Il comitato tecnico scientifico CTS lancia un allarme sulla DAD: in classe al più presto o i ragazzi avranno problemi psicofisici
Da oggi, visto l’ultimo DPCM, iniziano la didattica a distanza (DAD) anche le seconde e le terze medie delle zone rosse di Italia mentre continua la DAD per la scuola superiore. Si spera in questo modo di frenare l’avanzata del virus, ma questi provvedimenti avranno un impatto notevole sui ragazzi. Questo quello che temono i clinici del Cts che in un verbale lanciano l’allarme.
Abbiamo già visto nell’articolo “Adolescenti e DAD: un sacrificio contro natura”, cosa ne pensano al riguardo pedagogisti come Daniele Verona, che ci mette in guardia sulle difficoltà che gli adolescenti stanno vivendo: una scuola senza alunni non è scuola secondo Novara, la DAD è un succedaneo della scuola, la relazione è la chiave del procedimento di apprendimento. Scrive Novara nel suo libro:
“Oggi sono molto preoccupato per gli adolescenti, che di fatto sono già in lockdown. Credo che come politica e come opinione pubblica non ci rendiamo conto di quale sacrificio stiamo pretendendo da loro”.
Il presidente dell’Istituto superiore di sanita, Silvio Brusaferro, ha messo in guardia dall’utilizzo eccessivo della didattica a distanza.
Il comitato tecnico scientifico ha chiesto di mettere a verbale che esistono rischi psicologici per gli adolescenti.
Come sostengono il pediatra Alberto Villani e lo pneumologo Luca Richeldi:
“Hanno già subito un importante impatto nel periodo finale dello scorso anno scolastico… bisogna garantire la frequenza in presenza, soprattutto nelle fasce di popolazione più fragili, è fondamentale non solo per la formazione scolastica, ma anche per il benessere psicofisico di questa fascia di popolazione giovanile”.
Il presidente del Centro per la salute del bambino di Trieste, il pediatra Giorgio Tamburlini, che ha scritto insieme ad altri suoi colleghi una lettera “per l’infanzia”, da mettere al centro del Decreto Rilancio, sostiene:
“I danni provocati dalla chiusura delle scuole, così protratta, sono stati tanti e altri ne avremo.
La Dad non è stata efficace, la mancanza di sostegni per i bambini con difficoltà di apprendimento, la povertà, anche culturale, di certi contesti familiari hanno esacerbato le situazioni già problematiche.
E anche là dove i bambini hanno avuto a disposizione la tecnologia necessaria e genitori supplenti dei maestri, questa situazione non è stata indolore.
La maggior parte dei piccoli ha accumulato un ritardo educativo.
Sarà dura recuperarlo e rischiamo che peggiori”.
La preside del Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma, come abbiamo raccontato nell’articolo “La lettera di una preside commuove”, ha scritto in questi giorni una lettera ai suoi studenti per incoraggiarli, in questo momento di difficolta, per il passaggio da una didattica in presenza alla DAD a distanza.
E voi unimamme, siete preoccupate per questo ritorno alla DAD?
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