La giornata dei prematuri è il 17 Novembre. Anche quest’anno vedremo monumenti e ospedali illuminati di viola, per ricordarci di loro.
Un bambino su 10 in Italia nasce prematuro. Il nostro paese ha una qualità di cure molto alta per questi piccoli guerrieri e una buona speranza di sopravvivenza anche per quelli nati molto prima del termine. Ma ancora si può fare qualcosa per migliorare. Nel mondo invece le nascite premature sono circa 15 milioni all’anno. Dati considerevoli, che devono far focalizzare l’attenzione della sanità mondiale sulla assistenza di questi piccoli che nascono già con molte difficoltà da affrontare.
La prematurità può essere definita una vera e propria malattia. Questo perché nascere prima del termine, prima delle 37 settimane di gestazione, quando gli organi non sono ancora formati, porta innanzitutto dei problemi che devono essere curati tempestivamente, ma anche e soprattutto un percorso di follow up che deve valutare lo sviluppo neurocognitivo, oltre che fisico, anche a lungo termine.
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La sanità italiana è una eccellenza rispetto a tanti altri paesi nel campo della neonatologia: si stima infatti che l’85% dei bambini nati prematuri seguono un percorso di follow up adeguato almeno fino ai due-tre anni di vita e il 22 % anche fino ai quattro-sei anni.
Se però le cure prestate sono buone, c’è ancora una carenza di personale e risorse e un gap geografico che vanno migliorati, come sostiene la SIN, Società Italiana di Neonatologia.
Inoltre, secondo i dati della SIN, in Italia il tasso di mortalità per i neonati nati con un peso inferiore ai 1500 gr, è del 13,8%, rispetto al 15% mondiale.
Ma nonostante questo, la nascita prematura porta problemi spesso seri, sia agli organi, cuore, cervello, polmoni, sia alle facoltà intellettive, autismo, ritardo cognitivo o linguistico.
Ecco perché è fondamentale il follow up, ovvero il percorso che segue e valuta lo sviluppo di questi bambini nei primi anni di vita. Diversi studi stanno iniziando ad indagare anche la qualità della vita in età adulta per i bambini nati prematuri. In particolare, i ricercatori di tutto il mondo stanno seguendo due correnti di ricerca: la prima valuta lo sviluppo dalla nascita nei primi anni di vita, il secondo invece gli effetti a lungo termine.
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E in questo articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature vengono mostrati dati di varie ricerche sulla qualità della vita a breve e lungo termine, sui problemi connessi alla nascita prematura.
Questi problemi possono essere cardiovascolari, di linguaggio, di alimentazione, problemi alla vista, all’udito o nella funzionalità polmonare. Ecco perché per un bambino prematuro nascere in un ospedale con la Terapia Intensiva Neonatale, TIN, ed avere le cure giuste al momento della nascita può fare la differenza, sia in termini di sopravvivenza sia sulla qualità della vita.
Infine, l’ultima raccomandazione della Sin e di altre realtà che si occupano dei bambini prematuri come la Federazione Logopedisti Italiani, è di non sottovalutare il legame affettivo ed empatico con i genitori, che possono stimolare l’evoluzione cognitiva e la comunicazione dei piccoli, attraverso i giusti stimoli.
Ma anche mamma e papà hanno bisogno di un supporto, psicologico e materiale perché curare un bambino nato prematuro è un percorso che inizia in ospedale ma continua anche e soprattutto a casa dopo la dimissione, quindi c’è bisogno che tutti i genitori abbiano le giuste informazioni e che siano seguiti per evitare che il lavoro svolto nella Tin non venga portato a termine.
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Da qualche anno a questa parte la SIN e la Onlus per il coordinamento nazionale delle associazioni per la neonatologia hanno promosso questa inziativa, insieme a tante altre, che vede i monumenti e gli ospedali d’Italia colorati di viola in questa giornata come segno di una maggiore consapevolezza su questo tema così importante che riguarda la salute di tantissimi bambini nel mondo.
Voi unimamme cosa ne pensate di questi piccoli guerrieri e delle difficoltà che si trovano a vivere appena nati?
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