Uno studio ha scoperto che una madre che soffre di varie allergie può trasmetterle al feto durante la gravidanza: ecco la ricerca.
Sono sempre di più gli uomini e le donne allergiche ai giorni d’oggi. E a quanto pare esserlo quando si è incinte può causare delle problematiche anche al bambino che si porta in grembo.
Lo studio è stato portato avanti dall’Università di Singapore, basandosi sulle linee guida del Nationa Advisory Commitee for Laboratory Animal Research (NACLAR).
La ricerca si è mossa da alcune basi certe, cioè sul fatto che tra il 10% e il 30% della popolazione mondiale è affetta da allergie.
Tanto che in un articolo passato si è parlato di come le allergie colpiscano i bambini e le relative linee guida indicate da degli esperti del bambin gesù.
Insomma le allergie sono un gravoso problema che colpiscono gran parte della popolazione, chi più chi meno e in merito a ciò si è visto che per i bambini stare a contatto con degli animali può aiutarli a ridurre la loro allergia.
Tuttavia è bene sapere come una mamma allergica possa trasmettere la sua allergia al bambino che porta in grembo.
Pare che la causa sia un anticorpo, la immunoglobulina E (IgE), responsabile dell’attivazione delle reazioni allergiche, che riesce a penetrare nella placenta ed entrare nel feto innescando così le possibili conseguenze future.
La ricerca, portata avanti dall’Università di Singapore, è stata pubblicata sulla rivista Science, e mostra come una madre incinta, altamente allergica può trasferire le sue IgE al suo bambino e di conseguenza sviluppare delle reazioni allergiche quando si trova esposto all’allergene.
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Ma come avviene questo trasferimento? Il dottore a capo dello studio, Florent Ginhoux, ha spiegato il processo, prendendo come d’esempio il mondo animale.
In particolare sono stati usati i topi da laboratorio per comprendere esattamente come avviene la trasmissione tra madre e feto.
Sembra che quando l’anticorpo IgE si trova all’interno del feto questo si lega ai mastociti fetali, un tipo di cellula immunitaria che rilascia sostanze chimiche che innescano delle reazioni allergiche.
Dalle ricerche in laboratorio si è notato come i topi appena nati avevano sviluppato delle razioni allergiche identiche a quelle delle loro madri al momento della prima esposizione all’allergene.
Sempre in base ad altri più approfonditi studi si è scoperto come queste IgE materne possono legarsi ai mastociti fetali umani, in modo tale che possono attraversare la placenta negli esseri umani in modo simile a quella studiata nei topi.
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A confermare i risultati dello studio anche il dottor Ginhoux a capo della ricerca che ha sostenuto come i mastociti fetali possono essere sensibilizzati dalle IgE di origine materna.
Queste ricerche, inoltre, sono state supportate da test cellulari e Imaging che hanno dimostrato proprio questo legame tra IgE materne e mastociti fetali, un processo che viene chiamato degranulazione.
Insomma tale fenomeno è da non prendere sotto gamba, dal momento che i numeri dei soggetti allergici sono alti ed è previsto che nei prossimi anni tenederanno ad aumentare.
Così è necessario prevenire che donne in gravidanza altamente allergiche possano passare ciò ai figli.
Proprio per questo motivo si cercano delle strategie per ridurre al minimo le possibilità che i neonati possano sviluppare tali allergie.
Di conseguenza i ricercatori stanno cercando di capire sia il meccanismo del trasferimento delle IgE attraverso la placenta sia come il legame delle IgE ai mastociti nella pelle fetale possa modulare le loro funzioni e come potrebbe influenzare la fisiologia della pelle dopo la nascita.
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E voi unimamme eravate a conoscenza di questo studio?
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