Quando il parto si avvicina, molte sono le mamme che iniziano a chiedersi in che ospedale andare, ma come si sceglie la struttura?
Sicuramente la scelta dell’ospedale in cui andare a partorire quando si è al primo figlio, non è mai facilissima.
Tante sono le influenze e i consigli che i neogenitori sentono provenire da parenti, amici, colleghi, ma come si è visto a dare un grande aiuto è di certo il corso preparto.
In un articolo precedente si è scritto che il corso permette non solo di sciogliere molti dubbi e di preparare i genitori al parto, ma anche di individuare le strutture che possono fare al caso loro.
A quanto pare la FNCO (la Federazione Nazionale Collegi Ostetriche) ha elaborato un utile decalogo, dove a prevalere più di tutti è la parola sicurezza. Tanto che partorire in sicurezza è una prerogativa che ogni mamma deve tenere in considerazione.
Ovviamente a ciò va anche associato il tipo di clima che si respira all’interno delle varie strutture prese in considerazione e soprattutto che tipo di impressione si ha. In questo caso sfruttare il proprio sesto senso può essere molto utile.
Il presupposto, quindi, è di partire da delle proprie considerazioni senza farsi troppo influenzare dalle esperienze altrui perché il parto ogni parto è a sé.
Parto: scegliere l’ospedale in base al numero di parti e livelli
Il numero di parti all’interno di una struttura ospedaliera è fondamentale come parametro per scegliere quello che fa al caso vostro.
Più parti ci sono stati e più significa che la struttura è in grado di fronteggiare qualsiasi tipo di complicazione. Il livello minimo di parti annuali sotto il quale non si dovrebbe scendere per scegliere l’ospedale dove partorire è 500.
Un ospedale dove si registrano molti parti è più attrezzato nel caso qualcosa non funzionasse come da protocollo sia per il parto sia per la salute del bambino.
LEGGI ANCHE: Parto, sai perché è così doloroso? La spiegazione che non ti aspetti
Inoltre è importante tenere a mente che gli ospedali si classificano attraverso l’attribuzione di più livelli. Così se una gravidanza è complicata, per esempio è gemellare o la mamma soffre di ipertensione o obesità, il cosiglio della FNCO è di recarsi in un ospedale di secondo o terzo livello, cioè dotato di terapia intensiva neonatale.
Parto: scegliere l’ospedale in base al numero di parti e alla VBAC
Anche il numero di parti cesarei è un requisito da tenere in forte considerazione. Ciò non significa che se i parti cesarei sono tanti allora l’ospedale va scartato, perché per la legge dei grandi numeri è possibili che anche per questi i numeri siano alti.
Tuttavia però bisogna capire se c’è un abuso della pratica da parte dell’ospedale.
In secondo luogo poi per le donne che hanno già avuto un parto cesareo, l’ospedale ideale dovrebbe dare a questa la possibilità di partorire in modo naturale qualora ce ne siano le possibilità.
Le strutture che garantiscono il VBAC non sono molte, ma è importante affidarsi a queste. Sul parto naturale dopo il cesareo si è parlato in un articolo passato, dove si è trattato in che modo e quando è possibile farlo.
Parto: scegliere l’ospedale sulla garanzia dell’epidurale e sulla possibilità di fare il travaglio nella posizione che si desidera
Una cosa da tenere in grande considerazione è il fatto che ogni struttura ospedaliera deve garantire l’epidurale 24 ore su 24.
Per capire questo aspetto basta consultare la Carta dei servizi dell’ospedale.
Inoltre poi la struttura ospedaliera ideale dovrebbe far scegliere alla mamma in che modo partorire. Non si tratta di una sciocchezza perché sono tanti gli ospedali che obbligano la donna a restare sdraiata per tutto il tempo del travaglio, anche se si tratta di una posizione del tutto innaturale.
LEGGI ANCHE: Papà in sala parto: è consentito anche con il Covid19?
Scegliere una struttura che permetta alla mamma di camminare, di accovacciarsi se lo desidera o di restare seduta è di vitale importanza.
Anche la presenza del partner è fondamentale, ma ormai quasi tutte le strutture lo consentono.
Parto: scegliere l’ospedale in base alla pratica del rooming in e dell’allattamento
Con rooming in si intende il significato che il neonato può restare a dormire tutta la notte accanto alla mamma, nella stessa stanza.
Un requisito che è importante per tante mamme, ma non universale nel senso che qualche mamma potrebbe decidere di voler dormire l’intera notte, magari dopo un parto difficile e lungo.
In questo caso la struttura deve garantire l’accudimento del neonato nella nursery. Infine scegliere un ospedale che promuove l’allattamento al seno senza obbligare la mamma può essere di grande aiuto non solo per lei, ma anche per il bambino.
LEGGI ANCHE: Post parto: fascia e panciera sono così utili dopo il travaglio?
E voi unimmamme in che modo avete scelto la struttura dove partorire?
Per restare sempre aggiornato su notizie, ricerche e tanto altro continua a seguirci su GOOGLENEWS