. Il nostro furgone da 13 posti si è capovolto e mio figlio è istantaneamente morto. Le nostre vita sono state istantaneamente separate. Il piccolo ragazzo che era stato il mio orgoglio e la mia gioia è stato crudelmente portato via da me in una frazione di secondi.
Mi ricordo di essere stata schiacciata tra il mio volante (non si è aperto l’airbag) e il mio furgone di 3 tonnellate. Avevo sangue ovunque. Ho lottato e combattuto e poi sono svenuta. Quando mi sono risvegliata, ho slacciato la mia piccola dal suo seggiolino (lei era a testa in giù) e ho cercato di far uscire gli altri bambini (5 dei miei bambini erano con me) dal furgone. Quando sono arrivata a Titus ho provato con tutte le mie possibilità di alzare il pesante van dal suo piccolo corpo. Mio figlio di 8 anni ha cercato di aiutarmi. Potevo solo vedere la metà inferiore del suo corpo. Ho accarezzato il suo pancino e provato a fare un leggero massaggio. Ma era già andato. E’ stato istantaneo, e ciò mi può solo che confortare perché so che non ha sentito dolore. Ciò che è seguito è sfocato.
Ho rifiutato i trattamenti dai paramedici fino a che non mi hanno lasciato tenere mio figlio morto. Tutti i miei bambini sono stati portati via e trasferiti su un’ambulanza per essere curati. Sono stata portata via in elicottero e sedata, perché lo shock mi ha reso inconsolabile.
E’ stato 2 giorni dopo che l’ho visto su Facebook. Un notiziario riportava la morte di mio figlio come se stesse dicendo che il tempo poteva cambiare, o che un nuovo pianeta era stato scoperto. Sono stata grata che abbiano riportato che né droghe né alcool erano stati le cause. Ma non è questo ciò che fa male. I lettori hanno commentato con terribili cose su quanto orribile fossi io madre. Su come io me lo meritassi. Su come i bambini dovevano essermi tolti. Volevo dar loro un cazzotto, scuoterli. Dire loro quanto vicini noi fossimo, quanto ho lottato duramente per tenerlo al sicuro. Come avevamo uno speciale bacio della buonanotte e un appuntamento fisso settimanale al McDonald. Volevo urlare che lui mi ha sempre detto che voleva sposare me, che io ero la migliore mamma di sempre. Che costruiva navi di Lego per me, faceva sonnellini nel mio letto tenendo la mia manocon le sue piccola dita con le fossette.
Ma nessuno avrebbe ascoltato in ogni caso. Ho sentito che dovevo scrivere questo a tutte voi mamme perché ho un desiderio di guardarvi negli occhi e dirvi questo: “Tenete stretti i vostri bambini“. Questo è ciò che voglio urlare al mondo.
Non sono chi ero una volta; la morte e la perdita cambiano una persona da dentro a fuori.
Ho tenuto il corpo di mio figlio morto nel mezzo di una autostrada mentre lo cullavo e urlavo, non ordinavo, a Dio di ridarmelo indietro.
Ho scelto un loculo al cimitero per il mio ragazzo di 4 anni poiché ho immaginato di saltare dalla collina che sormonta il cimitero così da essere dove lui è.
Ho comprato un vestito da supereroe da 200 dollari da far indossare a mio figlio mentre si decompone nella terra.
Ho baciato un cadavere ancora e ancora e ho pianto toccando ogni singolo elemento del suo viso ghiacciato e ho tenuto le sue mani con le fossette, ma senza vita.
Ho dormito in un cimitero solo per provare ad avere un altro sonnellino con lui. Ho parlato al fango. Alla terra dove ora giace con la sua tenera coperta e il suo vestito da avengers.
E ciò che voglio dire (se avete letto fino a qui, siete davvero pazienti e gentili) è questo. E potete condividerlo con tutte le mamme che conoscete:
– forse finire i broccoli a cena non è così importante come possiamo pensare. Guardate come vostro figlio mangia, immergetevi nel loro odio per il mais (oh come odiava Titus il mais). Forse possono ancora avere del gelato – anche se solo qualche volta – mentre quelle verdure sono ancora nel piatto.
– imparate a fingere. Entrate nel loro mondo. Imparate a giocare alla Xbox con loro. Abbracciate la loro bellissima e fugace immaginazione. Lasciateli credere che sono Capitan America o Elsa la Regina. Entrate nella loro mente, guardate come giocano. I piatti staranno ancora lì.
– prendete ogni abbraccio e bacio che vi danno – anche il 25esimo che vi danno solo per scendere dal letto la sera. E spremeteli davvero.
– fermatevi e guardate gli scarafaggi, le pietre, i bastoni, il tramonto. Rallenta mamma, rallenta.
– dite loro che li amate. Ma guardateli negli occhi e ditelo in maniera convincente. Dite loro che possono fare qualsiasi cosa – qualsiasi cosa immaginano.
– si, dobbiamo renderli responsabili ma a volte – forse la grazia è la risposta. Forse, solo forse, non finiranno rovinati se lasciamo scivolare le cose.
– mai giudicare un’altra mamma. Non sappiamo l’intera storia, non la sappiamo. Semplicemente non la sappiamo.
Andate e abbracciate i vostri figli ora. Immergetevi nel loro odore, guardate la scintilla innocente nei loro occhi che si è persa da qualche parte tra l’infanzia e il diventare adulti. Sentite davvero come vi stringono.
Spegnete il vostro telefono e guardateli attraverso le lenti dei vostri occhi e non solo le lenti della vostra camera. Ricordate l’emozione della loro testa sulla vostra spalla, le loro mani nelle vostre, i loro baci sulle vostre guance. Nutriteli ancora una volta. Il sonno è sopravvalutato. Ascoltate 5 minuti in più su Star Wars, minecraft e le principesse Disney. Mamme, tenete stretti i vostri bambini. Siete fortunate per aver ricevuto in affido questi unici, bellissimi, piccoli umani.
Dal mio cuore al vostro,
Ashley”
La stessa mamma si è meravigliata per quanti “cuori ha toccato” Titus e oggi lo ringrazia per aver ricordato a tutti (inclusa lei) quali sono le priorità e quanto preziosa è la vita.
E’ davvero triste leggere i commenti “cattivi” delle persone che giudicano gli altri senza sapere in realtà tutta la storia. Soprattutto quando si tratta della morte di un bambino, occorre fare maggior attenzione e dosare le parole, perché i genitori stanno già soffrendo molto.
Le tragedie avvengono, anche quando prestiamo la massima attenzione.
Smettiamola di dare giudizi affrettati e comodi (da dietro uno schermo tutto appare più facile) perché le parole fanno male, anche se lette nei commenti di una notizia.
Cerchiamo, nel nostro piccolo, di diffondere amore e non odio nei confronti degli altri.
E voi unimamme, che ne pensate del messaggio che Ashley ha voluto darci? Abbraccerete i vostri figli come lei chi ha chiesto di fare?
Noi vi lasciamo con la storia di un’altra mamma che ha voluto condividere con le altre la sua storia dicendo “Pensate al vostro utero“.
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