The Economy of Francesco: il Papa chiama i giovani all’azione, per un impegno concreto. Il messaggio.
Nell’ultimo giorno di The Economy of Francesco, l’evento internazionale online diretto da Assisi per promuovere un‘economia a misura d’uomo, è intervenuto Papa Francesco, con un messaggio rivolto ai giovani partecipanti.
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A conclusione dell’ultima giornata di conferenze online, il Pontefice ha chiesto direttamente ai giovani un impegno concreto non solo teorico a “sporcarsi le mani” per realizzare un mondo più giusto, senza più esclusioni né sfruttamento per abbandonare finalmente la cultura dello scarto.
Una fine che è soprattutto un inizio. The Economy of Francesco, l’evento internazionale online per promuovere un’economia a misura d’uomo, a cui hanno partecipato fino a 2.000 giovani da 120 Paesi del mondo, si è concluso sabato 21 novembre con il messaggio del Papa e il saluto dei giovani partecipanti che è un arrivederci ai prossimi incontri ma soprattutto alle azioni e progetti di un nuovo movimento internazionale, nato per iniziativa del Pontefice, per creare un mondo più giusto nello sviluppo economico e nel lavoro. Un mondo in cui ci sia spazio per tutti, senza esclusioni discriminanti, e che abbia tra i propri fini fondamentali la salvaguardia della Terra.
Nel suo messaggio di sabato pomeriggio, rivolto ai giovani partecipanti a The Economy of Francesco, Papa Francesco ha chiesto ai giovani un impegno forte e concreto, un “patto“, per cambiare l’economia attuale e promuoverne una a misura d’uomo, più giusta e inclusiva. Un cambiamento necessario perché “non possiamo andare avanti in questo modo“, ha sottolineato.
La pandemia di Covid-19 ha evidenziato la gravità di una situazione già esistente, che non potrà più continuare ad essere la stessa, al termine dell’emergenza sanitaria. È necessario un impulso decisivo verso il cambiamento, occorre una responsabile presa di coscienza di tutti gli attori sociali coinvolti nei processi economici. Da una crisi non si esce mai uguali: si esce meglio o peggio. Ha detto il Papa, circondando che non dovranno esserci più “gli altri” ma si deve imparare uno stile di vita orientato al “noi“.
I giovani sono chiamati a un nuovo impegno, invitati a vivere “come vocazione, come cultura e come patto“.
Occorre avviare nuovi processi, ha sottolineato il Pontefice che partano dalla difesa di “nostra sorella Terra, tanto spogliata e maltrattata, insieme a tanti poveri ed esclusi, i primi danneggiati e dimenticati”, da politiche di mero profitto e spoliazione dell’ambiente.
Il Papa ha sollecitato un impegno concreto da parte dei giovani per mettere in moto il cambiamento. Non basta l’adesione a nuovi modelli e teorie, occorre “sporcarsi le mani“, non rimanere a livello di mera partecipazione teorica e morale.
“Non siamo condannati a modelli economici che concentrino il loro interesse immediato sui profitti come unità di misura e sulla ricerca di politiche pubbliche simili che ignorano il proprio costo umano, sociale e ambientale“. Ha detto ancora il Pontefice.
Dire “si è fatto sempre così” è “una forma di debolezza”, ha aggiunto il Papa. Servono una nuova cultura e una nuova spiritualità per realizzare questi nuovi obiettivi e cambiare le strutture consolidate di potere che in questo momento ci impediscono di vedere un mondo diverso, che non sia orientato al mero profitto e alla cultura dello scarto e dell’esclusione. I gruppi dirigenti comunitari e istituzionali devono farsi carico dei problemi e delle ingiustizie sociali ed economiche, ponendo fine al perpetuare di modelli economici sbagliati.
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Citando un frase di Papa Benedetto XVI sulla povertà, Francesco ha ricordato che “la fame dipende non da scarsità materiale ma da scarsità di risorse sociali… soprattutto di natura istituzionale“.
È necessario costruire una “cultura dell’incontro contrapposta alla cultura dello scarto“. Quindi il Papa ha ricordato che il tutto è più delle singole parti e della somma delle individualità.
Una stoccata è stata diretta a chi pensa di esaurire il proprio impegno con la beneficenza e la solidarietà. Francesco ha spiegato con forza che “non basta impegnarsi nel terzo settore o in campi filantropici… perché la loro azione non risolve le ingiustizie sociali. Occorre un impegno che vada oltre l’assistenzialismo“. L’assistenza ai poveri, anzi, rischia di perpetuare la loro condizione di esclusione e marginalità. È tutto un sistema che va cambiato alla radice.
Per combattere la povertà, lo sfruttamento e le oppressioni occorre agire non “per i poveri” ma “con i poveri”, rendendoli partecipi e soprattutto protagonisti dei nuovi processi economici e dei modelli di sviluppo.
Infatti, “con l’esclusione è colpita alla sua stessa radice l’appartenenza alla società in cui si vive“, non si sta nei bassifondi o nelle periferie ma fuori dalla società. Per questo occorre un modello totalmente nuovo di sviluppo, uno sviluppo umano integrale lo ha definito il Pontefice, seguendo la dottrina sociale della Chiesa.
La politica e l’economia devono porsi al servizio della vita umana, “senza questo rimarremo prigionieri di una circolarità alienante”, ha detto Francesco. Bisogna “ridurre le disuguaglianze, combattere le discriminazioni, liberare le persone dalla servitù“.
Questo è il tempo di osare modelli di sviluppo, progresso e sostenibilità in cui gli esclusi cessino di essere una presenza nominale o funzionale per diventare invece protagonisti dell’intero tessuto sociale. Non pensiamo per loro ma pensiamo con loro. Ogni popolo è chiamato ad essere artefice del proprio destino e del mondo intero.
Citando San Paolo VI, Francesco ha detto che “lo sviluppo non si riduce a semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo deve essere integrale, che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo… fino a comprendere l’umanità intera“.
La misura dell’umanità si determina nel rapporto con la sofferenza e con il sofferente, sia a livello di singolo che nella società.
Con il Patto di Assisi vanno affrontate questioni che non si possono più rimandare. Questo nuovo processo richiede un impegno sociale, nella formazione accademica, nella ricerca scientifica. I giovani sono chiamati ad impegnarsi ad essere buoni samaritani. “Non scegliete le scorciatoie“, ha ammonito il Papa.
Impegnatevi in un nuovo modo di fare la storia. Non temete di abitare i conflitti della storia. Nessuno si salva da solo. “Abbiamo bisogno gli uni degli altri per dar vita a questa cultura economica che susciti un’alba di speranza, un futuro positivo, ricolmo della gioia del Vangelo”, ha concluso Papa Francesco.
Il video dell’intervento del Pontefice
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