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Covid19, visite saltate in gravidanza: il numero dei bambini morti è triplicato

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Laura D'Arpa

Nella prima ondata di Covid19 sono molte le donne che hanno evitato le visite in gravidanza per paura del virus, ma i danni sono stati altri.

immagine da adobestock

Purtroppo la prima ondata del Covid19 non ha solo causato morti dovute dal virus, ma anche altre perdite.

Come è noto, nei mesi di marzo e aprile gli ospedali hanno dovuto fronteggiare un nemico invisibile di cui non si conosceva nulla. Il Governo per evitare una strage ha deciso di chiudere il Paese, annunciando il lockdown.

Proprio per questo gli spostamenti erano vietati, a meno che non si dovesse andare a lavoro o per esigenze di salute.

Tante le donne incinte che sono state costrette a recarsi da sole a fare le visite di routine per il controllo del bambino o addirittura per partorire.

Purtroppo però allo stesso tempo, molte donne in gravidanza per paura di contrarre il virus e di trasmetterlo al bambino, non sono mai andate a fare una visita.

Di conseguenza ciò ha aumentato il numero di bambini morti rispetto agli anni precedenti, un dato che emerge dalla ricerca condotta dal professor Mario De Curtis dell’Università di Roma La Sapienza.

Lo studio è stato svolto solo sul Lazio ed è stato pubblicato sulla rivista Archives Disease in Childhood.

Un dato molto significativo perchè nel Lazio in generale vivono all’incirca 5,8 milioni di persone e dove nascono il 10% di tutti i nati in Italia.

Covid19, visite saltate in gravidanza: tanti i bambini morti

Foto da AdobeStock

I mesi che sono stati presi in considerazione sono quelli che vanno da marzo a maggio 2020 e paragonati con quelli dell’anno precedente.

LEGGI ANCHE: Coronavirus da mamma a neonato: lo studio sul rischio di contagio

È emerso quindi che il numero di bambini nati morti in questi mesi è decisamente triplicato e la ricerca suppone che il motivo sia dovuto al fatto che le donne non si siano recate a fare le dovute visite di controllo.

Gli elementi che la ricerca del professor De Curtis sono stati presi in considerazione sono dall’andamento della gestazione fino al tipo di parto a cui si è sottoposta la mamma.

Inoltre è da sottolineare che l’alto numero dei decessi non sia avvenuto a causa del coronavirus contratto dalla madre – argomento di cui si è parlato abbondantemente in qualche articolo precedente, mostrando come il contagio tra madre e bambino sia molto basso – ma perché, come si è scritto sopra, le gestanti hanno evitato per paura del Covid19 di sottoporsi alle visite di controllo previste durante la gravidanza.

La paura, per molte, è stata quella di recarsi in ospedale e entrare in contatto con il personale medico-sanitario che in quei mesi stava lottando proprio contro il Covid.

LEGGI ANCHE: Partorire con il Covid19: le linee guida del Ministero della salute

Evidentemente molte famiglie non avevavo ben chiaro che i vari reparti erano stati sapientemente separati in modo da evitare eventuali contagi.

Inoltre si è notato anche che sempre nella prima ondata, in base a uno studio condotto da Leonardo Villani dell’Università La Sapienza di Roma in collaborazione con Arianna Polo della Direzione Salute e Integrazione Sociosanitaria della Regione, i parti prematuri sono decisamente diminuiti.

Le motivazioni riguardo questo risultato sono attribuibili al fatto che le mamme in gravidanza hanno avuto la possibilità di condurre una vita un pò più tranquilla.

Ecco le parole degli autori dello studio che si leggono su Fanpage: “Il dato può essere interpretato come effetto del riposo forzato, della sospensione del lavoro fuori casa, della ridotta attività fisica a cui sono state costrette anche le donne in gravidanza durante il lockdown. La prevenzione della natimortalità è un dato che dovrebbe essere tenuto presente nei prossimi lockdown che vengono annunciati”.

immagine da adobestock

LEGGI ANCHE: Papà in sala parto: è consentito anche con il Covid19?

E voi unimamme eravate a conoscenza di questi sudi e soprattutto di dati simili?

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Laura D'Arpa

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