Le scuole non devono essere chiuse per il bene degli studenti. Ecco l’appello degli scienziati e la proposta per il Governo per un lockdown pulsato.
Dopo l’aumento dei contagi e la divisione in diverse zone del nostro Paese, gialla, arancione e rossa, in molte Regioni le scuole sono state chiuse.
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Nelle zone rosse gli studenti possono andare a scuola fino alla prima media, ma ci sono delle eccezioni. Alcune regioni, come la Campania anche se adesso sono in zona arancione (quella con meno misure restrittive) hanno chiuso tutte le scuole di ogni ordine e grado. I medici ed i pediatri difronte alla chiusura delle scuole hanno lanciato un appello.
Un gruppo di 16 esperti, tra medici e pediatri, hanno lanciato un appello dopo aver scritto una lettera indirizzata al Governo ed al Comitato Tecnico Scientifico nella quale hanno affermato che “la risposta alla crescita dei contagi non può essere la chiusura delle scuole, che non rappresentano significativi hotspot dei contagi“.
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Tra i 16 esperti ci sono Susanna Esposito, dell’Università di Parma e consulente dell’Oms, Antonella Viola, direttrice dell’Istituto di Ricerca Pediatrica di Padova e Stefano Zona, specialista in Malattie Infettive dell’Ausl di Modena, che chiedono di tenere aperte le scuole e prevedere dei mini lockdown (lockdown pulsato) nelle province dei Comuni maggiormente a rischio fino a primavera.
Secondo gli esperti, come si legge sulla pagina Facebook La Scuola a Scuola, questi mini lockdown in zone mirate che durino dai 7 ai 15 giorni potrebbero essere fondamentali per ridurre i contagi.
I medici propongono anche alcune modifiche all’ultimo Dpcm:
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La dottoressa Susana Esposito ha motivato con uno studio cosa comporta la chiusura delle scuole: “In uno studio nazionale effettuato durante il primo lockdown su 2.064 adolescenti tra gli 11 e 19 anni, il 58,5% ha dichiarato una sensazione di tristezza associata a crisi di pianto (31%) e agitazione (48%) per via della chiusura delle scuole, il 52,4% ha riferito disturbi alimentari e il 44,3% disturbi del sonno“.
Il Dottore Zona aggiunge: “La chiusura delle scuole avrebbe conseguenze psicologiche, educative e sociali drammatiche, oltre che economiche“.
Per quanto riguarda le attività scolastiche, nei servizi educativi 0-6 anni e nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, si ritiene essenziale che esse debbano essere mantenute in presenza. Questi servizi vanno considerati servizi essenziali, da mantenere aperti in presenza. La loro chiusura avrebbe conseguenze psicologiche, educative e sociali drammatiche, a fronte di una non significativa riduzione dei contagi. D’altra parte, si parla di bambini di 0-14 anni, impossibilitati a rimanere a casa da soli e non accudibili da altri.
I medici firmatari sono:
Voi unimamme, voi cosa ne pensate?
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