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Gravidanza a rischio: quali sono i sintomi e cosa fare

Published by
Laura D'Arpa

Sono sempre di più le donne che hanno a che fare con una gravidanza a rischio, ma di cosa si tratta? E quali sono i sintomi?

immagine da adobestock

Capire se una gravidanza è a rischio o a basso rischio è un passaggio fondamentale per ogni donna in attesa, soprattutto perché questo le permette di comprendere a quali strutture rivolgersi nel caso ci fossero dei problemi.

In un articolo recente si è affrontato in latere l’argomento, trattando il fatto che durante i mesi in cui la pandemia di Covid19 è scoppiata, molte donne in attesa non si sono sottoposte ai consueti controlli e ciò ha provocato gravi conseguenze.

Tuttavia l’OMS sottolinea che l’andamento di una gravidanza varia da donna a donna, per questo è dinamico e può mutare nel corso dei nove mesi in seguito a vari fattori.

Nel caso in cui venga diagnosticata una gravidanza a rischio, una mamma può ricorrere all’assistenza addizionale o “assistenza specializzata ostetrica e neonatale”.

Che cos’è l’assistenza addizionale? Si tratta di un’assistenza riservata ai casi a rischio con complicazioni moderate.

Che cos’è, invece, l’assistenza specializzata ostetrica? Qui si riferisce a complicazioni o patologie molto più difficili da trattare.

Per questo motivo è bene riuscire a interpretare i primi campanelli d’allarme in modo tale da rivolgersi a uno specialista immediatamente.

Gravidanza a rischio: quali sono i fattori predisponenti?

Foto da AdobeStock

Ci sono delle linee guida, fissate dall’OMS, per individuare le gravidanze a rischio. 3 sono le linee di valutazione tenute in considerazione:

  • anamnesi patologica
  • anamnesi ostetrico-ginecologica remota
  • anamnesi ostetrico-ginecologica attuale

Per quanto riguarda la prima categoria, quindi l’anmnesi patologica, rientrano delle patologie come ad esempio: il diabete mellito, patologie cardiovascolari, renali, oncologiche e epatiche.

Nella seconda categoria si fa riferimento alla storia della mamma: presenza di precedenti aborti o malformazioni, preeclampsia o eclampsia in precedenti gravidanze, parti pre-termine, patologie placentari o interventi di chirurgia uterina.

LEGGI ANCHE: Il primo trimestre di gravidanza è cruciale per il cuore del bambino

Infine nella terza categoria viene considerato lo stato attuale della donna. Sono considerate a rischio: le gravidanze multiple (cioè quelle gemellari), le gravidanze sotto i sedici anni o sopra i quarant’anni, valori di pressione diastolica uguali o maggiori a 90 mm/Hg e sindrome da iperstimolazione ovarica in PMA.

Gravidanza a rischio: sintomi allarmanti

Di certo uno dei sintomi che preoccupa maggiormente le donne incinte sono le minacce di aborto, tanto che uno dei primi periodi in cui bisogna stare molto attente è proprio il primo trimestre.

Infatti sono tante le donne in attesa che durante questi mesi preferiscono non rivelare ancora di essere incinte, proprio per prevenire qualsiasi difficoltà che potrebbe incontrarsi.

In un articolo precedente si è anche trattato di come evolve il feto in queste prime settimane, passando dall’essere un papavero a un lime.

I sintomi che dovrebbero allarmare e condurre a una visita d’urgenza sono: perdite ematiche e dolori localizzati al basso ventre o ai reni (simili a quelli delle mestruazioni), in questo caso il consiglio è di recarsi immediatamente al pronto soccorso o sottoporsi a una visita specialistica d’urgenza.

LEGGI ANCHE: Screening del primo trimestre di gravidanza | In cosa consiste e come farlo

In questi casi solo il medico è in grado di comprende cosa fare e come intervenire. Non sempre si tratta di minacce d’aborto, ma se il medico ritiene che sia il caso di intervenire allora alla futura mamma potrebbero essere prescritti: terapie farmacologiche (spesso a base di progesterone, farmaci antispastici e decontratturanti), riposo, astensione dai rapporti sessuali, ma anche ricovero ospedaliero per monitorare la situazione.

Gravidanza a rischio: cosa fare

Ecco quindi che al primo campanello d’allarme si consiglia un controllo immediato. Gli esperti sottolineano l’importanza di sottoporsi a tutti gli screening prenatali consigliati e di fare soprattutto molta attenzione allo stile di vita (sedentarietà, stress, fumo, sforzi, alcol, alimentazione, esposizione a sostanze tossiche per mamma e feto).

Tutte queste condizioni potrebbero non essere per nulla favorevoli, perciò è necessario stare molto attente e prendersi cura di sé e del proprio piccolo.

immagine da adobestock

LEGGI ANCHE: Vestirsi in gravidanza: ecco i consigli per affrontare il primo trimestre

E voi unimamme eravate a conoscenza di questi temi sulla gravidanza a rischio?

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Laura D'Arpa

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