Emergenza Covid: oltre 1 milione di contagiati in Italia, record di 29mila ricoverati, più di 3mila in terapia intensiva.
Si aggrava l’emergenza Coronavirus in Italia, con il totale dei contagiati che supera il milione dall’inizio dell’epidemia. Mentre salgono in modo impressionante i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva, avvicinandosi o superando i livelli record dello scorso aprile.
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Non è ancora lockdown totale in Italia, il Presidente del Consiglio Conte vuole evitarlo a tutti i costi. Nel frattempo, governo e regioni litigano sulle nuove restrizioni da adottare e sull’inserimento nelle diverse aree di rischio. Nessuna nuova regione vuole entrare nella zona rossa, per via delle chiusure e delle limitazioni più severe. Al momento, sono in questa area: Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Calabria e da mercoledì 11 novembre anche la Provincia Autonoma di Bolzano. I medici lanciano l’allarme sul collasso degli ospedali.
Covid: l’Italia supera 1 milione di contagiati, record di 29mila ricoverati in ospedale
L’Italia supera la soglia critica di 1 milione di contagiati dal nuovo Coronavirus dall’inizio della pandemia. Il primo caso autoctono era stato registrato a Codogno, in provincia di Lodi, lo scorso 20 febbraio (la notizia alla stampa era stata data il giorno seguente), con il giovane paziente di 38 anni, Mattia, ricoverato a lungo in terapia intensiva per polmonite.
Al 24 febbraio, data di inizio del monitoraggio dell’epidemia in Italia, avevamo 229 casi totali di Coronavirus, di cui 221 positivi, 7 morti e 1 guarito. La circolazione del virus aumentava in modo vertiginoso nel mese di marzo e il governo correva ai ripari, prima con la chiusura di tutte le scuole, poi con il lockdown nazionale fino a metà maggio.
Durante l’estate la situazione era nettamente migliorata, con una media di circa 200 casi al giorno, ma malati in calo. Ad agosto la curva epidemica riprendeva a salire, con un aumento dei casi soprattutto nella seconda metà del mese, a causa del clima di rilassatezza che si era creato, con l’abbandono delle misure di sicurezza e gli atteggiamenti imprudenti, tra viaggi e feste in discoteca. I casi hanno continuano a salire a settembre, con una crescita costante di poco meno di 2.000 al giorno.
Quindi, ai primi di ottobre c’è stato il salto, prima con il superamento dei 2.000 casi giornalieri e poi con il raddoppio dei contagi di settimana in settimana, con crescita esponenziale. Ai primi di novembre, la crescita dei contagi ha rallentato ma non si è fermata, rimanendo sopra i 30mila casi giornalieri, a parte i cali fisiologici nei weekend, e segnando nuovi livelli record. Sono stati sfiorati i 40mila casi giornalieri il 7 novembre scorso.
Numeri che hanno portato l’Italia sopra il milione di contagiati dall’inizio dell’epidemia sul territorio nazionale. Per la precisione, il totale dei casi ha raggiunto la cifra di 1.028.424, di cui:
- 613.358 attualmente positivi (malati o positivi asintomatici, in isolamento a casa o ricoverati in ospedale),
- 372.113 guariti,
- 42.953 deceduti.
È impressionante la crescita del numero dei morti, che erano 36.166 l’11 ottobre, un mese fa. In Italia sono morte 6.787 persone di Covid-19 un solo mese.
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Gli ultimi dati sul contagio
Quelli indicati sopra sono i dati complessivi. Riguardo agli ultimi dati giornalieri, la crescita dei contagi di Covid-19 mercoledì 11 novembre è stata di 32.961 nuovi casi totali, di cui:
- 23.248 attualmente positivi,
- 9.090 guariti,
- 623 deceduti.
Un altro drammatico record è stato raggiunto con il numero dei morti giornalieri, che ha superato la soglia di 600, che non veniva superata dai primi di aprile. Bisogna tornare indietro al 6 aprile per arrivare a un numero più alto, quando in un giorno morirono 636 persone. I decessi potrebbero aumentare ancora nei prossimi giorni.
Inoltre, un dato che suscita preoccupazione è il numero delle persone attualmente positive al virus, definizione che comprende sia i malati con sintomi che gli asintomatici. Si tratta di 613.358 persone che al momento sono in isolamento a casa o in un Covid hotel oppure ricoverate in ospedale. Se si fanno due conti e si tiene presente che l’Italia ha circa 60 milioni di abitanti, significa che oltre l’1% della popolazione italiana è a casa o in ospedale malata (sintomatica o asintomatica che sia). Un numero ben più alto dei casi di influenza che si registrano mediamente in una settimana durante l’epidemia. Il picco dell’epidemia di influenza ha raggiunto i 795.000 casi in una settimana la scorsa stagione.
A preoccupare ancora di più, poi, è la continua crescita del numero dei ricoveri in ospedale. Se degli oltre 600mila positivi la maggior parte, oltre 580mila, si trova in isolamento domiciliare, tuttavia, è stato raggiunto il numero record dei ricoverati. Mentre le terapie intensive sono vicine alla saturazione.
I 613.358 attualmente positivi in Italia sono così distribuiti:
- 580.833 in isolamento domiciliare (+22.327 – 11 novembre)
- 29.444 ricoverati con sintomi in ospedale (+811 – 11 novembre)
- 3.081 ricoverati in terapia intensiva (+110 – 11 novembre)
Con 29.444 persone ricoverate in ospedale è stato superato il record dello scorso 4 aprile, quando in Italia erano in ospedale per Covid 29.010 persone. Una settimana fa, il 4 novembre i ricoveri in ospedale erano 22.116, dunque sono aumentati di 7.328 casi in sette giorni, una media di mille al giorno.
Aumentano velocemente anche i pazienti ricoverati nelle terapie intensive d’Italia. Anche qui con 3.081 ricoveri siamo sui livelli di aprile. Il record fu raggiunto il 3 aprile con 4.068 pazienti in terapia intensiva. Un numero che potrebbe essere presto raggiunto se i ricoveri continuano ad aumentare di circa 100 unità al giorno.
Appena un mese fa, l’11 ottobre erano ricoverate 420 persone nelle terapie intensive di tutta Italia. In un solo mese i pazienti in terapia intensiva sono aumentati di 2.661 unità, con una crescita di oltre il 600%. I mille ricoveri sono stati superati il 23 ottobre (1.049), i duemila il 2 novembre (2.022), il 9 novembre erano già 2.849.
Da qui l’allarme dei medici che hanno chiesto l’immediato lockdown nazionale. Il sistema non sarà in grado di reggere, aveva messo in guardia lo scorso 9 novembre il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli: “A trend invariato, in 30 giorni dovremo fare i conti con un numero enorme anche di decessi“.
In una lettera aperta, medici internisti, geriatri e infermieri di medicina interna hanno avvertito che gli ospedali “sono ormai vicini al collasso, per carenza di personale e mancanza di posti letto a fronte dell’abnorme afflusso di malati per la rapida e vertiginosa diffusione dell’infezione da Covid”. La drammaticità della situazione è stata denunciata dalle società scientifiche degli internisti, FADOI e SIMI, dei geriatri, SIGG e SIGOT, e dall’associazione degli infermieri di Medicina interna, ANÌMO.
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