I malati di Covid-19 hanno il diritto di ricevere visite. In una regione italiana si sta pensando a un cambiamento importante.
Unimamme, molti ex pazienti Covid ci hanno lasciato racconti drammatici delle ore trascorse in solitudine in ospedale, preoccupati per la propria salute e impossibilitati ad avere un contatto con i propri cari, se non tramite qualche telefonata.
C’è però qualcosa che si muove su questo fronte dal momento che sono emersi effetti collaterali importanti e gravi oltre alla malattia propriamente fisica.
L’associazione Tutto è vita onlus se ne sta occupando.
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Già durante la prima ondata dell’epidemia il monaco Guidalberto Bormolini, presidente dell’associazione fiorentina Tutto è vita Onlus, insieme ai suoi confratelli, ha cercato di aiutare i malati di Covid con telefonate o videochiamate.
Come immaginerete hanno incontrato un grande dramma in atto e molta disperazione, acuita dal senso di isolamento. “Abbiamo ascoltato disperazione e paura. La paura di morire soli e soffocati. Il venir meno del respiro provoca dolore e angoscia.”
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Il monaco Bormolini e la sua associazione si sono resi conto che il supporto da remoto, purtroppo, era insufficiente. “Occorre in tutti i modi assicurare al malato la presenza di un parente”. Così, padre Bormolini ha pensato di chiedere aiuto per ottenere una procedura di accesso dei famigliari ai reparti Covid. Questo però, solo nel caso si trattasse di un caso terminale.
La sua proposta è stata presa a cuore anche da Gianpaolo Donzelli, presidente della Fondazione Meyer e membro del comitato nazionale per la bioetica.
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Il presidente della regione Toscana Eugenio Giani ha commentato: “abbiamo accolto la proposta dell’associazione Tutto è vita, perché non possiamo sottovalutare gli effetti collaterali che il Covid può determinare nel vissuto delle famiglie, esposte a un dolore profondo, quando sono costrette a separarsi dai loro cari“.
L’assessore Simone Bezzini sottolinea la bontà dell’idea e aggiunge che tutto deve avvenire nella massima sicurezza. La giunta regionale deciderà quali esperti dovranno approvare la procedura sperimentale.
Padre Guidalberto è positivo al riguardo perché sa che non è la proposta ad essere in gioco, ma la sua attuazione. “Dobbiamo essere rapidi, ma anche prudenti”.
Stando alla Regione entro Natale questa procedura di accesso ai malati Covid verrà sperimentata in un ospedale toscano e se tutto andrà bene sarà poi estesa ad altri. Naturalmente si spera di poter condividere il progetto con altre regioni.
L’ambiziosa idea presenta certamente qualche difficoltà, per esempio i parenti del malato dovranno essere in grado di gestire le emozioni e quindi devono sapere come muoversi e conoscere tutte le precauzioni. Però niente pare insuperabile.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa proposta di cui si parla su Il Fatto Quotidiano?
Vi lasciamo con la reazione assurda di un figlio davanti alla madre ricoverata per Covid.
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