Un bambino è guarito da leucemia ed epatite grazie alla cure ricevute in Italia: il bambino infatti è stato accolto proprio per essere curato. Ecco la sua storia.
Unimamme, oggi parliamo di un grande successo medico e di una storia di solidarietà che ci fa onore.
La vicenda vede protagonista un bimbo, che ora ha 6 anni, molto malato.
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A volte, purtroppo, ci sono persone su cui i drammi sembrano volersi accanire, è il caso di un bambino di origine venezuelana che, due anni fa, è arrivato nel nostro Paese alla ricerca di una speranza. Il piccolino infatti aveva ricevuto una diagnosi di leucemia linfoblastica acuta, per chi non lo sapesse si tratta di un tumore del sangue a progressione rapida. Così la famiglia del piccolo ha chiesto aiuto all’ospedale Santobono Pausilipon di Napoli dove doveva sottoporti a un trapianto di staminali.
Purtroppo il bambino ha preso anche un’infezione da virus dell’epatite C. Questo rischiava di compromettere gravemente il fegato nel periodo del pre e post trapianto.
A questo punto il bimbo è stato aiutato presso l’Epatologia Pediatrica dell’AOU Federico II guidata da Raffaele Iorio. C’era però una difficoltà, come ha spiegato il dottor Iorio. “Purtroppo in Italia fino a tre mesi fa, non era possibile effettuare un trattamento farmacologico per l’epatite C in un bambino così piccolo. In età pediatrica, l’utilizzo dei nuovi farmaci antivirali per l’Epatite C era autorizzato dall’età di 12 anni per questo abbiamo dovuto creare una rete di collaborazione tra il gruppo di epatologi pediatri federiciani da me guidati e il reparto di Trapianto di midollo osseo del Santobono-Pausilipon, diretto da Mimmo Ripaldi e ad oggi guidato da Francesco Paolo Tambaro, per trovare una soluzione urgente all’epatite C del piccolo“.
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Ottenere il trattamento con il fondamentale antivirale sofosbuvir ledipasvir non è stato facile, come accennato. Il Comitato Etico ha dovuto dare la sua approvazione e il professor Iorio, insieme a Fabiola Di Dato, specialista in pediatria e dottoranda di ricerca, ha contattato la casa farmaceutica, che ha dato al bimbo il farmaco gratuitamente.
A quel punto però il tempo era ormai stringente per il piccolo che, oltre alla grave malattia, aveva anche l’epatite C. I medici hanno deciso di fargli il trapianto di cellule staminali perché non poteva più attendere. Per la cura della leucemia questo è stato determinante, ma nel frattempo il piccino aveva ancora l’epatite C.
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La direttrice del Policlinico, Anna Iervolino, ha commentato che una delle caratteristiche più importanti del loro ospedale è quella di costruire network specialistici, capaci di rispondere con prontezza a questo tipo di sfide. “Il Policlinico federiciano si è sempre contraddistinto per la sua capacità di apertura e per la proattività con la quale è in grado di dare corso alle esigenze di salute dei propri pazienti. In questo caso specifico si è trattato di assistere un bimbo che per curarsi ha dovuto affrontare un lungo viaggio, ed è bello pensare che proprio qui in Campania abbia trovato non solo la speranza, ma la certezza di una vita migliore».
Tutto questo ha avuto i risultati sperati, il piccolo ora sta bene e presto tornerà a casa.
Unimamme, cosa ne pensate di quanto riportato su Napoli Post?
Noi vi lasciamo con l‘operazione in utero a un feto di 28 settimane.
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