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Seconda ondata Coronavirus: come spiegarla ai bambini

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Valentina Crea

Per spiegare la seconda ondata del Coronavirus ai bambini ci viene in aiuto un’esperta con dei consigli semplici, ma importanti.

Foto da Adobe Stock

Unimamme, come vi abbiamo detto anche in occasioni passate ci dobbiamo ricordare che se anche noi adulti simo stressati da questa pandemia che stiamo vivendo non da meno lo sono anche i nostri figli.

I bambini/ragazzi stanno affrontando anche loro un periodo nuovo nel quale vengono privati di molte cose. In alcune Regioni non tutti i bambini vanno a scuola e molti hanno smesso di andare a praticare sport, di uscire per vedere gli amici, ma in tanti hanno dovuto anche rinunciare al rapporto con i loro nonni per “proteggerli”. Per non dimenticare l’uso obbligatorio delle mascherine nei bambini sopra i sei anni che anche quando sono in classe si trovano ad usarla.

Seconda ondata Coronavirus: i consigli di un’esperta per parlare con i bambini

Foto da Adobe Stock

Tutti questi cambiamenti nella vita quotidiana dei bambini possono provocare dei disturbi, dalla mancanza di sonno fino a stati di ansia e paura. Come aiutare i bambini ad affrontare questo secondo lockdown? Per aiutare i genitori a gestire al meglio le nuove esigenze dei bambini ci pensa la Dott.ssa Grazia Sciarillo, Psicologa-Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico specializzata in Prevenzione, consulenza e trattamento del disagio in età evolutiva. La quale attraverso il Blog di Clio Make Up risponde ad alcune domande che sono quelle che più ci poniamo in questo periodo.

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La Dottoressa inizia spiegando cosa l’isolamento ha causato nei bambini anche molto piccoli: L’isolamento ha causato l’insorgenza di problematiche comportamentali e sintomi di regressione nel 65% di bambini di età minore di 6 anni e nel 71% di quelli di età maggiore di 6 anni fino ai 18 anni. Questo è quello che emerge da una ricerca dell’Ospedale Gaslini di Genova”.

Se il primo lockdown è stato affrontato con più “forza”, adesso subentra un fattore da non sottovalutare, la “stanchezza“:In questa seconda fase l’OMS definisce la condizione diffusa con il termine di ‘stanchezza da pandemia’. Prende la forma di esaurimento di energie e prevalgono sentimenti di demotivazione, alienazione e disperazione. Si tratta di un vero e proprio trauma che si riattiva a ogni ondata e mette in crisi l’equilibrio adattativo delle nostre vite“.

Come fare per aiutare i bambini, per farli adattare al cambiamento? La prima cosa è quella di non dargli delle false aspettative: “La chiave per l’adattamento a questo stress prolungato è smettere di aspettare che le nostre abitudini tornino a essere come quelle di prima“, ma bisogna imparare a costruire un nuovo equilibrio: “C’è ancora il virus che circola. Dobbiamo mettere in atto dei comportamenti a tutela della nostra salute e quella degli altri, ma è importante mettere in evidenza quello che ancora si può fare. Occorre spostare, quindi, il focus sul cambiamento e non sull’attesa che le cose tornino come prima“.

Inoltre, non bisogna dimenticare che i bambini si adattano meglio di noi adulti al cambiamento, per questo bisogna evitare di fingere che vada tutto bene: “Possiamo verbalizzare la nostra preoccupazione, ansia e mancanza della vita prima del Coronavirus. Soprattutto se questo aspetto è predominante ed è facilmente intuibile nel comportamento. Non caricare il futuro di eccessive aspettative positive, ma vivere il presente al meglio delle risorse a disposizione al momento e delle cose che si possono fare”.

Chiusura delle scuole e rapporto con i nonni: come fare?

Molti studenti italiani sono a casa per la chiusura delle scuole e stanno affrontando un grande cambiamento la Dad (didattica a distanza). Imparare da casa guardando l’insegnate ed i compagni di classe da uno schermo non deve essere facile.

La Dott.ssa Sciarillo sottolinea l’importanza di: “Adattare la comunicazione al tipo di elaborazione che il bambino può sostenere. Per i più piccoli risulta molto difficile creare rappresentazioni mentali. Ecco perché è fondamentale dare un nome e un volto al virus in modo tale che la conoscenza riduca l’angoscia. Rendere visibile qualcosa di invisibile”.

Inoltre ai più piccoli si può raccontare così la chiusura e l’apertura delle scuole:Si può spiegare che a scuola il virus è talmente contento che viaggia e saltella attraverso tosse, starnuti e saliva da un bimbo all’altro. Quindi, a volte noi gli facciamo uno scherzo e non ci facciamo trovare. Ma gli amici e le insegnanti si possono continuare a vedere dal PC e si può continuare ad imparare e divertirsi insieme”.

Un discorso a parte si deve fare per l’uso delle mascherine e del distanziamento sociale dove è importante spiegare ai bambini che ci sono dei nuovi modi di comunicare e di esprimersi: “Fare disegni, scrivere bigliettini, inventare giochi che si possono fare in videochiamata oppure giochi a distanza all’aperto. Non sempre l’amore si può esprimere e comunicare con un abbraccio. Questo è un grande cambiamento che apre nuovi scenari“.

Infine, come spiegare che il rapporto con i nonni che hanno un ruolo fondamentale nella vita dei bambini è per il momento cambiato? C’è chi li vede meno, chi non li vede proprio, ma l’importante è dire sempre ai piccoli la verità e “spiegando loro che i nonni non hanno contro il Coronavirus difese forti come quelle dei più piccoli“.

Voi unimamme cosa ne pensate di questi consigli? Come state aiutando i vostri bambini a capire come affrontare questo periodo?

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Valentina Crea

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