In Italia il parto in casa è ancora un taboo, ma ci sono altre parti del mondo e soprattutto europee in cui è una pratica diffusissima.
Sembrano passati secoli da quando i nostri nonni nascevano nelle proprie abitazioni. Le motivazioni erano diverse: il sistema ospedaliero non era come quello di adesso, molte donne incinte non avevano la possibilità di recarsi in ospedale e soprattutto una delle cause era la praticità.
Partorire in casa, soprattutto in Italia sembra essere una pratica del tutto desueta e ancorata, quindi, al passato.
Cosa che non si ritrova in altri Paesi europei dove sono tantissime le mamme che decidono di partorire i propri bambini in casa.
In un articolo passato si è affrontato il discorso, trattando quali sono i rischi e i vantaggi di partorire nella propria abitazione.
Tuttavia in Olanda, in base ad alcune ricerche, un bambino su 3 nasce in casa e nel complesso il nostro Paese su questo aspetto si posiziona agli ultimi posti.
Al contrario da noi le statistiche, infatti, sono decisamente più basse e in casa nascono solo 2 bambini su 100.
Ma quali sono le motivazioni che spingono le mamme di oggi a partorire in ospedale e non in casa, dove si avrebbe la possibilità di vivere il tutto in modo più sereno e anche più lento?
Insomma è chiaro che il parto domiciliare nel nostro Paese è una pratica solo del passato.
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Sembra però che a spingere le mamme a prendere questa decisione siano due motivazioni: la paura delle complicazioni e il fatto che il nostro sistema sanitario non incentivi in alcun modo le nascite fuori dagli ospedali.
Infatti sono poche le ostetriche specializzate in questo campo che possono assistere le mamme durante il travaglio e quelle che si trovano sono soprattutto nel centro e nel nord Italia.
Sembra che le mamme che prendano questa decisione, cioè di partorire in casa, non vogliono sottostare alle regole rigide dell’ospedale e soprattutto non temono il dolore – in casa infatti, è bene sottolineare, non c’è la possibilità di ricorrere all’epidurale perché per quella serve un medico specializzato, cioè un anestesista.
Le future mamme che intraprendono questa scelta cercano lentezza, naturalezza e inoltre vogliono evitare l’eccessiva medicalizzazione del parto a cui sarebbero sottoposte in ospedale.
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Ovviamente, però, è bene tenere a mente che per partorire in casa è necessario non avere una gravidanza a rischio o altre problematiche. Ecco l’intervento di Marta Campiotti sull’argomento su Donna Moderna: “Ci sono regole precise per poter partorire in casa: la gravidanza deve essere fisiologica, a termine, non gemellare, la donna in perfetta salute, il bimbo normopeso e cefalico. La futura mamma arriva preparata e fino all’ultimo può cambiare idea. Le ostetriche operano in coppia, sono specializzate e ci dev’essere un ospedale nelle vicinanze. La maggior parte dei trasferimenti avviene perché il travaglio si ferma e serve un aiuto farmacologico, come l’ossitocina che stimola le contrazioni”.
A quanto pare però i medici rimangono molto scettici sul parto in casa, ritenendo che la sala parto ideale debba avere vicini sala operatoria, anestesisti e rianimazione. Quindi è vero sì che le ostetriche sono quasi sempre le protagoniste delle nascite, ma nel caso in cui ci siano delle complicazioni l’intervento dei medici è essenziale.
Per questo secondo molti medici è bene instituire all’interno dei vari ospedali delle sale nascite che in qualche modo richiamino l’intimità della casa, ma che essendo all’interno dell’ospedale siano sicure al 100%.
Purtroppo però quasi nessun ospedale d’Italia è dotato di queste sale nascite, esistono però delle case maternità, piccole strutture private gestite da ostetriche. In tutto sono solo 10 nel Paese.
Inoltre un altro motivo che spinge le mamme a non partorire in casa è relativo ai costi: farlo costa su per giù 2500 euro e solo poche Regioni danno un rimborso.
Inoltre molte mamme non sanno neppure che ci sia la possibilità di poter scegliere su questo fronte, dando per scontato che il parto sarà in ospedale.
Insomma il parto in casa non sembra una possibilità né per tutte le tasche e né per tutte le mamme.
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E voi unimamme eravate a conoscenza di questa eventualità e soprattutto dei costi che ne derivano?
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