In questo periodo può capitare di essere in quarantena o sorveglianza attiva, vediamo la differenza.
Unimamme, nella situazione in cui ci troviamo è difficile non conoscere qualcuno che non si trova in quarantena, in sorveglianza attiva, o in attesa di un tampone.
Contagio da Covid – 19 o contatto con positivo: le differenze tra isolamento, quarantena e sorveglianza attiva
Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza tramite le faq del Ministero della Salute.
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Innanzitutto quarantena e isolamento sono entrambe misure di salute pubblica molto importanti che vengono messe in pratica per evitare l’aumento di contagi di SARS Cov-2 e rischiare il collasso del sistema sanitario nazionale.
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- Quarantena: la persona è sana, ma è stata esposta, tramite un contatto stretto, al COVID – 19, quindi deve monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi
- isolamento: la persona affetta da Covid-19 deve essere separata il più possibile da quelle sane e prevenire la diffusione del contagio nel periodo di trasmissibilità
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- sorveglianza attiva: avviene quando l’operatore di sanità contatta quotidianamente la persona in sorveglianza, per accertarne lo stato di salute.
Cosa bisogna fare per rientrare al lavoro?
- se dopo il periodo di quarantena non sono comparsi sintomi la persona rientra al lavoro, i giorni persi sono coperti dal certificato medico
- se durante il periodo di quarantena dovessero svilupparsi sintomi, il dipartimento della Sanità pubblica che si occupa di sorveglianza sanitaria, si adopererà per far fare alla persona il tampone per la ricerca di SARS CoV – 2.
- Se il tampone darà esito positivo bisognerà attendere di essere guariti ed eseguire un test molecolare dopo 3 giorni dall’assenza di sintomi.
- Se il test molecolare risulterà negativo la persona potrà tornare al lavoro
Unimamme, cosa ne pensate di questi provvedimenti riportati sul Ministero della Salute?
Noi vi lasciamo con la richiesta dei genitori di smettere di fare tamponi sui bambini.
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