La preside dell’Orazio ha scritto una lettera ai suoi studenti, per incoraggiarli in questo difficile momento che le scuole sono chiuse e si fanno le lezioni a distanza.
Purtroppo per tanti ragazzi il lockdown è come se fosse già iniziato dato che non possono più andare a scuola. Alle superiori si fa la DAD già da un bel pò e adesso con il nuovo DPCM, anche la seconda e la terza media, nelle zone rosse d’Italia, dovranno farla. La preside del Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma, ha scritto in questi giorni una lettera ai suoi studenti per incoraggiarli, in questo momento di difficolta per il passaggio da una didattica in presenza alla DAD a distanza.
Non è la prima volta che la Dirigente Scolastica Maria Grazia Lancellotti scrive ai suoi studenti, anche durante il lockdown di marzo aveva scritto una lettera bellissima ai suoi ragazzi, oltre a trasmettere coraggio, traspare nelle sue lettere una grande passione per la scuola, vista come comunità, un’ambiente dove i ragazzi possono crescere insieme e fare amicizia e non solo studiare.
E’ un momento topico per gli adolescenti, hanno bisogno di tutto il nostro sostegno e questo la preside Lancellotti lo ha capito profondamente. Anche il pedagogista Daniele Novara nel suo libro, come abbiamo già detto nell’articolo “Adolescenti e DAD: un sacrificio contro natura”, vuole metterci in guardia sulle difficoltà che gli adolescenti stanno vivendo:
“Oggi sono molto più preoccupato per gli adolescenti, che di fatto sono già in lockdown. Credo che come politica e come opinione pubblica non ci rendiamo conto di quale sacrificio stiamo pretendendo da loro”.
Una scuola senza alunni non è scuola secondo Novara, la DAD è un succedaneo della scuola, la relazione è la chiave del procedimento di apprendimento.
Il presidente dell’Istituto superiore di sanita, Silvio Brusaferro, ha messo in guardia dall’utilizzo eccessivo della didattica a distanza. Come abbiamo detto sull’articolo “La DAD è un rischio per gli studenti: l’allarme del Cts”, il comitato tecnico scientifico ha chiesto di mettere a verbale che esistono dei reali rischi psicologici per gli adolescenti.
Carissime/i studentesse, studenti, genitori, docenti, operatrici e operatori
ATA, ancora una volta mi trovo a scrivervi in questo anno scolastico così travagliato.
Avrei potuto mandarvi un semplice comunicato per informarvi che da domani le
lezioni saranno tutte a distanza, e lo farò in un messaggio successivo, ma credo
che, in questo momento, dobbiamo stringerci ancora una volta vicini, purtroppo,
e non so ancora per quanto virtualmente, per ribadire il valore della scuola come
comunità e dare un senso a questo ennesimo sacrificio che la situazione attuale
ci impone.
Sono certa che le ragazze e i ragazzi affronteranno anche questo nuovo
cambiamento con il grande senso di responsabilità di cui hanno dato prova in
questo periodo, dai più piccoli ai più grandi, cercando di interiorizzare
velocemente regole e procedure nuove, disponendosi di buon grado a sovvertire
più di una volta il proprio ritmo quotidiano.
Come a marzo, la scuola non chiuderà, ma dalle aule passerà nelle vostre case,
sulle scrivanie, sui tavoli di cucina trasformati in banchi, sui divani, a volte anche
sui letti. Dovremo tutti fare uno sforzo grandissimo per far sì che la distanza
fisica non comporti un allontanamento sociale e ancora di più un allontanamento
emotivo.
Mi rivolgo alle ragazze e ai ragazzi. Nei pezzi di colore dei quotidiani vengono
riportati episodi di “imbrogli” da parte studenti per eludere interrogazioni o
rubare voti durante le lezioni online. Ma tutti noi sappiamo che voi siete di gran
lunga migliori di come certi resoconti macchiettistici vi disegnano. Non cercate
scorciatoie: possono avere per qualche minuto il sapore della vittoria, ma non
potranno mai competere con la gioia di avercela fatta da soli.
I docenti vi saranno accanto, vi sosterranno e si impegneranno a farvi sentire una
classe, un gruppo di ragazze e ragazzi che condividono un percorso comune non
solo di studio, ma anche di crescita, amicizia, affetto.
A loro chiedo di essere rigorosi nei principi, senza dimenticare il valore dell’empatia. La scuola può perdere la sua sede materiale, ma non perderà mai la sua vocazione. Anche i
docenti sono chiamati a rimettere in gioco le loro consuetudini, il loro modo di
insegnare. Ma è nella natura stessa di questa professione essere eternamente
soggetta ai cambiamenti, perché non c’è uno studente uguale a un altro e ognuno
richiede attenzione e cura. So che affronteranno questa ennesima sfida con la
determinazione e l’entusiasmo che li contraddistingue.
Al personale ATA chiedo di sopportare i continui cambiamenti e i momenti di
nervosismo: vorrei essere costantemente sorridente e affabile, non sempre ci
riesco, invece voi riuscite sempre a perdonarmi.
Allo staff di presidenza chiedo di continuare a resistere, lavorando come hanno
fatto finora, fra l’incudine e il martello, cercando di trovare una risposta per tutto
e per tutti.
Ai genitori affido la parte più importante: siete i naturali collanti tra noi e le
ragazze e i ragazzi, aiutateci attraverso la vostra collaborazione, sosteneteci con il
vostro apprezzamento. Non immaginate neanche quanta forza e coraggio possono
darci le vostre parole e la vostra stima.
Questo non è un messaggio di resa alla situazione, ma un impegno a superarla
presto. Dobbiamo guardare avanti, e dobbiamo farlo insieme.
La Dirigente Scolastica Maria Grazia Lancellotti
Care unimamme cosa ne pensate di questa lettera della preside dell’Orazio?
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